Wiki, web2.0, copyright, Wikipedia, Wikimedia, GNU, Creative Commons
Dice Wikipedia che il crowdsourcing:
(crowd + outsourcing) è un neologismo che definisce un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team. Tale processo avviene attraverso degli strumenti web o comunque dei portali su internet.
Inizialmente il crowdsourcing si basava sul lavoro di volontari ed appassionati che dedicavano il loro tempo libero a creare contenuti e risolvere problemi. La community open source è stata la prima a trovarne beneficio.
Oggi il crowdsourcing rappresenta per le aziende un nuovo modello di open enterprise, per i freelance la possibilità di offrire i propri servizi su un mercato globale.
Dice un blind test che sebbene la parola sia stata coniata nel 2006, a marzo 2009 un campione di blogger italiani non ne avesse molto chiaro il significato.
Dice PI oggi:
C’è una tabella sul web che illustra, in otto semplici passi, l’intero processo di crowdsourcing. Sul primo, l’azienda ha un problema e, sull’ultimo, ottiene i suoi profitti. Nel mezzo del cammino, le folle online propongono soluzioni, premiate ed acquisite dai manager. Una sorta di chiamata pubblica o un atto volontario in classico stile Wikipedia. Jeff Howe, inventore del neologismo crowdsourcing, parla, tuttavia, di una “tempesta di fuoco” scatenata da LinkedIn dopo aver chiesto a diversi traduttori della sua community di lavorare gratis. Proprio come i volontari del crowdsourcing.
Qui termino l’intro aulica che mi ha ispirato la lettura di PI, facendomi incrociare le due cose che ricordo a proposito di crowdsourcing e passo a dire la mia sul tentativo di LinkedIn. IMHO è suicida chiedere a un professionista di fare il suo lavoro gratis per te perché è bello.. tenderei forse anche a diffidare anche di chi mi dice “ok, ci sto”.
Altra cosa è chiedere al popolo di tradurre l’interfaccia di LinkedIn perché ci piacerebbe a tutti averlo ciascuno nella nostra lingua (Wikipedia non la cito perché se no stufo, ma per aNobii ha funzionato, Netvibes idem) e lasciare che i traduttori professionisti, se vogliono e in quanto parte del popolo, facciano la loro parte.
@update Bernardo Parrella sul suo blog da una risposta a interrogativi come “Ti sei mai chiesto come sia possibile costruire e gestire un progetto di traduzioni multi-lingue aperto? Come tradurre qualsiasi cosa in modalità crowdsourcing, da una poesia haiku a un complicato testo letterario?“
Il Corriere, tanto per cambiare, copia impunemente da Wikipedia.
Il giro è lungo: CaramellaMenta mi ha parlato di Simone un po’ di tempo fa, poi l’ha invitato alla GGD8, l’ho conosciuto e mi sono messa a farmi i fatti suoi.
Il caso vuole che Simone in questi giorni si stia accingendo a scrivere il suo secondo (terzo?) libro e che io ogni tanto lasci dei commenti in giro.
Stamattina ho letto l’intro che ha scritto e ne ho rubato una citazione che trovo molto bella, per metterla come stato su Gtalk:
[..] non sottovalutare le cose gratuite. Spesso il prezzo che paghiamo per qualcosa non ha un corrispettivo nel valore della cosa stessa. Respiriamo aria gratis, ma se smettessimo per cinque minuti, saremmo tutti morti.
Un amico legge la frase e mi pinga:
P ti sei data alle sette? non nel senso di una sveltina la mattina, ma nel senso di organizzazioni religiose 😛
F uh?
P ho letto quella cosa che linki nel tuo messaggio di stato, sto brunozzi.it
F lol! molto settario, in effetti.. di mestiere fa l’evangelist 😛
(..il libro parlerà di Simone, della felicità , e probabilmente anche di te, visto l’approccio open e la ricerca di continuo confronto che Simone lancia dal suo blog.. Io lurko in zona 😉)
La morte di Michael Jackson e la conseguente ricerca di informazioni e conferme ha creato qualche problema in rete, anche a Wikipedia (lo racconta Brion sul tech blog).
Il titolo di questo post è una citazione dal commento di Anthere sul tech blog in calce all’articolo
E’ uscito stanotte il nuovo numero di Wikizine (“an independent internal news bulletin for the members of the Wikimedia community”).
Le notizie più interessanti:
* WMF ha annunciato una nuova sponsorizzazione (valutata circa 300k$) con un eco data center, EvoSwitch. Il comunicato stampa e il post sul blog di WMF.
