F.C. è uno stimato professore all’università di Firenze. Nella sua (lunga) carriera ha prodotto una mole impressionante di libri ed una mole ancora più impressionante di pubblicazioni su riviste specializzate. Problema: nessuna o quasi di queste pubblicazioni ha mai dovuto passare il vaglio del peer review ed essere quindi sottoposta al giudizio critico di altri specialisti.

Mi chiedo se sia normale che un professore (le cui competenze non voglio mettere in dubbio) allunghi a dismisura il proprio curriculum vitae con libri tutti uguali che tanto vengono comprati solo dai suoi studenti (che se non gli presentano una copia originale del libro mica lo passano l’esame) e con articoli pubblicati da riviste (spesso edite dall’università e diffuse solo nell’ambito fiorentino) prive di una qualunque forma di filtro selettivo.

Una Galassia di libri by

26 Mar
2008

Domani Wikimedia Italia raggiunge due traguardi importantissimi con un colpo solo:
* partecipa alla sua prima fiera del libro (Galassia Gutenberg)
* partecipa ad un grande evento (geograficamente) sotto Roma
Parto dal primo: Galassia è molto importante e fortemente voluta da noi perché ci permette di entrare in uno dei luoghi che ci sono più consoni, ossia in mezzo ai libri.
I giornalisti, il caso, la nostra filosofia, ci hanno sempre accostato all’ambiente dell’open source, del software, facendoci diventare una res tecnologica, che invece non siamo.
Come promotori del sapere pretendiamo di sguazzare piuttosto bene tra i libri e in ambito culturale. Vedremo dopo la prova Galassia 😉
Per quel che riguarda la questione meridionale: i soci e i wikimediani in genere si lamentano della scarsità di azioni intraprese al sud. Dal mio (privilegiato) punto di vista ci sono due ragioni per questo: pochi eventi di interesse (qualcuno non si nota per mala comunicazione) e poca collaborazione in loco. La partecipazione a Galassia è stata organizzata dal nord, con enorme dispendio di energie; la reazione locale al momento è minima, anche se come tutte le cose wikipediane non dispero che all’atto pratico si presentino più persone di quelle che l’hanno dichiarato.

@update: ne parla anche Elitre qui.

  • More
  • Commenti disabilitati su Una Galassia di libri

Domani 27 marzo al More Than Zero Festival, Joi Ito parlerà di Wikimedia, community e contents.
L’evento si terrà in piazza dei Mercanti, 2 e sarà aperto a tutti previa registrazione.

  • More
  • Commenti disabilitati su Wikimedia, come la community dà valore al contenuto

DonnaèWeb 2008 by

26 Mar
2008

La quinta edizione di Donna è Web culmina questo weekend a Viareggio con un interessante programma.
Potevo mancarlo?

  • More
  • Commenti disabilitati su DonnaèWeb 2008

Stimolato da questa discussione e dopo aver letto questo interessante contributo ho ben pensato di aggiungere entropia all’universo cercando di spiegare ai non addetti ai lavori quale sia il tema del contendere.

Partiamo da Adamo ed Eva: io faccio ricerca scientifica e poniamo che domani io faccia un’importantissima scoperta. A questo punto avrei davanti due priorità (legate a doppio nodo tra di loro): fare in modo che il maggior numero di persone possibile venga a sapere del mio lavoro (in modo che tutti possano beneficiare della mia scoperta) e fare in modo che il maggior numero di persone possibile venga a sapere del mio lavoro (in modo che la notizia arrivi alle orecchie giuste e qualcuno mi offra un posto da prof. universitario ben pagato e con tanto di tredicesima).

Insomma, devo in qualche modo far sapere al mondo che cosa fantastica che ho fatto. Per raggiungere tale scopo posso o contattare direttamente tutte le persone che so lavorare nel mio ambito e consegnargli di persona (o via mail che al giorno d’oggi siamo tecnologici) un resoconto del mio lavoro oppure posso pubblicare il mio lavoro su una rivista scientifica.

Adesso capovolgiamo il problema: io faccio ricerca scientifica e mi piacerebbe sapere quali sono i risultati fantastici ottenuti dagli altri in modo da non restare all’età della pietra. O spero nel buon cuore degli altri a contattarmi personalmente o mi metto a leggere le riviste scientifiche del mio settore per leggere cosa hanno pubblicato gli altri.

Qui nasce il problema. Io non ho idea di quante migliaia di riviste scientifiche ci siano. Non ho nemmeno idea di quante siano quelle di fisica. So solo che io cerco di seguirne (dove “seguire” spesso vuol dire leggere i titoli degli articoli per vedere se qualcuno di questi attira la mia attenzione) 9 e quasi mai ci riesco. Sperare di aumentare questo numero non è proponibile. Devo quindi operare una forma di selezione e decidere quali riviste andare a leggere. Ancora prima l’università ha dovuto decidere a quali riviste pagare l’abbonamento (che son costosi) in modo che io potessi leggere gli articoli in esse contenuti. E come sceglie l’università? Certamente non consultando uno per uno tutti i dottorandi, i post-doc, i ricercatori ed i professori (sarebbe improponibile). Quello che fa (spero) è una selezione il più possibile oggettiva di quali siano le riviste più importanti di un dato settore, quelle dove è più probabile trovare un “grosso” risultato.

