Tassa o canone by

16 Lug
2009

Stamattina il comune di Arcore mi ha mandato i bollettini per pagara la Tassa Smaltimento Rifiuti 2009. In un attimo di distrazione ho girato la comunicazione e ho notato che sul retro è presente il dettaglio di quel che devo pagare:
* mq 2,0 – 02 – ABITAZIONI E PERT. – Tar al Mq. 1,36 –> 2,72€
* mq 58,0 – 02 – ABITAZIONI E PERT. – Tar al Mq. 1,36 –> 78,88€
* mq 19,0 – 02 – ABITAZIONI E PERT. – Tar al Mq. 1,36 –> 25,84€
* un bel 10% di addizionale ECA
* un ulteriore 5% di addizionali provinciali
* ben ben 44 centesimi di arrotondamento

Reazioni:
1. ma perché la mia cantina deve pagare la tarsu? e il garage?
2. uh, non avrei mai detto che il mio garage fosse così grande
3. uhm, piccolina casa mia.. ma quanto pattume dovrebbe produrre il garage in confronto a casa?
4. ma perché la spazzatura non si paga “a consumo” e quindi, più sensatamente, pro-capite domiciliati?
5. cosa diamine è l’ECA? (ndF: qui una risposta oltremodo interessante)
6. ma se il pattume lo smaltisce il mio comune (che ha anche una discreta isola ecologica) perché devo pagare delle “addizionali proviciali” non meglio specificate?
7. parolacce varie

Reazioni della mamma:
“A me quella casa l’hanno venduta come 70mq e il garage 18mq..”

Reazioni del papà:
“E’ una tassa infatti, non un canone”

Io non so che cos’è e non mi lamento dell’ammontare, ma trovo profondamente sbagliato il meccanismo di calcolo.

L’innominato by

10 Lug
2009

(da Sciccherie)

A volte, nominare una persona può essere dannoso. Ne sa qualcosa una ben nota enciclopedia multimediale, che non ha la voce di questo soggetto da un bel po’ di mesi. Sostituita da un poco rassicurante banner.

Nel mondo virtuale non si può usare la fisicità. Per chi svolge un’opera di volontariato, però, i rischi sono molteplici, e non sempre l’attivista ha disponibilità economiche tali per affrontare processi, pagare avvocati ed eventuali trasferte. Infatti, i pugni vengono sostituiti con le minacce di carte bollate, con firme di legali e spese a carico del destinatario. Onde evitare la possibilità di ricevere una relata di notifica a volte, anche se con dispiacere, è più utile abbassare la testa e sottostare. Per motivi logicamente intuibili.

In quel lemma, una volta, erano riportate vicissitudini adolescenziali (in parte documentate) sul personaggio in questione, la sua crescita, la sua fama, i suoi contrasti. Anche alcuni casi particolari, eccepiti, erano presenti, riportati qualche ora prima da chi segue la cronaca per professione. Ciò che ammiratori, così come detrattori, avevano costruito, con la fondamentale moderazione e rielaborazione di chi interviene su temi caldi e recenti alla ricerca della difficile imparzialità, veniva cancellato in pochi istanti, dopo tentati ragionamenti e spiegazioni. Dopo una discussione lunga giorni, che aveva assunto toni a tratti rabbiosi.

A distanza di mesi, pubblicamente, l’oggetto di quella definizione sostiene di essere stato indicato in quella sede, precedentemente, anche come pervertito, drogato. Sarebbero stati in molti a scrutare quelle calunnie, non dimostrate, né dimostrabili. Non si trattava di insultini vari, rimuovibili facilmente, che avrebbero garantito eventualmente una figura di merda solo nei confronti del sito. A prescindere dalla veridicità di quanto da lui affermato, comunque, ha ragione: qualcuno, nascondendosi dietro un nickname o un IP, non ha idea delle micce che accende. Per dirla tutta, in realtà non sarebbe troppo complicato monitorare la provenienza di un intervento nel web. Tralasciando i tecnicismi, le leggi (specie in futuro, secondo alcuni) devono tutelare i cittadini da diffamazioni celate o semplici falsità.

Leggere qualcosa di distorto sul proprio conto non è mai piacevole. All’epoca non si arrivò all’accordo, come quando un calciatore non accetta il contratto proposto dalla squadra acquirente. L’ombra delle querele ha portato all’oscuramento della biografia, con l’alea di ulteriori critiche degli oppositori. Se le cose fossero state lasciate così, invece, potevano essere inserite altre informazioni fasulle, fonti di accuse di egual guisa. Forse la tabula rasa era la situazione migliore per tutti.

