Wiki, web2.0, copyright, Wikipedia, Wikimedia, GNU, Creative Commons
È ufficiale, i dev di MediaWiki stanno lavorando all’integrazione di OpenStreetMap (OSM) in Wikipedia e in tutti gli altri progetti Wikimedia!
OpenStreetMap, come il nome lascia intuire e come scritto su Wikipedia, è un progetto collaborativo per creare mappe a contenuto libero (CC-BY-SA) usando dati da dispositivi GPS portatili e altre fonti libere.
Ulteriori riferimenti: la pagina di coordinamento wikimediana e quella su OSM.
@update: Florence ne parla qui.
Questo weekend sono stata a Berlino, per il Wikimedia Chapters Meeting, un evento che raccoglie una cinquantina di persone da più di 20 paesi diversi, che si confrontano sull’operato dei rispettivi capitoli nazionali e con Wikimedia Foundation.
I casi più eclatanti degli ultimi sei mesi sono stati:
1. Wikimedia Deutschland: la più grande biblioteca tedesca (Land Library of Saxony – State and University Library Dresden -> SLUB) ha rilasciato con licenza Creative Commons – Attribution – Share Alike (cc-by-sa) 250.000 immagini
2. Wikimedia New York ha creato il progetto Wikipedia Loves Art in collaborazione con diversi musei (idealmente in tutto il mondo): si tratta di un contest che invita i visitatori dei musei a fotograrne le opere e a rilasciare le immagini col licenza libera
3. Wikimedia Deutschland: l’archivio federale tedesco ha rilasciato circa 100000 foto con licenza Creative Commons – Attribution – Share Alike (cc-by-sa)
La cosa buffa (si fa per dire) è che da quando ha siglato l’accordo, il Bundesarchiv ha visto triplicare gli accessi al suo sito e raddoppiare la vendita delle immagini.
Ora.. è possibile che quando in Italia proviamo a proporre qualcosa del genere la gente inorridisca quando gli diciamo che la clausola “nc” (non commercial) non la possiamo accettare? Per non parlare della “nd” (no derivative)!
Succederà prima o poi anche da noi che qualcuno si accorga che se la pubblicità è l’anima del commercio, allora la content dissemination unita alle licenze libere ha un enorme potenziale, porta visibilità e fa miracoli per la reputazione?
@update: Bundesarchiv and Wikimedia Commons presentato al quinto Communia Workshop, a Londra
@update: come mi segnala Ilario nei commenti, anche Wikimedia CH ci mette del suo 😉
Search Wikia, il primo motore di ricerca collaborativo, chiude, lo ha annunciato ieri Jimmy Wales sul suo blog:
while I personally believe in the opportunity for free software to make serious inroads into the search space, our project, Wikia Search, has not been enjoying the kind of success that we had hoped.
In a different economy, we would continue to fund Wikia Search indefinitely. It’s something I care about deeply. I will return to again and again in my career to search, either as an investor, a contributor, a donor, or a cheerleader.
But for now, we will be closing the doors on the Wikia Search project (as of March 31, 2009) and will be re-directing and refocusing resources on other Wikia.com properties, especially on Wikianswers.
..come un cd omaggio allegato a Windows95, nel lontano 1996. Poche informazioni in italiano, qualche difetto di navigazione, ma belle foto. Era l’epoca delle enciclopedie su cd e in fin dei conti non ne ho mai vista una che mi soddisfasse (argh!) soddisfacesse.
Non credo che verserò calde lacrime per la sua dipartita.. piuttosto: chissà se Microsoft avesse voglia di fare un’uscita in grande stile, rilasciando i contenuti con licenza libera..
Se ne parla anche qui
@update: mentre la notizia rimbalza ovunque, mi segnalano questo dove scopro che citano una critica a Encarta sull’aggiornamento presa da en.wiki, che nel frattempo è stata rimossa perché priva di fonti.. come a ricordare che Wikipedia è sempre aggiornata! (poi ti credo che il mondo crede, e scrive, che Encarta chiude per colpa di ‘pedia..)
Nella cronologia della voce su en.wiki si scova una versione che riporta tra le critiche a Encarta lo scarso aggiornamento (il filosofo politico John Rawls morto sul finire del 2002 risultava ancora in vita nella prima edizione di Encarta 2005).
