Oltre a morti, feriti, gente rimasta senza casa e/o senza lavoro il terremoto in Abruzzo ha (avrà) anche un’altra conseguenza: farà salire il PIL dell’Italia per i prossimi anni. Infatti una casa costruita con criteri anti-sismici subisce pochi danni e, una volta costruita, richiede pochissima manutenzione per i decenni a venire. Invece una casa fatta di sabbia vien giù alla prima scossa e questo genera investimenti e nuovi posti di lavoro. Quando fra qualche mese il governo mostrerà con fierezza che il nostro PIL non è andato così male come ci si aspettava il merito non sarà delle politiche economiche o di Confindustria (anche se loro cercheranno di farci credere il contrario) ma del terremoto. Cerchiamo di ricordarcelo.

Tra le altre il prossimo politico/economista che mi arriva al telegiornale a pontificare su quanto è importante far crescere il PIL a tutti i costi lo terremoto di persona.

Lo spunto per questo post mi è venuto ascoltando Grazie per averci scelto.

Earthquake by

24 Apr
2009

[Un amico mi ha girato via mail questa. Io gli ho risposto così..]

Troppo tardi.
Abbiamo già svuotato gli armadi di vestiti di cui potevamo fare a meno e abbiamo invitato gli amici che abbiamo visto a Pasquetta a portarci i loro vestiti e del cibo a lunga conservazione, perché un collega di Jollyroger lavorava prima per una ditta abruzzese e ha messo in piedi un “collegamento” diretto.
Capisco quel che scrive quel signore, ma non ci sto.
Non mi va giù che l’applicazione dei principi corretti debba passare sulla pelle e sulle sofferenze di chi sta già male.. preferisco pensare che abbia più senso aiutare queste persone, perché forti della nostra collaborazione ci aiuteranno domani a *pretendere* che le scuole dell’Aquila siano scuole, che gli edifici vengano costruiti secondo tutti i crismi antisismici, ecc.

Un camposanto non è in grado di lanciare nessun grido di aiuto e dà dei moniti solo a chi li vuol sentire.. le persone, invece, hanno sempre tante possibilità di fronte a loro.

  • More
  • Commenti disabilitati su Earthquake

Wikimedia in arancio by

23 Apr
2009

Wikimedia Foundation annuncia oggi di aver firmato una partnership triennale con Orange, telco francese.
Il lancio inizialmente riguarderà Francia, Inghilterra, Polonia e Spagna ma l’obbiettivo sono tutti i territori serviti da Orange, per un totale di 175 milioni di possibili utenti.

Tema dell’accordo è l’integrazione dei contenuti Wikimedia sui canali web & mobile di Orange e aprire la strada a nuovi canali da realizzare congiuntamente, nonché per esplorare nuove modalità di accesso e diffusione della conoscenza libera. Le aree di collaborazione identificate per la prima fase comprendono:
* la creazione di un canale Wikipedia sui portali mobile e web
* arricchimento dei portali esistenti con collegamenti a Wikipedia
* sviluppo di widget per pc e mobile, per migliorare l’accesso alle informazioni

L’accordo, non esclusivo come è abitudine e filosofia di WMF, è il primo nel suo genere e aiuterà Wikimedia a raggiungere un bacino di utenti ampio e diverso da quello abituale (il mondo mobile) e contribuirà economicamente al sostegno dei progetti.

Ulteriori informazioni:
* Comunicato stampa
* FAQ sulla partnership
* Wikimedia blog
* Video

@update: di telco e social network si parla molto in questi giorni. Una panoramica veloce di quello che bolle in pentola qui

  • Cassettato in: wiki

XXX by

21 Apr
2009

Da quando ero bambino ad oggi, la politica mi ha sempre attratto. Se ora distinguo l’ideale dal compromesso, prima ero più attirato dai colori e dai significati dei simboli dei singoli partiti. Mi divertiva la sola idea di elencare e riprodurre in maniera poco ortodossa le varie icone.

