Fra 5 giga-anni… by

27 Nov
2008

Sebbene la trovi una bella idea non sono mai stato un gran utilizzatore di arXiv; non lo controllo quasi mai e non ci ho mai pubblicato nulla. Per chi non lo conoscesse arXiv è un archivio on-line gratuito di pubblicazioni scientifiche ospitato dalla Cornell University; su arXiv non esiste un processo di peer-review (anche se sono stati implementati sistemi per ridurre al minimo la fuffa) e quindi capita che vi compaiano articoli che definire surreali è poco.

Giusto oggi mi è arrivata (da alcuni colleghi) la segnalazione di un articolo dal titolo “The search for a strategy for mankind to survive the solar Red Giant catastrophe” (“La ricerca di una strategia per la sopravvivenza dell’umanità alla catastrofe della gigante rossa solare”). Non ho ancora avuto il coraggio di andare oltre la prima pagina magli autori propongono che, quando il sole inizierà a trasformarsi in una gigante rossa (fra circa 5 giga-anni, come dicono gli autori), l’umanità potrebbe un parasole gigante in uno dei punti di Lagrange e di riposizionare la terra nella fascia di Kuiper (dove intenderebbero creare un sole artificiale). Gli autori discutono anche l’ipotesi di costruire un’enorme nave spaziale per evacuare (non si sa bene dove) una porzione dei terrestri.

Ora, finché ragionamenti del genere li fa uno scrittore di fantascienza ben vengano; ho letto ottimi racconti che si basavano su idea egualmente assurde. Che uno scienziato usi parte del proprio tempo a discutere cosa fare per risolvere un problema che si presenterà fra 5 miliardi di anni (con la tecnologia di oggi) mi pare quasi una presa per i fondelli.

Confido che sia una burla degli autori (anche se una breve ricerca sull’ISI web of knowledge non mi rincuora molto in questo senso)

“Siamo spiacenti di informarLa che il volo Volareweb Milano Malpensa Wroclaw Milano Malpensa è stato cancellato a causa di problemi tecnico/operativi”

Qualcuno potrebbe dire che me lo dovevo aspettare (dopo tutto VolareWeb è proprietà di Alitalia) però non è che potessi farci molto: VolareWeb era l’unica compagnia low-cost che dall’Italia mi portasse nella zona di WrocÅ‚aw.  Io poi ho comprato questo biglietto ad agosto (ovvero prima che succedessero tutti ‘sti casini) in previsione delle vacanze di Natale. Vengo poi a sapere che i voli sono stati sospesi nel periodo ottobre-novembre e poi che saranno attivi solo in pochi giorni attorno a Natale. Poco male, la mia prenotazione cade proprio nei giorni buoni, dovrei poter andare e tornare.

Oggi invece arriva la mail di VolareWeb dove mi si annuncia che il volo è cancellato, che mi restituiranno i soldi (“spese amministrative e spese invio sms escluse”). La cosa più divertente è che il numero del call-center da contattare ha come prefisso l’899 (bravi, quello dei telefoni porno) e quindi non lo posso chiamare dal fisso dell’ufficio. Toccherà chiamarlo da cellulare e spendere una mezza valanga di soldi per sentirmi dire che sono fattacci miei e che loro non ci possono far niente.

Che dite? Se mi girano a mille qualche buon motivo ce l’ho?

n.b.:  In realtà tutte quelle notizie dei voli cancellati le ho scoperte oggi dato che sul loro sito (che controllavo periodicamente) si son ben guardati da mettere in evidenza quali voli stavano cancellando.

…la sicurezza nelle scuole. In particolare la possibilità che queste crollino sulle teste degli scolari.

Leonardo lo racconta (as usual) molto meglio di come potrei farlo io ma due riflessioni le faccio lo stesso: a parte l’evidente dispiacere al pensiero di morti e feriti il sospetto che fra un paio di settimane nessuno parlerà più della situazione (tragicomica) degli edifici scolastici è forte. Anzi, è praticamente una certezza. Del resto siamo riusciti a far passare nel dimanticatoio l’emergenza rifiuti e l’emergenza criminalità (il primo che vien fuori con la storia che questi problemi son stati brillanetmente risolti dall’oggi al domani a colpi di bacchetta magica vince un pernacchione gigante).