@update: Andrew Lih sul suo blog recupera il commento di Tom Corddry (del team di Encarta) alla vicenda
Oggi si festeggia il compleanno del wiki: 14 anni fa lo zio Ward lanciò la prima community Wiki, come esperimento all’interno del Portland Pattern Repository (su ‘pedia: zio Ward, Portland Pattern Repository, wiki).
Ieri la NASA e Microsoft hanno sottoscritto un accordo per rendere accessibili online i contenuti più interessanti prodotti da NASA (immagini planetarie e dati) tramite il WorldWide Telescope, un progetto di Microsoft. (su ‘pedia: WorldWide Telescope).
Su Wired.com dell’altro ieri si trova la notizia sconvolgente che l’MIT ha deciso di rendere disponibili online gratuitamente tutti i loro articoli.
Domenica Wikimedia Italia ha iniziato il processo per diventare APS (Associazione di Promozione Sociale) modificando il proprio statuto (su corriere.it: parlano i “wikipediani” del Bel Paese).
N.B. Lo so che il mondo non è iniziato dai dischi in vinile e che ho tralasciato una dozzina di alternative e sviluppi tecnologici vari. Concedetemi un minimo di iper-semplificazione 😉
Un tempo la musica la si ascoltava dai dischi in vinile ed il video (per i più volenterosi) lo si vedeva da pellicola, poi arrivarono le audiocassette. Compatte, resistenti (più di un vinile se non altro) e con la possibilità di leggerle e scriverle tramite apparecchi compatti le audiocassette permettevano un ascolto agevole della musica con una qualità non eccelsa ma ragionevole. Il video su un’audiocassetta proprio non ci stava e così, svariati anni dopo, vennero introdotte le videocassette che, con un volume un po’ più abbondante rispetto alla normale audiocassetta, permettevano tranquillamente di vedere, copiare e trasportare3 ore buone di video. Audiocassette e videocassette sono state una rivoluzione. Quello che prima era un rituale per iniziati diventava comodo ed accessibile a tutti. Non c’è da sorprendersi che mangianstri e videoregistratori fossero presenti in praticamente tutte le case.
Poi siamo passati a CD e DVD. Il vantaggio dei dischi ottici non è mai stato tanto la capienza (un album musicale o un film stavano tranquillamente su una cassetta), la resistenza (CD e DVD sono spesso più fragili delle cassette) o la qualità . I vantaggi fondamentali sono stati la versatilità ed il passaggio ad un supporto digitale. Questo passaggio è infatti coinciso con l’inizio della lenta transizione dei pc da macchine da lavoro (o, al più, da gioco) a centri multimediali. Su un CD/DVD ci metto i dati che più mi piacciono (musica, film, libri) e poi me li vado a riprendere come e quando voglio, senza dover far scorrere un nastro per beccare dove inizia ciò che mi interessa. Non c’è da stupirsi che lettori CD e DVD sianoa tutt’oggi presenti in quasi tutte le case.
Poi è arrivato il blu-ray. I blu-ray promettono di archiviare fino a 50 Gbyte di dati (due o tre film in alta definizione) con le prossime evoluzioni ma la domanda mi sorge spontanea: se ne sentiva proprio la mancanza? A che bisogno del mercato rispondono? Sicuramente non al bisogno di supporti più compatti dato che i blu-ray sono delle stesse identiche dimensioni dei CD. Nemmeno ad un bisogno di resistenza meccanica (CD e DVD hanno la brutta tendenza a smettere di funzionare quando ne viene graffiata la superficie) dato che lo strato protettivo dei blu-ray è così sottile che basta un nonnulla per rendere inservibile il tutto. Le funzionalità offerte dai blu-ray poi sono pressappoco le stesse dei DVD. L’unico vantaggio reale è la capacità di archiviazione che permette di far stare un film in alta definizione su un unico supporto. Il problema è che, anche dando per scontato che quasto bisogno di capacità di archiviazione sia reale e sentito, il blu-ray è la risposta sbagliata.
Un’alternativa? Ad esempio le memorie a stato solido. Proviamo a fare un paragione fra un blu-ray ed una scheda SD:
* Partiamo dalle dimensioni: un blu-ray (così come un CD o un DVD) è un disco con diametro 12 cm (11310 mm quadri) mentre una scheda SD standard è un rettangolo 24×32 mm (768 mm quadri). Gli spessori sono comparabili. Ergo: un blu-ray è quasi 15 volte più ingombrante di una scheda SD. Esistono poi gli standard mini e micro SD che sono, rispettivamente, 20×21.5 mm e 11×15 mm.