È una passione che non è del tutto sfumata, quella di visionare e conoscere gli stemmi delle varie esponenze. Oggi, sul Corriere.it, è comparso l’elenco dei partiti iscritti alle Europee. Ai vecchi Forza Italia, DS, Margherita e altri (posti in elenco per evitare inopportune quanto abusive clonazioni) si affiancano i vari PD, Lega, PdL. Senza escludere un’altra settantina di liste.

Abbiamo così associazioni che si basano su realtà locali (su tutte il Sudtiroler Volks Partei, ma anche Leghe del sud e del meridione, comunità alpine e autonomisti vari), o su mere utopie (Casta contro, Giustizia sociale), o su nostalgie (dai Giuristi del Sacro Romano Impero all’Uomo Qualunque o la Destra Libertaria), o ancora su associazioni di categoria (Associazioni di imprenditori e operai, movimento giovani poeti d’azione – vedere per credere -, movimento autonomo degli autotrasporatori europei -!-), non dimenticando paradossi e “promozionalità” (il capolavoro di “non Serve non voto”, “Pro Zeitgeist” – lo spirito del tempo, con tanto di dominio youtube incomprensibilmente in cima -, “Preservativi gratis” e “Impotenti esistenziali” compresi).

La curiosità viene proprio dalle cosiddette liste civetta. A riguardo di esponenze aventi per ideale la diffusione senza costo dei preservativi, unite con quelle di coloro i quali sono costretti a prendere il Viagra per “riattivare i flussi”, si accostano “Italia nei Malori”, “Italiani, poca cosa?”, “donne insoddisfatte e incomprese”. La curiosità di queste ultime liste citate, oltre alle originali denominazioni, all’essere compattamente presenti in tutte le circoscrizioni e agli ideali (?) di fondo, è costituita dallo stato che tutte presentano l’indicazione del creatore: un certo “Dr. Cirillo”, la cui voce non è presente neanche su Wikipedia.

Girando per il web, scopro che sarebbe un sessuologo e psicologo casertano, che si presenta ad ogni competizione elettorale, prendendosi il lusso di dare del “bacchettone” a politici nazionali. Personaggio estroso con un bel po’ di soprannomi: “Condom King”, “il Generoso” o “Dr. Seduction” tra i tanti. Sembra crederci realmente; d’altronde per le provinciali casertane ha preso lo 0,3% dei consensi…

Altra particolarità, da prendere con minor beneficio d’inventario. Le votazioni sono – lapalissiano dirlo – a suffragio universale: a segnare la scheda con X va qualsiasi genere di categoria sociale. Eppure non sembra che il simbolo della Destra Sociale – Fiamma Tricolore ricalchi quello ormai archiviato di Alleanza Nazionale? E la lista dei Grilli Parlanti non potrebbe equivocarsi con un richiamo al polemista Beppe Grillo?

Ma il Viminale, un domani, analizzerà, anche sommariamente, qualcuna delle situazioni da me indicate? Viceversa, come ebbi già modo di scrivere in un’altra sede, in futuro sarà accettabile per davvero la lista “Minchia nel Pugno“.

  • More
  • Commenti disabilitati su XXX

Scale e terremoti by

21 Apr
2009

La scala Richter, a differenza della scala Mercalli che indica in maniera soggettiva e qualitativa la quantità di danni provocata da un terremoto infischiandosene della sua reale intensità, misura l’ampiezza delle oscillazioni di un terremoto basandosi sulla traccia lasciata su di un sismografo, fornendo così una misura oggettiva della sua intensità.

Le due scale sono ben distinte. Se un terremoto molto potente si abbatte nel bel mezzo del deserto del Gobi i danni saranno limitatissimi e quindi il suo valore, secondo la scala Mercalli, sarà molto basso. Viceversa un terremoto di modesta entità che colpisca una baraccopoli plausibilmente raderà tutto al suolo.