* Free di Chris Anderson plagia Wikipedia e altre fonti?, come raccontato qui e sul Sole 24h di oggi
* E’ uscito il secondo numero di Wikimedium, il magazine cartaceo di Wikimedia Germania
* Wikimedia Svizzera (in collaborazione con openZIM) ha rilasciato il nuovo dvd dell’edizione tedesca di Wikipedia. Il progetto openZIM ha sviluppato un formato chiamato ZIM per gli ipertesti; i vantaggi di ZIM sono l’alta indicizzazione dei contenuti e le dimensioni ridotte (formato compresso).
* E’ stato effettuato un nuovo studio sulla sopravvivenza dei vandalismi sull’edizione inglese di Wikipedia, pubblicato sul Wikipedia Signpost. In estrema sintesi:
** su un campione di 100 voci scelte a caso, 75 non sono mai state vandalizzate.
** del quarto rimanente: nel 20% dei casi il vandalismo più recente è stato corretto in meno di un minuto, nel 16% in meno di due minuti
** il tempo medio di correzione è stato di 4 minuti
** il 2% delle voci ha dei vandalismi mai corretti (da oltre 2 anni)
* Il Technology Review ha pubblicato nei giorni scorsi alcune notizie sullo stato del video in Wikipedia, accorpando in un’unica news quelli che sono stati diversi aggiornamenti forniti nei mesi da Michael Dale
* Su un blog che si occupa di tematiche legali è uscito un post interessante sull’uso di Wikisource come repository ad accesso libero per gli studi legali. Casualmente l’autore è anche un admin di ‘source 😉
* Il Berkman Center for Internet & Society ha deciso di rilasciare il suo materiale audio e video in Ogg (e di licenziarlo in CC-BY)
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Oltre oceano fanno presente che Free: The Future of a Radical Price , l’ultimo libro di Chris Anderson, contiene un certo numero di “citazioni” non attribuite e non indicate come citazioni nel testo; Wikipedia è una delle, uhm, inconsapevoli fonti usate.
Chris Anderson spiega in maniera esaustiva l’accaduto: ho avuto qualche problema con le note..
@update: Sigfrido mi segnala il post di Anderson sulla questione
Già che mi avevano fatto fare il presidente di seggio per il turno di europee + amministrative hanno ben pensato di farmelo fare anche a questo giro. Per la verità presidenti e segratari sono stati cooptati per entrambe le votazioni in un colpo solo, quindi nessuna sorpresa. Da noi non c’erano ballottaggi di sorta e quindi non posso proprio dire che sia stato un lavoro difficile (abbiamo avuto un’affluenza ai referendum di pochissimo superiore al 15%); ne approfitto però per fare un breve corollario ai commenti ed alle considerazioni della volta scorsa.
In rigoroso ordine causale:
* Ok, lo so che esistono anche casi più complessi come il voto di lista nullo ecc. Dicevo per semplificare.
Ho riordinato i contatti su LinkedIn, taggandoli tutti in modo da riconoscere al volo chi sono (in alcuni casi partendo da dove ci siamo conosciuti). 470 e rotti contatti “stanno” al momento in 71 tag. Non ho ben chiaro cosa voglia dire tutto ciò, ma ci deve essere un senso 😉
In rigoroso ordine sparso: colleagues, WMF, OVO, WMI, partners, friends, classmates, Cefriel, GGD, contatti, giornalista, Frontiere Digitali, Barcamp, Liceo, master, Vodafone, RSO, Politecnico, Advisory Board, Roma, Intes, Lettera27, 3RDI, top-ix, Torino, donne, Enterprise 2.0, Grosseto, Nativi digitali, parenti, CC, Festival della Creatività 2008, Helsinki, IWA, Mensa, OSM, Uni, Wikimedia France, AICA, Biblioteche digitali, Donnaèweb, elementari, Integra, Messaggerie, Mestre, MilanIN, Polito, richtwert, Telecom Italia, Trieste 2007, Tube, Wikipedia Day 2007, Agency, Club TI, Digital PR, exa, group members, LinuxDay 2008, medie, Morelli, moroso, NoGravity, TF, Tiscali, Uni Bari, Uni Bicocca, Uni Bocconi, Uni San Raffaele, Uni Sapienza, Viganò, Vita, Wikimania
Sabato io e il sig. N ci siamo biciclettati dall’Arena a Cairoli, poi pausa shopping, poi da Cairoli a corso di Porta Ticinese.
Nel secondo tratto la mia bici aveva il cambio rotto (mi era concessa solo la posizione 1, buona per scalare la Montagnetta) e quella del sig. N non frenava; quando abbiamo cercato di lasciare le bici allo stallo accanto alle colonne di San Lorenzo, ci siamo accorti che la palina era spenta. Poco male, c’è un altro stallo a circa un minuto di bici in direzione piazza XXIV Maggio!