Il mio liceo non era costruito in zona sismica ma era ricavato all’interno di un ex-condominio. A parte il divertimento di avere aule fatte a L o con una colonna nel mezzo e la totale assenza di uscite o scale di sicurezza il vero problema era il fatto che l’edificio in quanto tale era fatiscente. In 5 anni di liceo abbiamo fatto n-mila sciperi, manifestazioni e petizioni per chiedere all’assessore agli studi di fare qualcosa al riguardo. Tra l’altro non eravamo proprio soli soletti: la totalità degli altri licei di Firenze-e-dintorni era in situazioni similari alle nostre (qualcuno era messo persino peggio dato che stava in edifici che non vedevano una ristrutturazione da almeno un secolo). Per fortuna non è mai successo nulla (a parte le aule di disegno allagate da un tubo rotto) ma è stata solo fortuna. I terremoti non c’entrano nulla, sarebbe bastato molto meno per arrivare alla tragedia. Però noi che protestavamo eravamo i soliti ragazzini sfaccendati e traviati dalla sinistra (la quale, beninteso, si è ben guardata da fare qualcosa al riguardo).

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Triscaidecafobia by

25 Nov
2008

Epifani insiste con la richiesta al governo di restituire il drenaggio fiscale ai lavoratori con la tredicesima. Ora, io non sono un economista e magari mi son perso un pezzo, tuttavia mi par di capire che tutti quelli che la tredicesima non  l’hanno mai vista nemmeno di lontano (ad esempio i precari) verrebbero tagliati fuori completamente da una manovra del genere.

Ma la CGIL non doveva essere un sindacato di “sinistra” lanciato verso la difesa delle classi meno abbienti?

Since its inception in Richard Feynman‘s 1942 doctoral thesis, the path integral has been a physicist’s dream and a mathematician’s nightmare. To a physicist, the path integral provides a powerful and intuitive way to understand quantum mechanics, building on the simple idea that quantum physics is fundamentally a theory of superposition and interference of probability amplitudes. The “sum over histories” offers a framework for tackling problems ranging from Feynman diagrams to lattice chromodynamics, from quantum cosmology to superfluid vortices to stock-option pricing. To a mathematician, the path integral is at best an ill-defined formal expression. It is some sort of vaguely integral-like object involving a “sum” over a badly specified collection of functions, having an undefined measure, and whose value is apparently determined by a group of unclear and perhaps incompatible limits that may or may not yield finite answers.

Steven Carlip (Physics Today, October 2008)

Questo è un bellissimo esempio di come un matematico ed un fisico possano avere prospettive completamente diverse (vedi anche http://xkcd.com/435/).

n.b. Sono troppo pigro per tradurlo (e comunque tutti quelli che potrebbero trovarlo interessante conoscono l’inglese).

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Tralasciamo per un attimo il fatto che da un ex Mastelliano non è che ci si possa attendere incrollabile fedeltà alle proprie idee. Tralasciamo anche il fatto che gli attuali parlamentari sono tutti stati messi dove sono dai vertici dei partiti (e quindi Veltroni-Rutelli qualche colpa di aver dato un posto da senatore ad uno così ce l’anno).

La mia vera domanda è: ma era proprio necessario? Io non lo conosco ma, anche assumendo che Leoluca Orlando fosse veramente il miglior presidente della commissione di vigilanza RAI che si potesse desiderare, valeva la pena di impuntarsi come bambini delle elementari? Signori dell’Italia dei Valori: valeva proprio la pena di dimostrare al mondo che siete gente che non arretra di un millimetro se poi il risultato (prevedibile) è di trovarsi Villari nel mezzo? Non sarebbe stato meglio trovare qualcuno di decente a cui dare quella posizione? Nel vostro partito non avevate proprio nessuno di adatto?

Ogni tanto mi capita che colleghi o amici stranieri mi chiedano delucidazioni sulla situazione politica italiana. Ogni giorno faccio più fatica a fargli credere che quello che gli racconto è vero. Ora poi abbiamo proprio toccato il fondo (non dubito che da domani si inizierà a scavare).