Una caratteristica importante della scala Richter è di essere una scala logaritmica. In particolare non si misura l’ampiezza delle oscillazioni ma il loro logaritmo in base 10; di conseguenza un terremoto di grado 4 sarà 10 volte più intenso di un terremoto di grado 3 e 100 volte più intenso di un terremoto di grado 2 (e così via). Un altro punto importante da tenere di conto è che l’energia liberata da un terremoto non è direttamente proporzionale all’ampiezza delle oscillazioni ma scala con un esponente 3/2. Un terremoto di magnitudine 4 quindi non libererà 10 volte più energia di uno di magnitudine 3, ma 101.5=31.623 volte di più. La scossa di magnitudo 6.3 del 6 aprile ha quindi liberato circa 90.000 volte più energia delle scosse di magnitudo 3 che avvengono in questi giorni. I giornali, probabilmente galvanizzati dalla spettacolarizzazione del dolore, hanno anche iniziato ad avvisarci di ogni piccola scossa di magnitudo 2.5 anche se questi rilasciano un’energia 500.000 volte inferiore alla scossa del 6 aprile.

Una breve occhiata ad una tabellina riassuntiva sugli effetti tipici dei terremoti di varie magnitudini dovrebbe però tranquillizzare: un terremoto di grado inferiore al 4,5 non ha praticamente alcun effetto e non dovrebbero esserci danni seri (a meno che non abitiate in un castello di sabbia) almeno fino al quinto grado.

Botta e risposta by

16 Apr
2009

Ho cercato di trattenermi. Non ci sono riuscito, mi dispiace.

Una settimana di polemiche è scaturita a seguito della trasmissione Annozero, già vespaio di critiche continue dalla sua nascita. Tra Travaglio, Santoro e Vauro è pressoché impossibile che non sorga un argomento di discussione.

Specie se tra gli ospiti, poi, siedono il direttore de Il Giornale, Mario Giordano (quello che, per chi se ne fosse dimenticato, dirigeva già lo Studio Aperto dell’orsetto Knut – e questo potrebbe dirla lunga), contrapposto al candidato IdV e già magistrato (ora inquisito) Luigi De Magistris. Tema di discussione, il sisma dei giorni scorsi (sarebbe lapalissiano dire che in puntata erano presenti anche esperti e altri politici).

Temi di dibattito, tra i vari: mancata tempestività dei soccorsi, drammi familiari e stabilità delle strutture (in particolare casa dello studente e ospedale). Indignazione politica successiva. Santoro & C. avrebbero speculato, secondo la maggioranza, su una grave situazione, lanciando accuse inesistenti o non verificabili, comunque inopportune. Cosa certa, indipendentemente dalle campane suonate, è che il lavoro di Protezione Civile e affini è stato efficace, ma, visto il casino, era impossibile aiutare chiunque nello stesso momento. Una questione di logica, più che di denunce e scusanti da destra e manca, dirigenti e opinionisti.

A rincarare la dose Aldo Grasso dalle colonne del Corriere e Bruno Vespa tramite lettera aperta (sempre a proposito di vespai, no?). Quest’ultimo sostiene che l’ex eurodeputato per 14 mesi, ora tornato giornalista, sarebbe un “privilegiato” e che Porta a Porta sarebbe stato chiuso se avesse presentato scalette come quelle di Santoro. Bene: una puntata, ormai celebre, finì a calci. Per cosa simile, ma di minor conto, Mara Venier perse in pratica il posto in RAI.

Ancora paragoni? Orbene, affermare che le frasi fraintendibili di alcuni politici sono temi irrilevanti, renderebbe per sillogismo irrilevante anche la vignetta di Vauro sulle “cubature dei loculi dei terremotati“, con ovvio riferimento al Decreto sul piano casa che, per una “dimenticanza”, non accennava alle garanzie antisismiche. Il disegnatore de Il Manifesto è stato sospeso dai vertici RAI, per una puntata. Stante il dubbio gusto della satira, in questo caso.