Comprese quelle persone, definite “piccole d’animo”, che, mimetizzandosi nell’anonimato, diventano persino subdole. Se non proprio “stronzetti anonimi”, ampiamente schierati e vittime dei populisti. Eppure nel mondo internettiano è prassi immemore utilizzare uno pseudonimo. Molto spesso, come sostiene chi ha rilasciato quei pensieri, si tratta di ragazzetti che agiscono fregandosene delle regole dello Stato. Giustamente, attaccare ragazzini equivarrebbe a sparare sulla Croce Rossa. D’altra parte, non è comunque corretto che uomini grandi, grossi e potenti vengano sviliti da adolescenti incollati al PC di papà, che agiscono per “sentito dire”. Che piaccia o no, è il prezzo della notorietà, “per fortuna o purtroppo”, come cantava Gaber. Bisogna convivervi, una volta ad alti livelli. Con le rinunce doverose.

In fin dei conti, “I nomi sono puri accidenti”. Questo, invece, lo scriveva Manzoni.

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Stamani mi è capitato l’occhio su un articoletto pubblicato sull’ultimo numero di Nature (lo trovate qui ma temo che senza abbonamento non possiate leggerlo) che parla del Giappone. Per farla breve le statistiche nipponiche dicono che il numero di studenti universitari che si iscrivono alle facoltà scientifiche è in calo, l’età media in cui si diventa ricercatori sta crescendo, la percentuale di scienziati provenienti dall’estero è sempre più esigua e ai giovani ricercatori giapponesi non piace andare a fare un periodo all’estero ma cercano un posto vicino a casa.

Che dite, vi suona familiare? Dovrebbe, infatti è esattamente la stessa situazione che abbiamo in Italia. L’unica differenza è che questo processo in Italia è in moto da almeno vent’anni e quindi la nostra situazione è molto peggiore della loro.

In Giappone il ministro dell’educazione è seriamente preoccupato di questa situazione (e pare che i suoi immediati predecessori lo fossero altrettanto) e ha pubblicato un white paper dove dichiara che, se non si pone rimedio in fretta a questo stato di cose, l’economia giapponese ne soffrirà pesanetemente e potrebbe “uscire dal novero delle potenze mondiali e dover rinunciare al suo attuale stile di vita“. Insomma non ci vanno leggerini. Il messaggio è: o ripartiamo in quarta con ricerca e sviluppo dal livello dell’educazione scolastica alla ricerca universitaria ed industriale o la nostra economia collasserà.

La domanda “e a noi che ci frega?” potrebbe anche sorgere spontanea. Tuttavia quello che mi ha fatto pensare (e mi ha messo un po’ di angoscia a dire il vero) è pensare alla nostra beneamata Italia. Noi abbiamo una situazione non solo peggiore della loro ma anche incancrenita dal nepotismo dilagante e da una cronica mancanza di meritocrazia. E nessuno sembra preoccuparsi troppo. Io di ministri che lanciassero allarmi del genere non ne ho sentiti e le riforme (belle o brutte che le si considerino) del Ministro Gelmini sono ferme da novembre in attesa di un decreto attuativo che pare essere stato dimenticato e senza il quale la legge (votata con procedimento di fiducia in quanto “urgente”) è inapplicabile e quindi inutile.

Insomma, esistono paesi dove si considera importante sviluppare un’industria di alta tecnologia e dove si capisce che per farlo bisogna investire nella ricerca, esistono altri paesi dove si insiste nel voler affidare tutto alla speculazione edilizia o al settore tessile. Le mie motivazioni a restare qui calano ogni giorno che passa…

Tasse universitarie by

8 Lug
2009

Oramai sono diversi anni che non pago più le tasse universitarie (è uno dei benefici che si ottiene laureandosi) ma, quando mi capita ancora di passare nella zona delle aule mi capita ancora di leggere i vari cartelloni appesi a giro. Un argomento che periodicamente (circa una volta all’anno) vedo rispuntare sono le tasse universitarie. La storia è sempre uguale: il rettorato è in perenne crisi finanziaria e vorrebbe alzare le tasse agli studenti mentre gli studenti protestano vivacemente.