Arrivati al secondo stallo l’abbiamo trovato completamente circondato di macchine e pressocché inaccessibile. Grazie ad una intuizione del sig. N (io da sola e in preda ad una crisi isterica non ce l’avrei fatta..) siamo riusciti comunque a lasciare le bici, ma un po’ per spirito civico (palina precedente spenta) e un po’ per sedare il mio istinto vandalico (avrei tagliato volentieri le gomme alle macchine degli imbecilli.. non ho pregiudizi contro il divieto di sosta, di cui sono un’habitué, ma a quelli che piantano la macchina rigorosamente per rompere al prossimo sparerei a vista) io ho telefonato al servizio clienti di Bikemi per segnalare entrambe le cose e il sig. N ha attraversato la strada per avvisare una pattuglia della polizia del problema.
Il servizio clienti è stato gentilissimo e mi ha detto che avrebbero avvisato i vigili, la stradale ha assecondato il sig. N, è entrata nel parcheggio a controllare le macchine e appena ci siamo allontanati se n’è andata.
Un’ora dopo quando siamo tornati a prendere le bici per tornare all’Arena, le macchine c’erano ancora tutte e nessuna multa decorava i loro vetri. Sigh!
Tra le altre cose da sapere su Bikemi: un paio di settimane fa il sig. N ha fatto un abbonamento giornaliero al mezzanino dell’ATM. La prima palina aveva il monitor rotto per cui non è riuscito a prendere la bici, la seconda palina gli ha segnalato “abbonamento non valido” al che lui ha chiamato il servizio clienti e gli hanno suggerito di provare ad un’altra palina. La scena si è ripetuta per diverse paline (ogni palina una telefonata), finché non è riuscito a parlare con un responsabile che gli ha risarcito l’abbonamento. Un paio di giorni dopo l’hanno chiamato per spiegargli che il problema era il numero dell’abbonamento, il signor ATM gli aveva dato il numero sbagliato (copiandolo da monitor..).
Last but not least, qualcuno sostiene che il biciclettami sia il modo migliore per attaccare bottone, fermi al semaforo 😉
Si chiama G8 science and technology meeting ed è uno degli incontri preparatori al g8 vero e proprio. In pratica dovrebbe essere un incontro dei ministri che si occupano di ricerca scientifica e tecnologica per discutere problemi globali di lungo periodo come la questione delle energie rinnovabili o del clima. È una di quelle cose che magari riceve poca pubblicità sui giornali ma che dovrebbe mettere insieme scienziati e ministri in modo da organizzare delle strategie a livello mondiale. Non è una cosa strana, meeting di questo genere si tengono prima di ogni G8. Questo poi avrebbe avuto una notevoile importanza perché a dicembre ci sarà la conferenza dell’ONU sul clima.
Dico “avrebbe” perché incontri di questo tipo si svolgono ogni G8 tranne questo. Perché, per motivi imperscrutabili, il governo italiano ha deciso di cancellare questo meeting. Gli altri no, ma questo sì. E non si è degnato nemmeno di dare una motivazione coerente. Le motivazioni addotte sarebbero dei problemi di sicurezza (come mai una conferenza scientifica dovrebbe attrarre più terroristi che una conferenza dove si decidono i destini dell’economia mondiale è, per me, un mistero incomprensibile) e dei problemi a completare per tempo le traduzioni dei documenti ufficiali.
Quest’ultima motivazione è degna di nota: assumiamo che veramente al ministero degli esteri siano così incompetenti da non riuscire a tradurre una serie di documenti dall’italiano all’inglese e viceversa, ecco, io farei carte false per tener nascosta una cosa del genere. Mi vergognerei come un ladro. Invece viene detto come se nulla fosse, come se si trattasse di una cosa normale. Come se non stessimo facendo una figuraccia storica di fronte al mondo intero.
Tralasciamo pure i commenti dei politici nostrani (il premier ce lo ha detto e ridetto che sono frutto di un complotto comunista): quello che mi fa stringere lo stomaco è sapere che James Wilsdon della Royal Society si dica “stupito e dispiaciuto”. Wildson è un diplomatico consumato e per di più un perfetto inglese, non si lancerebbe mai in affermazioni meno che impeccabili. La traduzione per comuni mortali di quello che ha detto però suona un po’ come “Ma che fanno questi? Si sono bevuti il cervello o cosa?”.
Un’altra cosa che mi fa accapponare la pelle è il fatto che il Ministero dell’Educazione (ovvero la Gelmini) non si sia degnato di rispondere alle mail o alle chiamate da parte di Nature. Non stiamo parlando di Novella2000, qui si tratta di una delle più prestigiose riviste scientifiche a livello mondiale. Come ti viene in mente di non rispondere?
(fonte Nature, via OcaSapiens)
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