Tre anni fa, un altro noto politico sfoggiò ridendo una maglietta ironizzante su Maometto (si, quei disegnini per i quali continuano ancora conflitti diplomatici tra Danimarca e mondo islamico). Lui non fu mica cacciato, né dalla TV, né dal Parlamento. Anzi, ora siede dietro la scrivania di un ministero. Senza portafoglio, sia chiaro. Cercando il pelo nell’uovo, hanno destato scandalo i dati auditel diffusi dall’anchorwoman di Riotta qualche giorno fa. Proprio Riotta ora dirige Il Sole 24 Ore, mentre la Petruni oggi era inviata sul luogo del terremoto.

Per consolarsi, la redazione di Santoro ha sostituito Vauro con Sabina Guzzanti. Almeno per stasera

P.s. Accontentarne uno per deluderne cento, possibilmente andando contro legge. Dimostrazioni continue degli “ideali politici”.

  • More
  • Commenti disabilitati su Botta e risposta

Si chiama “deformazione professionale”. È quella maledizione (maledizione per chi ti deve stare intorno più che altro) che ti obbliga a notare con un certo fastidio tutte le volte che qualcuno commette errori più o meno marcati nel tuo campo di specializzazione. Quando poi il tuo campo di specializzazione è un argomento più o meno scientifico e fai tanto tanto l’errore di accendere la tv o di andare al cinema allora è la fine. Film e telefilm sono letteralmente infarciti di errori che vanno dal dilettantesco al grottesco: ricordo ancora con raccapriccio quando mi fecero vedere Armageddon e non sono mai riscito a guardare più di pochi secondi di fila di Numb3rs.

La buona notizia è che registi e produttori pare inizino a rendersi conto del problema e hanno iniziato a  cercare attivamente la collaborazione di fisici e matematici per la stesura delle sceneggiature. In realtà l’uso di scienziati come consulenti esterni non è una novità, però fino ad oggi è sempre stata limitata ad una riaggiustatina finale giusto per dare ai discorsi un suono più tecnico ma senza mai veramente poterinfluire sugli svarioni più grossi. Adesso invece l’approccio sta (lentamente) cambiando: a Hollywood sono interessati ad avere uno scienziato che collabori alle sceneggiature fin dai primi momenti in modo che sia possibile evitare di introdurre gravi errori e che tutto diventi un po’ più verosimile.

Per favorire l’incontro tra i big di Hollywood e gli scienziati è nata la “Science and Entertainment Exchange“, un programma della National Academy of Sciences che si prefigge lo scopo di fornire ai produttori e registi che ne facciano richiesta contatti col mondo accademico e di individuare gli scienziati più adatti per ciascuna occasione.

Jennifer Ouellette, direttrice del programma, dice che ha “[…] iniziato a ricevere immediatamente e-mail da persone del mondo dello spettacolo che avevano bisogno di figure dal neo laureato per dare un’occhiata ad una bozza di sceneggiatura, all’epidemiologo per una consulenza su una nuova serie TV, fino ad una persone che stava preparando un grosso film e voleva mettere insieme un gruppo di scienziati che tirassero fuori nuove idee per la sceneggiatura”.

Intanto i primi risultati si iniziano a vedere: James Kakalios, professore di fisica all’università del Minnesota e famoso per aver scritto La fisica dei supereroi, è stato chiamato a collaborare alla stesura della sceneggiatura di Watchman (io il film non l’ho visto quindi non vi so dire se il risultato sia buono o meno). Non so voi ma per fare un lavoro del genere io sarei disposto a dare un pezzo consistente della mia anima.