Da un lato le proteste degli studenti sono comprensibili: gli edifici dove si fa lezione sono per lo più fatiscenti, i laboratori sono ridicoli e gli sprechi sono all’ordine del giorno. Perché mai dovrebbero essere gli studenti a sanare i danni fatti da un’amministrazione scellerata ed incompetente?

Dall’altro lato molte università sono più o meno sul lastrico (e qui a Firenze siamo messi particolarmente male) e cercano di trovare quattrini un po’ dappertutto. Aumentare le tasse, in quest’ottica, non è così folle: in effetti è facile sostenere che le tasse universitarie siano troppo basse. Alla fin fine la fascia di reddito massima paga poco più di 2000 euro all’anno (fonte), nemmeno 170 euro al mese. Alcuni pagano cifre paragonabili per la connessione internet e la tv satellitare. Se sei nella fascia di reddito massimo di che ti lamenti?

Ecco, nel muro contro muro che spesso si vede nei rapporti frarappresentanti degli studenti e rettorato (del mio disprezzo assoluto verso il 99,9% dei rappresentanti degli studenti parlerò in un’altra occasione) un dettaglio che mi sembra sempre mancare è questo: la fascia più alta di reddito. Di solito il reddito è calcolato sulla base dell’ISEEU, una variante dell’ISEE dove alcuni indici sono calcolati in modo diverso, e, qui a Firenze, per rientrare nella fascia massima serve un valore uguale o superiore a 75000. Ora, dato che con la mia situazione patrimoniale finirei dritto nella fascia più bassa, a me un ISEEU di 75000 può anche sembrare una cosa da nababbi, tuttavia quando uno va a vedere cosa vuol dire quel numero qualche dubbio inizia a venire.

Qualcuno con più competenze di me potrà forse essere più preciso ma, visto come si calcolano queste cose, una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano (anche se con stipendi da non arrivare alla quarta settimana) e magari pagano il mutuo per una casa di proprietà si ritrova catapultata nelle fasce più alte senza passare dal via. Non importa essere ricchi, basta non essere pericolosamente vicini alla soglia di povertà per finire in cima. Se uno è di famiglia miliardaria paga le stesse cifre. Se poi uno viene da una famiglia di evasori allora riesce pure a prendere una borsa di studio (l’aneddotica sulla gente ricca con borsa di studio è infinita e ve la risparmio).

Se ne deduce che si potrebbe tranquillamente alzare le tasse. Basterebbe mettere tasse più alte a persone col reddito più alto e abbassarle a chi ha un reddito basso. In più magari qualche borsa di studio legata al merito che permetta agli studenti migliori di andare avanti anche se hanno qualche difficoltà economica non farebbe schifo (ma questa è un’altra storia).

Ormai è di pubblico dominio:

“VIVALDI EVADE DA REBIBBIA!”

Ecco i link per poter ascoltare la registrazione del Magnificat RV610a di A.Vivaldi realizzata alla sala teatro della Casa Circondariale di Rebibbia il 22 Giugno 2009.

Cori:
Centro Diurno di Villa Lais
King Bible Choir (Re-Bibbia)
Coro Panharmonikon
Schola Cantorum Basilica di S.Clemente in Roma

Soprano, Alessia Thais Berardi
Controtenore, Mario Bassani
Tenore, Fabrizio Giovannetti

dirige
GIUSEPPE PUOPOLO

(performance rilasciata in Licenza Creative Commons Attribution – Share alike 3.0)

1. Magnificat
2. Et exultavit
3. Et misericordia
4,5. Fecit Potentiam + Deposuit Potentes
6. Esurientes
7. Suscepit Israel
8. Sicut Locutus
9. Gloria

via Giuseppe Puopolo

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E’ uscito qualche giorno fa il nuovo numero di Wikizine (“an independent internal news bulletin for the members of the Wikimedia community”).

Le notizie più interessanti:
* Michael Jackson “uccide” WP: la sua voce su en.wiki è stata vista circa 6 milioni di volte nel solo 26 giugno. Statistiche, tech blog, Wikinews, FCVG

* Lo Usability team ha rilasciato il primo set (nome in codice “acai”) di miglioramenti per essere testati (tech blog, usability wiki)

* E’ in arrivo la campagna di raccolta fondi 2009

* Wikimedia Foundation ha appena ricevuto un nuovo grant (300k$) per migliorare l’usabilità del caricamento file su Wikimedia Commons (wmf blog, press release, pdf)

* In Svizzera è stato sviluppato un nuovo tool pensato per le scuole che aiuta ad analizzare l’autorevolezza di una voce di Wikipedia, tramite diversi criteri statici. Il tool si chiama Wikibu e al momento funziona solo su de.wiki.

