Wiki, web2.0, copyright, Wikipedia, Wikimedia, GNU, Creative Commons
Se state pensando “Era ora!” mi duole deludervi 😉
Una delle prime cose che noto è che qualunque sia la causa che fa allontanare le persone, gli utenti più attivi tra quelli intervistati (i 10+edits/month nelle slide) la percepiscono di più della media (circa il doppio).
Le esperienze negative raccontate dagli utenti, riguardano: edit rimossi con poche/vaghe/poco chiare spiegazioni, persecuzioni personali, difesa del territorio, punto di vista personale spacciato come neutrale, ambiente generalmente sgradevole, maniere sbrigative, articoli messi troppo prontamente in cancellazione, troppe regole da seguire e troppa gente che mi controlla in continuazione. Alcuni lamentano l’interfaccia poco user friendly o la sintassi ostica da ricordare.
Nessuna delle motivazioni elencate mi stupisce, ma mi preoccupa che la maggior parte dei problemi siano legati ad un cattivo approccio da parte degli utenti più anziani.
Alzi la mano chi almeno una volta ha pensato quello che Nicola scrive qui!
..allora spero che apprezzerete il video che Wikimedia Italia ha commissionato a Christian Biasco: la WikiGuida di Wikipedia:
Per i fisici delle particelle (quindi non per me) oggi dovrebbe essere un grande giorno. Infatti LHC, dopo una lunga pausa forzata dovuta ad un guasto, ha ricominciato a funzionare e oggi dovrebbe salire in potenza per arrivare ai famosi 7 TeV. Se siete curiosi di come funziona LHC o volete una spiegazione di cosa diamine vuol dire “collisioni a 7 TeV” potete tranquillamente darvi una lettura agli ultimi 4 o 5 post del blog di un fisico che al CERN ci lavora. Se invece siete impazienti e volete sapere tutto e subito seguendovi la cosa in diretta il CERN mette a disposizione addirittura un webcast.
Comunque vada state pure tranquilli, non ci sono buchi neri in agguato pronti a distruggere il pianeta (almeno non dentro LHC).
Qualche tempo fa Peppe aveva scritto un post dove riportava le leggi di Herman: una serie di 20 consigli (scritti da un professore) su come uno studente si dovrebbe comportare nei confronti del proprio relatore di tesi e della ricerca che sta facendo. Queste 20 regolette sono tutte piuttosto valide ma gli manca qualcosa: ovvero non dicono minimamente ad uno studente come scegliere un buon relatore per la tesi (o per i dottorato).
Chiarendo subito che la mia esperienza è limitata all’ambito scientifico (le cose nei settori socio-umanistici sono probabilmente MOLTO diverse) provo a buttare giù anch’io qualche piccolo consiglio:
Ovviamente si potrebbe continuare all’infinito ma, per adesso, penso che questo piccolo decalogo basti.
Come forse alcuni di voi sapranno ho deciso di trasformarmi in un cervello (cervellino? neurone?) in fuga e di emigrare. La destinazione prescelta, dopo lunghe riflessioni, è stata l’Olanda e adesso sono in fase “cerca una casa dove abitare quando arrivi su”.
Le soluzioni semplici (posto nel campus universitario, ostello convenzionato con l’università ecc) sono fallite perché pare sia tutto pieno. Quindi mi sono rivolto alle agenzie immobiliari on-line per trovare un posticino. A parte il grave problema che parlano olandese (lingua che suona a mezzo fra una raucedine fulminante ed il tedesco) devo dire che gli olandesi sono organizzati: di siti che catalogano e mettono a disposizione case da affittare ce ne seono diversi e quasi tutti sembrano fatti benino.
Cercando cercando ne abbiamo (io e la mia dolce metà ) trovato uno che ci pareva avesse dievrse offerte interessanti ma che richiedeva di registrarsi. Nessun pagamento, nessuna richiesta di dati personali, nessun rituale satanico da effettuare. Una semplice registrazione sul sito e nulla di più. Un po’ come capita su forum, social-network e così via?
Dove sarà mai il problema? Ecco, il problema è che questi maledetti alla fin fine ti richiedono un dato solo: il burgservicenummer che è una sorta di codice fiscale che ti da il comune quando prendi la residenza.
Ora, se io vado sul loro sito è perché cerco casa e, se cerco casa, è perché non ne ho già una e quindi non ho nemmeno il burgservicenummer. Quando gli ho scritto, spiegando per filo e per segno quale è il loop logico e chiedendogli aiuto per uscirne, la loro risposta è stata “To registrate you need a registrationnumber” (per registrarvi sul sito avete bisogno di un burgservicenummer). Ok, forse mi sarò spiegato male. Gli ho riscritto, facendo appello a tutte le mie (scarse) capacità diplomatiche e gli ho rispiegato che io non posso avere questo codice prima di trovare casa. La loro risposta lapidaria è stata “You need a BSN to search for a house” (Avete bisogno di un burgservicenummer per poter cercare una casa).
Ecco, adesso sono lievemente indeciso se mandarli a quel paese o far finta di niente e cancellare il loro sito.
Se non sapete chi è Ada Lovelace, suggerisco un veloce ripassino qui.
Figlia di Byron (il poeta, sì), è stata una matematica ed è nota per essere stata la prima programmatrice (ossia colei che ha scritto il primo programma informatico della storia).
Il linguaggio di programmazione Ada è così chiamato in suo onore.
L’Ada Lovelace Day è un evento che ricorre in tutto il mondo il 24 marzo e che racconta delle donne che si occupano di tecnologia e scienza.
Io dedico il mio Ada Lovelace Day e questo post alle donne che vivono in prima linea la rete e che contribuiscono a farla crescere. Ho lanciato una discussione su FriendFeed tempo fa, chiedendo una mano ad identificarle, ed ecco cosa ci siamo risposti:
Se manca qualcuna, segnalatemela!