2+2=5 by

15 Apr
2009

Torno a scrivere dopo qualche giorno di astinenza per ovvi motivi. Appena in tempo per leggere una notizia apparentemente di secondo piano, coperta dalle vicende relative al terremoto, all’omicidio di Franco Ambrosio e tanto altro, compresa l’assoluzione di Brawn GP, Williams e Toyota per la presunta irregolarità dei diffusori. Senza escludere l’ennesima lite nella casa del GF, eh.

Notizia che sparisce dal sito del Corriere dopo essere stata nelle top news fino alla mattinata odierna (pubblicata ieri, è stata aggiornata anche oggi). Ma, dato che l’archivio è abbastanza importante per coloro i quali vogliano informare ed informarsi, ho la possibilità di recuperare il link. In tempo per analizzare la notizia in questione.

Senza andare tanto per le lunghe, la Lega Nord, che annovera nel Governo 4 ministri (Maroni agli Interni, Bossi al Federalismo, Calderoli alla Semplificazione normativa e Zaia all’Agricoltura), fa muro sull’accorpamento dei Referendum al 7 giugno, in coincidenza con il cosiddetto Election Day, ossia assieme alla tornata di voto per l’Europarlamento, per le Provinciali e Amministrative. Calderoli, uno degli esponenti più in auge del “Carroccio”, accostandolo alla vicenda del sisma “strumentalizzato” (come mettere la nutella sulla pasta col pomodoro?), giudica l’accorpamento “incostituzionale”. Sfogliando la Costituzione, però, non trovo alcun articolo che esplicitamente descriva l’impossibilità di adempiere alle due fattispecie. Stessa cosa vale per la legge ordinaria.

Dubbio di incostituzionalità che, invece, è stato posto a suo tempo sulla sua legge elettorale, guarda caso quella praticamente abrogabile dai quesiti referendari, in riferimento agli artt. 48 e 49 (diritti di voto e di associazione libera in partiti). La Consulta, nel gennaio 2008, garantì poi il parere popolare ma non l’antinomia della legge con la Carta.

Mentre i promotori del referendum continuano a puntarla sulle spese ulteriori dello Stato (valutabili nella misura di € 400 milioni), Cicchitto si unisce ai Padani, aprendo però al compromesso datato 21 giugno, giorno degli eventuali ballottaggi, per evitare altri sacrifici economici (l’emergenza in Abruzzo, la crisi economica non sono finite…). Ipotesi che ha visto un beneplacito bipartizan. Ma si legga cosa sostiene l’ art 34 della L. n° 352 del 25-5-1970: il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Sarà stata una mia mancanza, ma non ho sentito alcun membro del settore legislativo o esecutivo diffondere questa dura realtà, così come non ho letto alcun editorialista obiettare sulla questione.

Giustappunto, ieri Crozza a Ballarò ironizzava così in presenza di Maroni: «Ma non doveva essere una puntata sul meglio dell’Italia…?». Il Ministro degli Interni, scurdannes’o passat’, definisce l’intevento del comico genovese «gratuito e meschino», ancora più fuori luogo in un periodo come questo (sempre “pasta con pomodoro e nutella”?).

Considerando anche le opinioni (autorevoli…) di tali rappresentanti (Maroni è stato tra l’altro smentito in diretta da Guzzetta, uno dei promotori del referendum, dopo essere stato definito «agrario» dal Ministro, quando in realtà è un costituzionalista) c’è da chiedersi quale sia davvero il meglio dell’Italia.

  • More
  • Commenti disabilitati su 2+2=5

Gelati! by

9 Apr
2009

Premessa: non è mia intenzione sparare sulla croce rossa, come potrebbe pensare qualcuno.

Il discusso (soprattutto dal solito Beppe Grillo) Gianni Riotta, Grande Ufficiale, da 35 anni nel giornalismo, figlio di giornalista e collaboratore di numerose testate cartacee prima di diventare direttore del TG1, ha lasciato la carica che rivestiva dopo 2 anni e mezzo. Ora torna alla carta stampata, precisamente al Sole 24 Ore.