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La scienza è un gioco by

17 Nov
2008

Se la scienza è sempre vista con un misto di ammirazione e paura le nanotecnologie vengono considerate dai non addetti ai lavori come qualcosa che sta a metà fra la promessa di un domani migliore e l’ordigno “Fine di Mondo“. Comunque vada parlare di nanotecnologie evoca oscuri laboratori dove figuri in camice giocano con i mattoni fondamentali della materia. Forse vi sorprenderà ma, almeno in alcuni casi, nanoparticelle e nanomacchine possono essere realizzate in maniera semplice, anzi semplicissima: così semplice che potete farlo nella vostra cucina senza rischiare di far esplodere nulla o di avvelenare qualcuno.

Il progetto “Open Source Nano” è ancora agli inizi ma qui potete intanto trovare una buffa ricetta per realizzare nanocristalli di magnetite in casa. Sperabilmente non avrete spesso a che fare con acqua contaminata da arsenico (i nanocristalli di magnetite sono un ottimo metodo per rimediare a queste contaminazioni) ma l’idea resta carina.

Se poi, da buoni profani, vi venisse voglia di metter le mani su uno dei più grossi problemi della biofisica moderna, il protein folding (ovvero come si ripiegano le proteine e quali effetti questo abbia sulle loro proprietà), potete provare a baloccarvi con fold.it , un gioco dove lo scopo è trovare un buon impacchettamento degli amminoacidi. Se lo si gioca collegati in rete i ricercatori che lo hanno creato saranno in grado di catalogare ed analizzare le strategie che abbiamo usato per superare i vari livelli ed implementarlinei complessi algoritmi che vengono utilizzati per risolvere questi problemi. Insomma, mentre vi divertite a torcere complicate strutture tridimensionali potete anche aiutare la ricerca!

Buon divertimento

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Soluzioni drastiche by

12 Nov
2008

La notizia del giorno (o almeno quella che si discute qui) è che il governatore del Molise guadagna più del governatore dello stato di New-York ed altre amenità del genere (fonte). A questo si aggiunge tutta una serie di uscite dei politici nostrani (in primis, ma non limitate a, le bellurie quotidiane del nostro beneamato presidente del consiglio).

Mentre riflettevo mestamente su tutto questo oggi sono stato folgorato da una rivelazione: in Europa le democrazie più solide e meglio funzionanti non sono democrazie, sono monarchie parlamentari. Belgio, Spagna, Inghilterra, Norvegia, Svezia, Danimarca e Olanda sono tutte monarchie parlamentari. Ora, io non lo so se questo ha qualcosa a che vedere col fatto che tutti questi paesi vadano molto più forte di noi ma l’idea che forse una correlazione ci sia mi è venuta. Certo, mica sono dei giardini dell’eden: in Belgio valloni e fiamminghi litigano così tanto che a breve rischiano di spaccare il paese in due, in Danimarca la destra è saldamente al potere dal 2001 (comunque si tratta di una destra liberale, non di una destra peronista come in Italia) ecc ecc: però non nascondiamocelo, ci piacerebbe essere la Norvegia, la Svezia o l’Olanda (magari mantenendo il nostro clima).

Ecco la mia soluzione ai problemi della nostra italietta è quella di trasformarci in una monarchia parlamentare. Oddio, la ex casa regnante italiana mi disgusta così tanto che non li vorrei certo in un posto di prestigio (fosse per me reintrodurrei l’esilio). Però magari potremmo prendere il re di un altro stato e convincerlo a venire da noi. Ad esempio Alberto II mi sembra un vecchino pacato, sensibile e ragionevole. Tra le altre cose pare che stia per abdicare e quindi a breve sarà un ex-monarca pensionato. Ecco signor Alberto, non è che avrebbe voglia di diventare il nostro re? Abbiamo un clima decisamente migliore di quello che può trovare a casa sua, mare, città d’arte e del buon cibo; sicuramente lei non potrà far di peggio di quello che hanno fatto i nostri politici dal dopoguerra ad oggi. Venga a colonizzarci, la prego!