* Resistenza meccanica: un blu-ray (come CD e DVD) è sensibile soprattutto alla flessione. Infatti, essendo molto largo e sottile, basta poco per deformarlo quel tanto che basta a renderlo inutilizzabile. In più i dischi ottici sono anche molto sensibili agli urti laterali; se vi cascano di taglio in terra hanno la brutta tendenza a fratturarsi radialmente come tante fette di torta. Per peggiorare le cose i bly-rayhanno uno strato protettivo di 0,1 mm contro gli 0,6 dei DVD. Di conseguenza bastano graffi molto più lievi per rendere il tutto inutilizzabile (c’è da dire che lo strato protettivo di un blu-ray è più duro di quello di un DVD e quindi, a parita di sfregamento, i solchi lasciati sono minori). Una scheda SD non sarà indistruttibile ma la si può tranquillamente portare a giro in tasca, farla cadere, bagnarla, strusciarla sul pavimento senza che questo produca un degradamento dei dati contenuti. Ovviamente una SD non è indistruttibile: se la flettete con forza o la prendete a martellate potete dirgli addio. Entrambi i supporti poi sono egualmente sensibili alle alte temperature: se ve li scordate sotto il sole cocente di agosto non sperate di leggerci qualcosa dopo.
* I lettori: un lettore per un blu-ray deve essere, per necessità , largo almeno quanto il disco stesso. In più c’è bisogno del posto per il motorino che lo fa girare, per il laserino e per il gruppo ottico. Un lettore per schede SD non ha bisogno di motori di nessun genere (il che migliora anche la silenziosità e la durata temporale del lettore) e può essere poco più grosso della scheda stessa. Non è un caso che gran parte dei cellulari permettano di ampliare la memoria attraverso una minuscola porta micro SD.
* Il costo al gigabyte (ovviamente indicativi): un blu-ray della Verbatim da 25 Gbyte costa poco meno di 10 euro. Una scheda SD da 16 Gbyte poco meno di 30. Ergo: una scheda SD costa oltre 4,5 volte più di un blu-ray come prezzo al Gbyte.
* Velocità di scrittura: Un tipico blu-ray 2x permette di scrivere 72 Mbit al secondo. Si parla di blu-ray 8x che potrebbero scrivere fino a 288 Mbit al secondo. Una tipica scheda SD di classe 6 (40x) permette di scrivere 6 Mbyte al secondo e le specifiche 2.0 prevedono velocità fino a 200x (30 Mbyte al secondo). Confrontare Mbit con Mbyte richiede una certa dose di inventiva dato che non è ovvio sapere se il fattore di conversione sia 8, 10 o qualche altro numero esoterico; comunque sia a spanne direi che i blu-ray sono un filo più veloci delle schede SD e lo rimarranno anche nel prossimo futuro.
In conclusione: allo stato attuale delle cose i blu-ray sono il supporto portatile più capiente (se si escludono gli hard-disk ssd che però sono ancora troppo costosi e tutte le soluzioni poco trasportabili tipo dischi rigidi o nastri da backup) e più veloce disponibile in questo momento sul mercato. Tuttavia è anche ingombrante, fragilissimo e necessita di lettori ingombranti e rumorosi. Le memorie allo stato solido invece sono una tecnologia emergente che sta facendo passi da gigante e non mi stupirebbe troppo che sopravanzassero i dischi ottici sia un capienza che in velocità in pochi anni.
E allora perché i blu-ray vengono spinti tanto dalle industrie? Sarà mica che, per vendere, avevano bisogno che noi si rinnovasse il parco dei lettori (e dei televisori)? Sarà mica che oramai hanno speso così tanti soldi su questa tecnologia (Sony in primis) da non potersi permettere di farsi sopravanzare da una tecnologia più innovativa e più “giovane”?
Ciascuno è libero di fare quello che preferisce ma io continuerò a vedere i film su DVD (la cui qualità mi pare soddisfacente) nell’attesa che memorie a stato solido e gli hard-disk multimediali facciano scomparire i fossili del passato.
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