Il miracolo degli anagrammi by

4 Lug
2008

Galileo Galilei era scenziato e persona prudente, poco avvezza a sbilanciarsi al traino dell’entusiasmo.

Con il suo atteggiamento scettico e pacato riuscì anche a irritare l’amico Johannes Kepler quando nel 1597 gli fece avere una copia in anteprima del “Mistero Cosmico”: Galileo non si espresse in un giudizio pubblico, ma si limitò a scrivere allo scienziato tedesco.
Keplero gli fece notare -stizzito- che le sue opinioni gli erano necessarie per combattere i “fuffari” dell’epoca (“avete sottolineato […] l’atteggiamento di ritirarsi davanti all’ignoranza del mondo […] di non provocare alla leggera, il furore dei dottori ignoranti…”).

Passarono 12 anni in cui Galileo non scrisse più a Keplero: 12 anni senza neanche una telefonata, una mail… ma era normale allora.
Nel 1608 Galileo presentò il “Sidereus Nuncius”, dove esponeva le sue scoperte astronomiche. Keplero rispose alla pubblicazione con una “Dissertatio” in cui approvava in pieno il lavoro dell’Italiano.
Questo appoggio incondizionato, sulla parola, gli costò 3 anni di dure critiche e richieste di prove da parte della comunità scientifica tedesca, a cui pose fine con la pubblicazione del “Dioptricae”, un trattato sulle lenti.

In seguito, Galileo scrisse di nuovo a Keplero, ammirandolo per il suo lavoro, e annunciando nuove scoperte; scoperte ancora troppo arretrate per essere pubblicate, ma di cui Galileo voleva assicurarsi la paternità visti i problemi avuti con altri scienziati che si arrogavano l’invenzione del telescopio.

Galileo per protezione scrisse allora all’amico una prima lettera, contenente una parola:
SMAISMRMILMEPOETALEUMIBUNENUGTAURIAS
Un anagramma, da cui dedurre di cosa trattasse la grande scoperta.
continua

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