  • poi un nero ha il diritto ad essere un politico disastroso come lo avrebbe un bianco, e questo è importante” (Giuseppe Visimberga)
  • President Bush eliminated the position of Special Assistant to the President for Science and Technology. There is still a Director of the White-House Office of Science and Technology Policy, who is frequently referred to by the press as the ‘Science Advisor’, but his office is not in the White House, nor is it next door in the Old Executive Office Building; he’s a block away in the New Executive Office Building. He might as well be in Alaska as he’s never consulted anyway. So your first job should be to restore the position of Science Advisor to the President to the importance it held under Dwight Eisenhower.” (Robert L. Park via Nature Physics)

Facciamo un esperimento mentale: immaginiamo di prendere un gruppo di persone a caso (se avete voglia potete provare a chiedere a chi vi sta intorno) e domandategli quali misteri ancora irrisolti della fisica gli vengano in mente. Le risposte che otterrete probabilmente includeranno il bosone di Higgs, la materia e/o l’energia oscura, l’origine dell’universo e cose del genere. Insomma, tutte cose che hanno a che fare con la fisica delle particelle o con la cosmologia. Magari ci saranno eccezioni ma quasi nessuno riuscirà a farsi venire in mente un mistero inspiegato della fisica che abbia una qualche attinenza con la vita quotidiana. Sarà per questo che la fisica (ma lo stesso giochino si potrebbe ripetere anche con la matematica e con la chimica) è percepita come una disciplina lontana dall’interesse quotidiano.

A ricordarci che, contrariamente a quello che molti pensano, siamo letteralmente circondati di fenomeni che necessitano di un’adeguata spiegazione arriva la copertina di uno degli ultimi numeri di Nature. Infatti nel numero del 23 di ottobre la copertina se l’è aggiudicata un gruppo di fisici dell’università della California che ha mostrato come, semplicemente srotolando un rotolo di scotch, sia possibile produrre abbastanza raggi X da fare una piccola radiografia.

Detta così la cosa sembra tanto surreale ed incredibile da far pensare ad una sorta di bufala o di scherzo (l’hanno pensato anche alcuni dei lettori di Attivissimo). Invece è la dimostrazione lampante del fatto che la natura sia sempre in grado di stupirci.

Ma andiamo per gradi: il fenomeno in questione si chiama triboluminescenza, ed è noto fino dal ‘600. Infatti all’epoca lo zucchero veniva trasportato in grossi blocchi e poi rotto in pezzi più piccoli per essere usato o venduto; quando si rompeva un blocco di zucchero (essenzialmente a martellate) in un ambiente poco illuminato (e nel ‘600 gli ambienti poco illuminati non dovevano mancare) si osservavano dei piccoli lampi di luce. Se prendete un cristallo di zucchero e lo strizzate con forza, ad esempio fra due pinzette, ed osservate con attenzione osserverete dei tenui lampi di luce (ne parla anche Feynman, nel suo Surely You’re Joking, Mr. Feynman!) . La stessa cosa se prendete un rotolo di scotch e lo tirate (ovviamente dovrete essere al buoi e con gli occhi ben adattati alle condizioni di poca luce, altrimenti non vedrete niente). Il colore della luce può variare ma sarà, in genere, rossastro.

Il bello della triboluminescenza è che, nonostante sia nota da 400 anni, ancora non si sa bene a cosa sia dovuta. Di teorie su quali ne sarebbero le cause ce ne sono a dozzine ma nessuno sa quale sia quella giusta (o se una qualsiasi tra le teorie proposte sia giusta). Insomma, si tratta di uno dei moltissimi fenomeni inspiegati di cui abbiamo (o potremmo facilmente avere) esperienza diretta ma sui quali nessuno studia. Un po’ perché, essendo poco fashion, è difficile trovare finanziamenti, un po’ perché è più facile venir attratti dai misteri del cosmo che da quelli nel cassetto della nostra scrivania.

Torniamo ai ricercatori californiani: quello che hanno scoperto (tra l’altro con un esperimento di una semplicità disarmante) è che la triboluminescenza ottenibile da attività comuni (come lo srotolare lo scotch)  permette di ottenere non solo tenui lampi di luce, ma anche degli impulsi di raggi X. Per ottenere della radiazione X è necessario che il tutto sia sotto vuoto (quindi nessun rischio per i comuni utilizzatori di scotch) ma comunque, nel loro esperimento, i ricercatori californiani dimostrano che la quantità prodotta è tutt’altro che trascurabile. Risulta infatti sufficiente per impressionare delle piccole lastre per radiografie.

Piccola nota tecnica: il picco di emissione degli X è a 15 KeV ma la distribuzione ha code ben oltre i 40 KeV normalmente necessari per impressionare la lastre da radiografia.

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