Oratoria by

9 Feb
2009

Appunto mentale: quando vuoi fare un discorso generale non fare MAI un esempio. Invece che chiarire il tuo pensiero l’unico effetto ottenuto sarà che tutti si focalizzeranno sull’esempio e perderanno la visione d’insieme. (se indichi la luna guarderanno il dito, ma se indichi l’universo il fatto che guardino la luna non è che sia ‘sta gran soddisfazione…)

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Ingredienti: un vandalismo su Wikipedia, qualcuno che lo prende per oro colato, un giornalista che non sa esattamente di cosa si parla e il diretto interessato. Shakerare rapidamente e osservare il botto.
Poi prendere lo straccio e iniziare a ripulire.

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Fuori dal coro by

5 Feb
2009

Sulla loro pagina internet non ne trovo traccia ma pare che oggi, su La Stampa, sia comparsa un’intervista, riguardo al “caso Englaro”, con l’arcivescovo Giuseppe Casale dall’esplicativo titolo
Lasciamola morire in pace come facemmo con Giovanni Paolo II“. La trascrizione dell’intervista la potete trovare un po’ dappertutto (ad es qui).

Nonostante tutto sembrasse indicare il contrario pare ci sia ancora vita intelligente su questo disgraziato pianeta.

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Sporchi immigrati ci rubate lavoro

Buffo, ho come una sensazione di deja-vu. Quasi come se io una frase del genere l’avessi già sentita gridare. Forse invecchio ma il punto è che mi suona proprio familiare. Oddio, “British jobs for British workers” però non mi fa suonare lo stesso campanello. Si vede che l’avevo sentita in italiano. Magari urlato da quelli che considerano gli immigrati dei sub-umani senza morale di cui è bemne non fidarsi e che andrebbero ricacciati a casa loro a colpi di cannone (e che adesso si scandalizzano se gli inglesi si comportano nello stesso identico modo con noi).

Buffo come sia difficile per qualcuno non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

Non ragionevole by

30 Gen
2009

Magari Obama non sarà il messia che salverà il mondo. Magari le sue buone intenzioni affogheranno nel mare magnum della realpolitik. Magari non ha nemmeno mai avuto vere e proprie buone intenzioni ed è stato tutto un trucco per vincere le elezioni.

Fatto sta che qualche cosa di decente da quando si è insediato lo ha già fatto: ad esempio ha dichiarato che l’uso della tortura non è accettabile e che vorrebbe chiudere la prigione di Guantanamo ed accettare solo metodi permessi dalla convenzione di Ginevra (fonte). Intanto aveva chiesto di congelare i procedimenti penali contro i prigionieri di Guantanamo in attesa che il suo gabinetto avesse il tempo di riconsiderare le politiche di governo al riguardo. Ottimo, bene, bravo.

È però di ieri la notizia che il giudice militare Colonnello James L. Pohl ha definito “non ragionevole” la richiesta del suo presidente (è nelle sue facoltà) e si appresta a continuare inperterrito il processo contro Abd al-Rahim al-Nashiri (accusato di aver pianificato un attacco terroristico ad una nave militare americana nel 2000 dove hanno perso la vita 17 persone).

La decisione del giudice può ancora essere ribaltata dal Pentagono ma questa mi sembra una dimostrazione chiara (se ce ne fosse mai stato bisogno) che l’amministrazione di Obama sarà tutt’altro che liscia e scorrevole.

(fonte)

Immagino che ci dovremmo vergognare di essere una delle nazioni sviluppate (sviluppate?) che legge meno i giornali. Tuttavia ogni tanto (ogni spesso) sui giornali compaiono cose che mi fanno sospettare che magari un motivo se i giornali non li leggiamo ci sarà.

È anche vero che la pagina di “tecnologia” è un po’ la figliastra non voluta di quasi tutti i quotidiani. Un luogo da riempire per poter dire “noi facciamo divulgazione scientifica” ma considerata poco sotto la pagina dei necrologi in ordine di importanza. Ma quello che ci si trova scritto troppo spesso assomiglia più ad un insulto all’intelligenza dei lettori che ad un articolo giornalistico.