In chiusura: qualche mese fa ho partecipato ad una Ignite Night sul tema “The women connection”. Manco a dirlo io ho parlato di donne&wiki raccontando tutto ciò che sapevo, a partire da me stessa.
Ecco le slide:
Lunedì sono stata in Bocconi a tenere una lezione su Wikipedia e il suo modello di business, per il corso Strategy and governance of cultural organizations, invitata da Paola Dubini.
L’idea era raccontare il meno possibile cos’è e come funziona Wikipedia, presentare rapidamente gli altri progetti e le caratteristiche comuni a tutti, presentare per bene Wikimedia Foundation, i fundraising e qualche dato (quanti soldi entrano, come vengono spesi, come stanno andando negli anni le raccolte fondi).. rispondendo a ipotetiche domande sul perché Wikipedia ce l’ha fatta, cosa succede (o è successo) una volta passata la fase di startup, due parole sul valore del marchio.
Qui sotto le slide.
Mi dispiace non ci riesco. A me che Bondi vada in giro a raccontare orgoglione che siamo all’avanguardia perché ci siamo attaccati al tram di Google per mettere online opere che sono il patrimonio della nazione non mi rende per niente felice (Corriere, Repubblica).
Non mi piace sentirmi dire che siamo all’avanguardia, quando il Progetto Gutenberg esiste dal 1971, Gallica dal 1997, Europeana dal 2008.. tutti treni che abbiamo abbondantemente perso.
Non vanno bene perché sono progetti stranieri? Benissimo. Abbiamo “in casa” LiberLiber che dal 1993 porta avanti il “Progetto Manunzio”..
Ma Bondi le ha lette le condizioni d’uso di un libro di pubblico dominio pubblicato su Google Books prima di firmare? (domanda stupida, avete ragione, probabilmente quando verranno pubblicati anche sui siti delle biblioteche italiane, saranno “all rights reserved”)
Informazioni su questo libro
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo. Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico, culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire. Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.Linee guide per l’utilizzo
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili. I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate. Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
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La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web nell’intero testo di questo libro da
http://books.google.com”
Le opere di pubblico dominio sono patrimonio dell’umanità , non di Google. Quando un mese fa tutti hanno gridato alla meraviglia del Public Domain Manifesto ed erano in prima linea a spintonarsi per firmarlo e pubblicizzarlo, mi chiedo se veramente lo hanno letto e cosa ne pensano oggi dell’accordo con Google.
Il manifesto dice:
Non vanno applicati contratti o misure tecniche di protezione che restringono l’accesso e il ri-utilizzo di opere già nel pubblico dominio. Lo stato di pubblico dominio di un’opera deve garantirne il diritto di ri-uso, modifica e riproduzione. Ciò vale anche per le prerogative dell’utente derivanti da eccezioni e limitazioni, dal “fair use” e “fair dealing”, assicurando che queste opzioni non vengano limitate da mezzi tecnologici o contrattuali.
Google risponde (ribadisco):
[..]abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali[..]
+ Non fare un uso commerciale di questi file
+ Conserva la filigrana
Sarò talebana ma questo accordo per me invece che portare l’Italia all’avanguardia, come sostiene Bondi, la getta nell’Antinferno.
..e, just for fun, confrontate questa affermazione la missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale con i “prodotti” della Fondazione Google.
Ok, il FIRB giovani 2008 è stato bandito il 19 Dicembre 2008. Il 27 Febbraio 2009 è scaduta la presentazione delle domande. Invece che dopo i 180 giorni dichiarati nel bando i referaggi sono arrivati in due tranches il 28 Dicembre 2009 ed il 19 Gennaio 2010. Le audizioni, per i soli progetti che avevano ricevuto una valutazione di 40/40, si sono concluse il 19 Febbraio 2010 (ma qui non sono sicuro al 100% della data) e la commissione si doveva sciogliere il 28 dello stesso mese. Insomma, ci è voluto più di un anno ma finalmente dovremmo esserci.
Invece scopro oggi (tramite Chiara Ariano su FaceBook) che l’ingegner Massulli, responsabile del FIRB, ha dichiarato: “La commissione audizioni ha fornito i risultati alla commissione firb, che si è riunita il 3 marzo. Il verbale della commissione firb è pervenuto ieri. Ora stiamo predisponendo il decreto del Ministro sull’approvazione delle graduatorie. Non credo peraltro che i risultati ufficiali saranno noti prima della fine del mese.” (NB per “ieri” credo ci si riferisca al giorno 8 Marzo 2010).
Insomma, le graduatorie già ci sono e sono definitive. Se avete un santo in paradiso abbastanza in alto quindi potete scoprire quali sono i risultati da subito. Anzi, io conosco almeno una persona che ha saputo che il suo progetto era stato approvato (con un taglio del 50%) già la settimana scorsa. Se però, come me, santi in paradiso non ne avete dovrete aspettare fine mese o addirittura l’inizio di Aprile per sapere che fine ha fatto il vostro prgetto e con che tagli dovrete fare i conti nel caso vi fosse stato approvato. Non voglio poi pensare a che tempi ci vorranno fra la pubblicazione delle graduatorie ed il momento in cui il ministero inizierà a pagare gli stipendi.
Non so voi ma io, in questo anno abbondante che è passato da quando ho scritto il progetto, ho ricevuto svariate offerte da università estere e sospetto che, prima che arrivino i risultati, ne avrò accettata una in via definitiva. Giusto perché non è che mentre aspetto che si svolgano tutti gli incomprensibili riti della burocrazia io posso smettere di mangiare e pagare le bollette…
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