Ma come si fa a decidere quali siano le riviste più importanti di un dato settore, specialmente se in quel settore non ci si lavora? Il parametro che viene più spesso tirato in ballo è l’Impact Factor. Questo altro non è che la media del numero di citazioni che gli articoli pubblicati su una data rivista ha ricevuto. La logica che ci sta sotto non è del tutto irragionevole: se un articolo è stato citato un sacco di volte da un sacco di gente diversa è facile supporre che abbia avuto un impatto notevole sulla comunità scientifica. Se invece non è mai stato citato da nessuno è probabile che nessuno se lo sia filato manco di striscio. Allo stesso modo se una rivista pubblica un sacco di articoli che vengono tutti citati tantissimo possiamo pensare che su quella rivista vengano pubblicati articoli di gran valore e che quindi quella stessa rivista sia importante.

L’impact factor (spesso abbreviato IF) è quindi diventato, soprattutto in alcuni ambiti, un parametro importante per decidere sul valore di una rivista. Pubblicare su una rivista ad alto impact factor è più prestigioso che pubblicare su una rivista a basso impact factor. Così importante che viene anche utilizzato per giudicare la qualità delle pubblicazioni di una persona al momento di fare un concorso pubblico per ricercatore o professore.

Tutto questo non è esente da problemi. Innanzi tutto l’impact factor cerca di condensare in un numerello un sacco di informazioni su una data rivista ma non riesce (e non può riuscire) a cogliere la complessità di un giudizio di qualità. Seconda di poi ci sono ambiti in cui ogni articolo ne cita cento altri e campi in cui se hai messo una o due citazioni sei già sopra la media (quindi l’impact factor di riviste di due campi diversi non è confrontabile). Terza di poi è possibile (anzi, è facile) barare ed ottenere artificialemente un sacco di citazioni che nulla hanno a che fare con la qualità del lavoro (basta citare se stessi).

Insomma, il sistema più diffuso per decidere l’importanza di una rivista (e quindi, implicitamente, dei lavori ivi pubblicati) fa acqua da tutte le parti. Sono ben accetti suggerimenti su come uscire dal pantano.

Ieri sera al Tg1 sono state date due notizie di sport:

  1. Federica Pellegrini vince i 400 a stile libero infrangendo il record del mondo.
  2. La nazionale di calcio è in ritiro non ricordo più bene dove.

Vediamo se indovinate per quale delle due notizie è stato realizzato un servizio più lungo ed approfondito.

  • More
  • Commenti disabilitati su L’informazione è fatta di priorità

ioTubo e tuBabel by

25 Mar
2008

La notizia impazza in rete: BlogBabel chiude per colpa di Paul the Wine Guy e Napolux (non vale chiedere “BlogBabelche?”).
C’è scritto proprio così sul messaggio dall’eloquente titolo “ci siamo stufati”:

BlogBabel è temporaneamente sospesa.
Ci siamo stufati dell’arroganza di alcuni blogger italiani, che pensano di poter ricattare un servizio offerto alla comunità e al grande pubblico, e non perdono occasione per trasformare qualsiasi discussione in un litigio da riunione di condominio.
In particolare, grazie a Napolux, PaulTheWineGuy, e gli altri che continuano a non capire che un motore di ricerca ha poco a che fare con la licenza d’uso dei contenuti. Vi manca BlogBabel? Parlatene con loro.

Voci di corridoio riferiscono che a momenti verrà pubblicato un indirizzo email dove far richiesta delle freccette che, dietro promessa di essere usate contro Paul e Napolux, verranno comodamente recapitate a casa vostra da un corriere in giornata. Matteprego!
Su PI di oggi leggo di un tizio che ha cancellato il suo video da YouTube dopo aver riscosso grande successo perché stufo degli effetti collaterali della notorietà.
Perché ioTubo è stato così previdente da permettere il diritto all’oblio e BB no?
A che gioco sta giocando BB per dar fuori di matto e mettere alla gogna due persone che hanno semplicemente fatto una richiesta non trascendentale e assolutamente legittima?
Mah.

Il 2 Aprile presso l’Università degli Studi di Milano si terrà la Giornata di Studi Le Ricchezze dell’Africa, ormai appuntamento biennale, organizzata dal Dipartimento di Geografia e Scienze Umane dell’Ambiente, in collaborazione con AMREF e Mani Tese.
Il programma è disponibile qui.

  • More
  • Commenti disabilitati su Piatto pieno, piatto vuoto. Prodotti locali, appetiti globali

Per mancanza di tempo questo l’ho visto solo oggi, si tratta di una puntata di scenari con le interviste fatte all’assemblea di WMI il 9 marzo.
Sebbene non ci fossimo messi d’accordo prima io e il presidente diciamo le stesse cose.. 😉

  • More
  • Commenti disabilitati su Ancora sull’assemblea di Wikimedia Italia

Un filmato pre-assemblea del Corda dal titolo emblematico Frieda cazzeggia invece di farsi intervistare.

Come sopra ma post assemblea e al buio: Frieda cazzeggia invece di farsi intervistare bis.

Sul TG1 di stamattina alle 8 è andata in onda una mia intervista (il servizio su ‘pedia parte a 22:30 e la mia voce a 23:18).

top