La pietra dello scandalo questa volta è questo coso su Repubblica (mi ripugna chiamarlo articolo). Pare che un tal John Pederson (sulle cui qualifiche scientifiche in rete non ho trovato nulla), fondatore della LVX System (anch’essa sconosciuta a google) abbia realizzato un “nuovo sistema di diffusione della banda internet, non più basato sulle radiazioni di un access point WiFi ma tramite Led luminosi“. La possibilità di connettersi ad internet senza cavi (il celebre WiFi) è ben nota a tutti e ampiamente utilizzata nelle nostre case ma questa “novità” promette connessioni senza fili velocissime, esenti da interferenze e (soprattutto) prive di quell’odioso “inquinamento elettromagnetico”.

Vediamo come funziona questo capolavoro della scienza e della tecnica: invece di avere una o più antenne a giro per la casa che sputano “pericolose” onde radio in tutte le direzioni si sfruttano dei comuni Led (tipo quelli che vi indicano se il vostro monitor è acceso o meno).  L’intensità della luce emessa viene modulata in modo tale da trasportare il segnale che ci interessa e, dall’altro lato, un comune fotodiodo raccoglie questa luce e la ritrasforma in un segnale elettrico. Trasmissione dei dati avvenuta. Rapida ed indolore.

I più attenti di voi avranno notato che questo modo di procedere è stranamente familiare. In effetti si tratta dello stesso identico principio con cui funziona il telecomando del mio (e del vostro) televisore. Un led (in questo caso nell’infrarosso) emette un segnale modulato in ampiezza ed un fotodiodo (solitamente collocato sotto lo schermo) si preoccupa di raccoglierlo ed interpretarlo. Nulla di fantascientifico, il primo brevetto di un telecomando è dovuto a Nikola Tesla e risale al1898. Già nel 1930 erano cose di utilizzo comune; nemmeno mia nonna vi trova nulla di futuribile. Eppure Repubblica (ma non solo) cerca di venderci questa “invenzione” come l’ultimo ritrovato della scienza e della tecnica.

Non contenti di spacciare tecnologie vecchie un secolo come grandi novità i giornalisti di Repubblica (taccio il nome del malcapitato che ha firmato questo obbrobrio per pietà, se siete curiosi andatevelo a cercare da soli) si spingono fino a dire che avrebbe “evidenti effetti positivi perché limita l’inquinamento elettromagnetico”. Ora io non so dove costui abbia studiato ma che la luce (visibile, infrarossa o ultravioletta) sia una radiazione elettromagnetica esattamente come le onde radio a me lo hanno insegnato alle medie. Quindi nessuna riduzione del quantitativo di campi elettrici e magnetici emessi ma un banale cambiamento di lunghezza d’onda (per una discussione sul problema dell’inquinamento elettromagnetico vi rimando ad un mio vecchio post).

Insomma, abbiamo un tizio americano che ha speso “10 anni di lavoro, nonché […] oltre 3 milioni di dollari” per reinventare il telecomando. La notizia dovrebbe essere che qualche pollo ci è caduto ed ha pensato che fosse un’idea geniale. Qualcuno si è persino spinto a dire che il più evidente difetto di una tecnologia del genere (ed il motivo principale per cui nessun ingegnere serio si è messo a sviluppare cose del genere), ovvero il fatto che è terribilmente a corto raggio e direzionale (ovvero se il telecomando non è più o meno puntato verso il fotodiodo col cavolo che trasmette informazioni e che basta che un foglio di carta si frapponga fra il led ed il fotodiodo per bloccare la comunicazione), sarebbe un grande vantaggio in termini di sicurezza. Insomma, siamo alla fiera dell’assurdo. Fossimo nel paese di Acchiappacitrulli ‘sta gente finirebbe di corsa in galera.

