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Ora, quanto abbiamo visto fin qui non è niente di straordinario: un genio che fraintende un altro genio.
La cosa particolare è che entrambe le interpretazioni di Keplero col tempo risultarono esatte: Giove ha effettivamente una macchia rossa (una immensa tempesta plurimillenaria), e Marte ha due satelliti, Phobos e Deimos!
Phobos e Deimos sono in seguito stati chiamati così proprio in omaggio ai mitologici figli di Marte.
La macchia rossa è stata (ri)scoperta circa 300 anni dopo, nel 1885, mentre i due satelliti sono stati scoperti solo nel 1877.
Un caso di preveggenza? No.
In realtà da una stringa di oltre trenta caratteri possono essere tratte diverse ricombinazioni (diversi miliardi), alcune con un certo significato, se si accettano un latino e degli eufemismi “elastici” come quelli tipici della lingua seicentesca.
Keplero cercava frasi interpretabili in senso astronomico, e per puro caso ha ottenuto due affermazioni vere.
Insomma, va bene essere geni, ma una bella botta di fortuna è comunque gradita!
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