Wikizine.org makes no guarantee of accuracy, validity and especially but not limited to, correct grammar and spelling. Satisfaction is not guaranteed. Wikizine.org is published by Walter. Wikizine is a irregular publication as long as there is noteworthy news (and time). Content is available under the GNU Free Documentation License and also the Creative Commons Attribution 2.5 Generic License

@update statistiche molto dettagliate sull’effetto Michael Jackson sono disponibili sul blog di Erik Zachte

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Il caso Galileo […] insegna alla Chiesa ad accostarsi ai problemi scientifici – fossero anche quelli legati alla più moderna ricerca sulle staminali, per esempio – con molta umiltà e circospezione

(monsignor Pagano, prefetto dell’Archivio segreto vaticano) (fonte)

Ok, la frase è un po’ estrapolata dal contesto. Siamo anche d’accordo che il fatto di stare a discutere ancora oggi del processo a Galileo come se fosse l’ultima novità in fatto di rapporti fra scienza e fede mostra come in certi ambienti il concetto di idea nuova sia molto relativo. Tuttavia il fatto che qualcuno nelle gerarchie vaticane mostri di essere consapevole che certi problemi richiedano “umiltà e circospezione” invece del muro contro muro ideologico non può non farmi piacere.

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Nelle ultime due settimane sono stato a due conferenze di stampo molto differente: una era una conferenza scientifica dove persone che lavorano più o meno nello stesso ambito presentavano e discutevano gli ultimi risultati, l’altra era un incontro (organizzato da un gruppo di economisti ma aperta a tutti) sull’organizzazione dell’università e sulla valutazione di ricerca e didattica nella scuola. Persone diverse, ambiente diverso, stili diversi. Eppure il numero di persone che, pur essendo evidentemente bravissimi nel loro settore, si dimostrano incapaci di parlare davanti ad un pubblico è sorprendentemente alto. E la chiarezza non sembrerebbe nemmeno dipendere dall’esperienza dello speaker: ci sono ragazzini che alla loro prima conferenza fanno molto (ma molto) meglio di attempati professori con decenni di esperienza alle spalle. Tra le altre cose errori e problemi sono sempre gli stessi con una regolarità che dà da pensare; eppure sull’arte di fare una buona presentazione sono stati scritti un’infinità di tomi (qui ne trovate un po’ di esempi). Forse pure troppi.

Dato che un po’ di esperienza nel settore oramai me la son fatta vediamo se riesco a buttare giù qualche consiglio:

  •  Non importa quale sia l’argomento della vostra presentazione, se non avete chiaro nella vostra testa quale sia il messaggio che volete far passare (ovvero quello che la gente si dovrebbe ricordare una volta tornata a casa) non c’è alcuna possibilità che riusciate a trasmetterlo al vostro pubblico. La prima cosa da fare è sempre quella di decidere quale sia il messaggio. Non sentitevi soddisfatti finché non siete in grado di esprimerlo con una singola, semplice frase.
  • Una volta che il messaggio è ben chiaro nella vostra testa ricordatevi che il vostro scopo è di renderlo chiaro anche al pubblico. Tutto quello che direte e che farete vedere sulle vostre slides (se le avete) ha l’unico scopo di veicolare quell’unico messaggio. Qualunque altra aggiunta renderà la vostra presentazione meno chiara e confonderà le idee a chi vi sta a sentire. Se dovete tenere un talk molto lungo potreste avere più di un messaggio; in questo caso assicuratevi che sia ben chiaro sia a voi sia a chi vi sta a sentire quale sia il legame fra i vari concetti che volete far passare.
  • MAI leggere le proprie slides! L’unico effetto che si può ottenere in questo modo è di far addormentare il pubblico. Se proprio non riuscite a parlare a braccio preparatevi un discorso prima e recitatelo. Se non siete in grado di memorizzarlo scrivetevelo su un fogliettino e leggetelo da quello. Ma non leggete le vostre slides. Il vostro pubblico è intelligente abbastanza da saper leggere da solo quello che avete scritto, non ha bisogno di aiuto.
  • Se in una slide compaiono più di tre frasi iniziate a preoccuparvi. In teoria le slides dovrebbero servire a coadiuvarvi, non devono sostituirvi. Il pubblico è lì per ascoltare voi; se avesse voluto leggere qualcosa di scritto da voi si sarebbe andato a prendere i vostri articoli/libri non sarebbe venuto ad una conferenza! Ovviamente ci sono casi dove il testo è indispensabile: magari è una citazione o il testo di una legge. Tuttavia il pubblico non dovrebbe mai essere costretto a leggere una paginata di testo. Siete voi che dovete spiegargli le cose. I testi lunghi vanno bene come referenze ma cercate sempre di limitarvi a frasi brevi e facilmente digeribili (magari due o tre parole chiave che richiamino e rinforzino quello che state dicendo).
  • La grafica delle slides deve essere un aiuto alla vostra presentazione, non un impedimento. Grafici e tabelle devono essere chiari, leggibili e ben separati fra loro. Se le cose iniziano ad accalcarsi fate una slide in più ma evitate a tutti i costi che il pubblico debba faticare per capire cosa diamine vuol dire quel disegnino che avete messo.
  • I proiettori hanno tipicamente risoluzione VGA (640×480 pixel) o poco di più. Linee troppo sottili o font troppo piccoli scompariranno senza pietà. Il fatto che i vostri grafici fossero chiarissimi sul vostro monitor ad alta definizione è ininfluente. Analogamente i proiettori hanno un contrasto infinitamente peggiore del vostro monitor e quindi un testo giallo su fondo bianco diventerà completamente invisibile. Usate sempre colori molto contrastati, font ampi e poco ricercati; se avete grafici o tabelle assicuratevi che tutte le linee siano abbastanza spesse da apparire nell’immagine prodotta dal proiettore.
  • Solitamente i proiettori hanno un rapporto di forma di 4:3, lo schermo del vostro pc è (quasi di sicuro) in 16:9 o 16:10. Assicuratevi che la vostra presentazione abbia il rapporto di forma giusto o potreste avere delle brutte sorprese.
  • Evitate come la peste di usare il Comic Sans Serif! (vedi)
  • A meno che non usiate il vostro computer assicuratevi che il file contenete la vostra presentazione sia leggibile e contenga tutto quello di cui avete bisogno. Versioni troppo recenti o troppo vecchie di PowerPoint potrebbero dare problemi. Allo stesso modo non date per scontato che nel computer in dotazione alla conferenza dove siete ci siano tutti i font ed i plug-in a cui voi siete abituati. In molti casi la soluzione migliore è di fare un pdf.
  • A meno che non siate sicuri di sapere esattamente cosa state facendo andateci molto cauti con le transizioni animate fra una slide e l’altra. Se la transizione è brutta la figura che ci farete non sarà migliore. Se è troppo bella distrarrà il pubblico dal punto veramente importante, il messaggio che avete deciso di veicolare.
  • Filmati ed animazioni possono essere strumenti insostituibili per spiegare rapidamente e con chiarezza un concetto complicato. Se però non sono strettamente necessari lasciate perdere (stesse considerazioni delle transizioni animate). Se invece sono indispensabili assicuratevi di sapere esattamente come farli partire (specialmente se non state usando il vostro computer). Non c’è niente di peggio di uno speaker che armeggia per 10 minuti per far partire un filmatino di 30 secondi.
  • State sempre nei tempi prestabiliti! Lo so che 2 minuti in più fanno sempre comodo. So anche che tutti gli altri speaker prima di voi hanno sforato di intere mezz’ore. Ma stare nei tempi è un segno di rispetto sia per il pubblico che per gli organizzatori della conferenza. In astratta teoria ogni sessione di ogni conferenza dovrebbe avere un chairman che avrebbe, fra gli altri, il compito di far rispettare i tempi preventivati. Il fatto che il chairman non abbia la spina dorsare di compiere il proprio dovere non vi autorizza ad approfittarvene!
  • Se ci sono dubbi chiarite sempre prima di iniziare se il pubblico può fare domande durante la vostra presentazione, se le può fare solo dopo o se non le può fare affatto. Eviterete un sacco di situazioni imbarazzanti.
  • Non tornate mai indietro con le slides. Se vi riferite a qualcosa detto precedentemente ditelo a voce (“…come abbiamo detto prima il sarchiapone è un quadrupede palmato…”). Se sapete che dovrete far riferimento a qualcosa detto molto tempo prima allora ripetete l’informazione sulla nuova slide (un po’ di ridondanza non ha mai ucciso nessuno). Ma tornare indietro trasmette l’idea che la presentazione voi non l’abbiate affatto preparata e che vi stiate muovendo un po’ a casaccio.
  • Verificate sempre che non ci siano errori di ortografia o di spelling. Lo sappiamo tutti che queste cose capitano, ma erroretti di questo tipo vi faranno apparire come dei cialtroni.
  • Parlate a voce alta. Se c’è usate il microfono in dotazione. Non riuscire a sentire la metà delle parole che vengono pronunciate dallo speaker non lascia una bella impressione.
  • Se una persona del pubblico vi fa una domanda e non siete assolutamente sicuri che tutti gli altri spettatori abbiano sentito distintamente fate la fatica di ripeterla a beneficio di chi si trovava troppo lontano per sentire. Alla fine è il vostro pubblico.
  • A meno che il chairman non vi abbia adeguatamente introdotto spendete qualche secondo per dire chi siete e a che titolo siete lì. Non è automaticamente detto che tutto il pubblico vi conosca.