Ieri ha preparato un piccolo discorso di commiato. Una delle prime affermazioni è stata il definire il TG “leader dei mass-media italiani”, coordinato da un “direttore analfabeta di televisione”. Gli “ultimi giorni sono coincisi con la tragedia d’Abruzzo”, anche questi seguiti da “uno straordinario pubblico che dall’alba a notte fonda […] segue le edizioni con passione e competenza”.

Senza dilungarsi in analisi specifiche di due anni e mezzo, la serie di affermazioni di cui sopra può essere riassunta in questo frammento. Un minuto scarso di dati Auditel sugli ascolti della tragedia, come se fosse un’informazione talmente indispensabile per l’interesse comune o per almeno 30.000 persone che in quel momento cercavano qualcosa da salvare. Tirandosi anche un bel po’ di critiche (eufemismo). Grasso, nel suo intervento sul Corriere della Sera, auspica che la testata chieda scusa.

In effetti, Riotta le fa, quando “per colpa o per ignoranza non ha saputo essere all’altezza di un pubblico così meraviglioso, a cui vuole bene”. Testuali parole, “a lei, a lei, a lei, a te, a te, a te”. Dato che si riferisce a “noi”, usando un mero plurale maiestatis, dovremmo (condizionale doveroso) accettare le scuse per le mirabolanti notizie sui cento anni del tostapane o dell’uomo-distributore vivente o ancora delle avventure del GF made in England (tutte a firma del corrispondente dalla Gran Bretagna, dove evidentemente non succede un emerito cazzo). Magari unite alle crescite di orsetti Knut o di vecchietti che si laureano.

Lo “straordinario pubblico competente” sa che di certi argomenti è Studio Aperto ad occuparsene in esclusiva. Il TG innovativo, con l’analisi domenicale dei libri e la presenza inedita di Premi Nobel in studio, con la “nota politica” e ultimi i sottotitoli ai singoli servizi, rimane così orfano del direttore all’americana.

Nel 2000, Gad Lerner diede le dimissioni, dopo pochi mesi dal suo insediamento, in seguito ad immagini su un’inchiesta di pedofilia che mostravano una realtà esageratamente cruda, capace di destare clamore anche eccessivo. Gesto di responsabilità. Unito all’atto di togliersi sassolini dalle scarpe contro alcuni politici. Sassolini che in realtà furono macigni, per il polverone che ne seguì.

Tra i vari argomenti, ebbe modo di dire: “il TG1 è e resterà un grande telegiornale”. Chissà adesso…

Ragione e Sentimento by

8 Apr
2009

Dire che le acque si sono un po’ calmate sembra quasi una battuta di cattivo gusto (soprattutto mettendosi nei panni di chi continua a subire scosse e crolli). Vorrei però, almeno per un attimo, fare finta di poter parlare di questo terremoto con la testa invece che col cuore (o con la pancia) e vedere se si riesce a mettere insieme qualche considerazione logica e quasi auto-evidente per vedere che conclusioni se ne possa trarre (dato che in questi giorni è stato detto tutto, il contrario di tutto e, soprattutto, si è creata molta confusione e disinformazione scientifica).

