Duemiladuecento chilometri via web by

1 Feb
2010

Devo ammettere che la storia di Paolo De Guidi mi ha affascinato come non capitava da un po’.

Ha deciso infatti di percorrere (a piedi) la distanza tra Terni e Cambridge – qualcosa intorno ai 2.200 chilometri.
Ripeto, a piedi.

Ok, non è certamente paragonabile alla storia di Alexander Supertramp, però diciamocelo, lasciare un lavoro per intraprendere una sgambettata tutt’altro che raminga dal centro Italia fino in Inghilterra – per raggiungere la fidanzata che lavora a Cambridge – nell’era delle superofferte Ryanair è qualcosa di quantomeno insolito.

Duemiladuecento chilometri reali, non con la Wii Fit.

E ammetto anche che un po’ lo invidio. Io non lo farei mai, però mi coccola l’idea di sapere che c’è gente che ancora è capace di stupire e stupirmi.

Paolo nella sua avventura incontrerà centinaia di persone che lo ospiteranno nel tragitto di poco meno di 100 tappe, cento giorni in cui attraverserà l’Italia, la Svizzera e la Francia per approdare in Gran Bretagna (in nave, mica a nuoto).

Questo vagare è qualcosa di concreto, reale: lui ora si trova in Svizzera, per dire – esattamente a metà percorso. A volte ha qualche dolore alle gambe, altre volte si ritrova a camminare a -9 gradi. A volte si beve un bel bicchiere di vino in compagnia di perfetti sconosciuti che gli apriranno la porta di casa per una doccia e per riposarsi.

Eppure tutto il suo viaggio è incredibilmente impermeato di web: ha pianificato il tragitto con Google Maps, ha trovato sponsor tecnici grazie alla rete, tiene un blog su WordPress, aggiorna il suo status di Twitter, pubblica foto su Flickr e video su YouTube, si accomoda su divani trovati grazie a CouchSurfing: ha messo in moto un meccanismo molto virtuale per risolvere semplici e complessi problemi reali – e permette di seguire il suo tragitto ad appassionati e curiosi attraverso la rete stessa.

A volte queste storie servono a me (e spero a molti altri) per riallacciare un rapporto concreto con la rete: dove persino i pizzicotti sono virtuali e dove un server perduto nelle campagne statunitensi si permette di avvisarci che dovremmo “essere anche amici di“, l’avventura di Paolo mi ha ricordato di quanto è possibile fare e organizzare concretamente grazie al Web.

4 Responses to Duemiladuecento chilometri via web

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Addio ai monti « la francigena contromano

Febbraio 7th, 2010 at 09:53

[…] he goes Come attraversare l’Europa a piedi e raccontarlo su Twitter Duemiladuecento kilometri via web Distanti saluti You’ll never walk […]

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domusorea

Marzo 31st, 2010 at 09:16

Credo ce ne siano molte di storie come quella di Pietro, di gente che arrivata ad un certo punto decide di cambiare rotta, di cambiare strada. L’utilizzo che fa lui della rete è straordinario, davanti ad un operazione del genere possiamo solo dire che la rete, se usata nel modo giusto, può davvero aprirti tutte le strade del mondo … bravo Pietro!!!

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Luciano

Marzo 31st, 2010 at 09:47

domusorea, tutto bello.. una sola domanda… chi il Pietro a cui ti riferisci? 🙂

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domusorea

Aprile 30th, 2010 at 19:34

ops, sorry mi sono confusa, intendevo Paolo.

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