N.B. La quasi totalità della mia esperienza sull’argomento “presentazioni” è centrata su conferenze di stampo più o meno scientifico ed accademico. Non tutti i suggerimenti che ho dato potrebbero essere ugualmente validi in ambiti molto diversi.

Wikipedia@Orange by

2 Lug
2009

Parte oggi la prima fase operativa dell’accordo tra Wikimedia Foundation e Orange: sul portale spagnolo è presente il canale Wikipedia.
Si tratta di una versione di Wikipedia leggermente ottimizzata per la consultazione (dalla homepage spariscono i tool per gli utenti e il layout delle pagine è più snello), ma comunque modificabile: le modifiche vanno direttamente sulla versione spagnola di Wikipedia.
La versione mobile seguirà.

Ne avevamo parlato qui.

  • Cassettato in: wiki

Mammà è di Cosenza, figlia di un cosentino e di una alleronese. Io ho passato le prime 17 estati della mia vita (e qualche altra sporadicamente in seguito) nel secondo paese della costa tirrenica.
In un momento imprecisato sul finire degli anni Ottanta, in coincidenza con il boom edilizio locale, il mare ha iniziato a fare sempre più schifo. Da trasparente e bellissimo come nei migliori cataloghi d’agenzia, ha iniziato a coprirsi di una schiumetta bianca poi tramutatasi in chiazze marroni.
Dopo una serie di indagini abbiamo avuto la fortuna (sic!) di ammirare il depuratore del paesello che non faceva il suo mestiere e il fiumiciattolo marrone che entrava direttamente a mare.

Lunedì a Roma era festa patronale e mia cugina, che ci abita e lavora, ne ha approfittato per farsi un weekend al mare. Martedì ci siamo sentite via Skype:
F fatto il bagno o dormito tutto il giorno sul lettino as usual?
C mare sporchissimo
C bagno fatto ma poca soddisfazione

Oggi, mentre sgranocchiavo il panino, mammà abborda quelli del tavolo vicino “Non parli male della Calabria, che io sono calabrese!” e il vicino “Guardi che anch’io sono calabrese, ma certe cose non si possono tacere!”. La faccio breve: oggi come vent’anni fa i depuratori in Calabria hanno qualche problema e il mare, che sarebbe bellissimo, fa schifo.

Per approfondire:
* Ambiente: procura sequestra depuratori su Tirreno cosentino – Indagini, impianti non funzionanti o non a norma (ANSA)
* La Procura di Paola sequestra cinque depuratori del tirreno cosentino – Numerose le segnalazioni di bagnanti relativamente al mare sporco e di colore marrone (Il quotidiano della Calabria)
* Mare monstrum 2009: la Calabria “pirata” del Mediterraneo – Il dossier di Legambiente denuncia il disastro in atto nelle coste italiane (MOL)
* Due reati ogni chilometro di costa: è il cemento il primo nemico del mare in Italia – Legambiente presenta Mare Monstrum 2009 il dossier con i numeri e le storie dell’assalto ai litorali (Legambiente)
* depuratori + calabria (GNews)

@update: qualche immagine da Flickr, per inquadrare meglio

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