Leggi anche: Scardovi

Ovvio no? by

27 Gen
2009

Riassunto delle puntate precedenti:

L’Università degli Studi di Firenze è al collasso economico. Peggio di noi credo sia messa solo l’università di Siena. I motivi del collasso sono molti: non ultime una lunga serie di scelte di edilizia universitaria che definire avventate è poco (ad esempio quel teatro dell’assurdo che è stata la realizzazione della mensa studentesca del polo di Scienze Sociali di Novoli). Magari non sarà tutta tutta colpa sua ma a capo dell’università c’è il “magnifico rettore” Augusto Marinelli ed il capo ha sempre (o almeno avrebbe in un luogo dove la logica regnasse sovrana) una parte consistente della responsabilità.

In seguito alla celebre (o infame, decidete voi) legge Gelmini adesso le università possono trasformarsi in fondazioni private. Cosa hanno deciso allora i volponi di turno? Che l’università di Firenze si trasformerà sì un fondazione, ma sarà una fondazione essezialmente in mano alla regione Toscana e quindi a controllo politico e non spinta da una sana competizione economico/scientifica (che sarebbe l’unico vantaggio teorico di una fondazione). Come ciliegina sulla torta a capo di questa fondazione (3 fondazioni per la verità, a noi piace renderci la vita complicata) chi ci metteranno? Vediamo se indovinate.

Bravi! Precisamente il colpevole (o almeno uno dei principali indiziati) dell’attuale sfascio economico dell’ateneo fiorentino.Augusto Marinelli. Ovvio no?

(fonte)

Mille e non più mille by

26 Gen
2009

Oggi abbiamo superato la soglia psicologica dei mille messaggi di spam nei commenti.

Nel fare i miei auguri a questo blog (l’età di un blog la si misura dal numero di spam ricevuti) offro a tutti voi lo Spam primigenio!

Buona carne in scatola a tutti.

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Berlusconi: “Volevo essere al Senato per il voto di una riforma importante, che porta l’Italia ad essere uno Stato moderno e federale come Gran Bretagna, Germania e Belgio” (fonte)

Col federalismo fiscale si può essere d’accordo o meno, ma che i rapporti fra i vari stati che compongono Gran Bretagna, Germania e Belgio non siano esattamente idilliaci lo sanno anche i sassi (in Belgio sono andati ad un passo dalla secessione non più di due mesi fa). Prenderli come fulgido esempio di convivenza civile e buona organizzazione dello stato mi pare quantomeno improprio.

Knol.. what? by

21 Gen
2009

Ieri stavo leggendo un po’ di alert sulla pubblicazione del centomillesimo knol e post correlati.
Mi è capitato di aprire Knol credo al massimo un paio volte e tutte perché lo cercavo espressamente; non mi è mai successo di arrivarci da un risultato di una ricerca in google.
Le visite su Knol erano tutte legate alla ricerca di info sul temibile concorrente di Wikipedia, info per altro mai trovate.

Pensieri sparsi:
* la prima cosa che ho notato è stata l’assenza di informazioni sul progetto (magari sono io tonta che non le trovo, eh..): non sono riuscita a trovare da nessuna parte l’info su quanti knol in italiano esistano
* l’indice è illeggibile: ci sono nomi di knol duplicati che però in realtà hanno contenuti diversi (ad esempio due parti dello stesso knol)
* Un knol è un articolo autorevole su un argomento specifico. è una affermazione falsa e tendenziosa. L’autorevolezza non la si compra al mercato per un tanto al chilo e quanto alla specificità degli argomenti, beh, ci sono esempi di knol che ricordano molto certe email che gmail mi classifica direttamente come spam.
* tutto il processo in sé (compresa la gestione delle licenze) mi sembra molto macchinosa

Marco Zamperini sul suo blog chiede “Cosa potrebbe accadere se Google, a differenza di quanto fatto fino adesso, cominciasse a spingere molto di più Knol, per esempio nei risultati delle ricerche? Wikipedia sarebbe in grado di resistere alla pressione?”. Io credo di sì.
Knol ha dei seri problemi strutturali e tutto sommato uno scopo poco chiaro (che bisogno c’era di Knol?) e comparire ai primi posti nelle ricerche non risolverebbero certo il problema. Se domani chiudesse, uno qualunque degli autori di un Knol se ne accorgerebbe?
Io temo di no.

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