  1. I terremoti capitano: Ok, parrebbe tautologico ma sembra che ci piaccia dimenticarcene.  Spesso si ha come l’impressione che questi sconvolgimenti naturali siano cose del passato, relegate ad un epoca quando il mondo era più giovane. Non è così. La Terra è un pianeta giovane con un’intensa attività. Se non ce ne ricordassimo solo dopo le tragedie forse si potrebbe fare qualcosa per limitare i danni.
  2. Non è possibile prevedere con accuratezza quando, dove e come ci sarà un terremoto: Magari un giorno avremo la comprensione e gli strumenti per farlo ma, al giorno d’oggi,semplicemente ci mancano le conoscenze. I terremoti non sono banali sommovimenti del terreno ma sono fenomeni estremamente complessi che interagiscono fra loro a livello planetario (un terremoto in Giappone può cambiare anche drasticamente le probabilità che ci sia un terremoto qui in Italia). Certo, esistono segnali tipici dell’arrivo di un terremoto ma non siamo ancora in grado di decifrarli. Un esempio di cui si parla molto in questi giorni è il rilascio di Radon (in particolare di un suo isotopo) dalle roccie che si frantumano in profondità. Gli studi su questo precursore sono all’atto da molti anni; il problema è che ogni tanto gli incrementi istantanei del flusso di Radon indicano l’arrivo di un terremoto, ogni tanto no e nessuno ha ben chiaro come distinguere i due casi.
  3. Prevedere un terremoto non vuol dire prevenirlo: Anche questo dovrebbe essere tautologico ma, a leggere ciò che si scrive a giro, pare che non lo sia. Se anche io fossi in grado di dirvi con precisione luogo, momento ed intensità del prossimo terremoto le case verrebbero giù lo stesso. Certo, magari la popolazione sarebbe stata sfollata, gli aiuti portati in zona per tempo. Però il numero di sfollati rimasti senza un tetto sarebbe lo stesso. Prevedere le scosse di terremoto sarebbe indubbiamente utilissimo ma non sarebbe la panacea di tutti i mali.
  4. Va bene il principio di precauzione ma non si può evacuare un’intera provincia ogni volta che c’è il rischio di un terremoto. Badate bene, questo non è un problema da poco. Infatti, dato che gran parte delle tecniche attuali sono afflitte da un gran numero di falsi positivi (ad esempio la tecnica del Radon predice i terremoti anche quando questi non ci sono), non è banale decidere quando evacuare le persone e quando no. Un ministro/sottosegretario/sindaco che decidesse di evacuare per diversi giorni (e magari ripetutamente) gli abitanti di una città per rischio sismico rischierebbe il linciaggio sulla pubblica piazza. Anche perché rischierebbe di essere un colpo notevole all’economia locale.
  5. Se il politico responsabile non ne capisce un tubo di un dato argomento e chiede consiglio ad un organo ufficiale composto di rinomati specialisti e questi gli dicono di non preoccuparsi lui non si preoccupa. Per quanto Berlusconi possa starmi antipatico non trovo affatto sorprendente che abbia dato retta agli organi ufficiali. Chiunque avrebbe fatto come lui se si fosse trovato nella sua situazione.
  6. Dare dell’imbecille a qualcuno quando si fa la funzione di funzionario pubblico (se lo si fa in privato o al bar è un’altro discorso) è sempre sbagliato. Magari lo puoi pensare. Magari hai pure ragione. Ma non lo dici. Il fatto che venga considerata una cosa più o meno normale (e che ci si inalberi solo perché un terremoto alla fine c’è stato) secondo me è grave indice del degrado della nostra classe politica.

L’unica conclusione che mi viene è che, come al solito, l’unico momento in cui ci si preoccupa di fare qualcosa è a disastro avvenuto. L’Italia è il paese che ha un’emergenza siccità, una alluvioni, una caldo, una freddo ogni singolo anno! Nessuno escluso. E mai che a qualcuno venga in mente che magari i vari disastri si potrebbero prevenire. Ad esempio (come suggerito, tra gli altri, dal sempre ottimo Cattaneo) si potrebbe finalmente fare delle leggi serie sull’edilizia antisismica e farle rispettare (farle rispettare vuol dire anche non fare condoni di nessun tipo). Un’altra cosa che andrebbe fatta (e che nessuno farà) è di dare un po’ di soldi alla ricerca di base in geofisica. È ovvio che se non ci sono soldi per la ricerca nessuno farà studi che permettano di prevedere con un minimo di accuratezza il prossimo terremoto.

  • More
  • Commenti disabilitati su Ragione e Sentimento
top