Blood of Elves (recensione) by

3 Gen
2010

Andrzej Sapkowski non è un autore molto conosciuto in Italia. Anzi, a dirla tutta nessuno dei suoi libri è mai stato tradotto nel nostro idioma. Non voglio dire che ci siamo persi un novello Borges (alla fin fine è un autore di libri fantasy) ma insomma, nel nostro paese vengono tradotte e pubblicate delle porcate ignobili e quindi non si capisce bene perché far finta che questo autore non esista.

Comunque cominciamo dal principio: Sapkowski è uno scrittore polacco che, alla tenera età di 38 anni pubblica su Fantastyka (che sarebbe una rivista specializzata in racconti fantasy e di fantascienza analoga alle ben più famose Amazing Stories o Astounding Science Fiction) un racconto dal titolo Wiedźmin (che non è così impronunciabile come sembra se tenete conto che in polacco dź si pronuncia come la g dolce italiana) raccogliendo un gran successo sia di pubblico che di critica.

Come spesso capita da un racconto breve di successo vengono fuori altri racconti e, successivamente, anche una saga di romanzi. I racconti di Sapkowski (sia quelli derivati da Wiedźmin sia quelli che non hanno nulla a che farci) sono ben accolti, tanto che vengono esportati in gran parte del mondo slavo e tradotti anche in francese, tedesco, spagnolo e portoghese. Dato che io non parlo nessuna di queste lingue (ed il mio polacco non è abbastanza buono da poter leggere un libro) mi ero ormai rassegnato fin quando, un opaio di settimane fa, non ho trovato sugli scaffali di una libreria una recente traduzione in inglese di Krew Elfów (letteralmente “il sangue degli elfi”), il primo libro della serie di romanzi derivati da Wiedźmin.

Wiedźma in polacco vuol dire “strega” ma Wiedźmin è un neologismo che, di per sè, non vuol dire nulla e quindi è difficilmente traducibile. Sicuramente non vuol dire “stregone”, che sarebbe Czarownik e nemmeno “stregato”, che sarebbe urzeczony. Usando una perifrasi lo si potrebbe tradurre come “colui che si occupa di stregonerie” ma in inglese l’hanno (ottimamente) tradotto come “Witcher” anche se traduzioni che suonano come “stregone” (Warlock, Hexer, Sorceleur, Brujo ecc.) sono piuttosto comuni.

Comunque sia il personaggio principale NON è uno stregone e neppure un mago ma una sorta di cacciatore di mostri di nome Geralt. Non sto qui a raccontarvi la trama, dato che potete agilmente trovarla altrove, ma piuttosto vi dirò cosa me ne è parso.

Iniziamo col dire che Blood of Elves non è il l’inizio della saga dato che è preceduto da due raccolte di racconti (di cui il primo è stato tradotto in inglese e me lo procurerò al più presto). Di conseguenza l’autore non perde molto tempo a introdurre i personaggi e punta direttamente alla storia vera e propria. Io questa cosa l’ho trovata piacevole dato che trovo sempre un po’ stucchevoli i racconti dove si perdono pagine e pagine a descrivere quanto è muscoloso il protagonista o quanto bella è la principessa di turno. Voglio dire: i canoni del fantasy oramai li conosciamo (anche chi un libro fantasy non l’ha mai letto) e queste descrizioni servono platealmente solo ad allungare il brodo. Invece Sapkowski, invece di descrivere minuziosamente il carattere e la vita di ciascun personaggio, li fa agire e interagire, riusciendo a farci inquadrare ciascuno di loro senza dilungarsi inutilmente.

Il mondo in cui è ambientata la storia è un low-fantasy piuttosto classico dove gli elfi sono tutti invariabilmente alti, belli e nobili, i nani bassi rudi e di buon cuore ecc. Tuttavia si distingue per un’assenza quasi totale della dicotomia fra bene e male. Se è pur vero che da una parte c’è un imperatore tirannico che punta ed espandere i propri domini dall’altro lato i sovrani dei regni che rischiano l’invasione non sono propriamente degli esempi di specchiata virtù ma, piuttosto, dei sostenitori della realpolitik più spinta, disposti a qualunque cosa pur di mantenere (e perché no? Espendere) i loro domini. La trama politica è piuttosto involuta ma più realistica e comprensibile di quella che possiamo trovare nei libri di G.R.R. Martin. L’economia la politica, per quanto semplificate, giocano un ruolo importante in tutto questo: l’imperatore tirannico di qui sopra, impossibilitato per motivi geografici a conquistare con le armi nuovi territori, invade i mercati dei regni che gli resistono con merci a basso costo mandando in crisi le loro manifatture (Made in China anyone?) e spinge alla rivolta le minoranze etniche scatenando delle sanguinose guerre civili che ricordano molto da vicino la situazione fra Israele e Palestina. Stretto fra due fazioni entrambe nel torto il personaggio principale si trova a prendere una posizione neutrale rendendosi così nemico di tutti.

Insomma: “Blood of Elves” è un romanzo dall’apparenza piuttosto classica ma abbastanza profondo da avere almeno due livelli di lettura. Se siete amanti della Sword&Sorcery più tradizionale non resterete delusi, dato che di combattimenti (anche piuttosto cruenti) ce ne sono pure troppi. Se invece siete alla ricerca di un fantasy un filo più “adulto” potete saltare le dettagliate descrizioni dei duelli e gustarvi un romanzo più psicologico senza il peso di pagine e pagine di insopportabili monologhi interiori (come capita fin troppo spesso).

Essendo il primo libro di una saga di 5 romanzi però non vi aspettate che ci sia un finale degno di questo nome. Tutto è rimandato ai libri successivi che ancora non si trovano (il secondo però dovrebbe uscire in inglese nei prossimi mesi quindi non tutte le speranze sono perdute).

p.s. Nell’improbabile caso che ci sia un editore all’ascolto il mio vivo consiglio è quello di dare una chance a questa saga. Se ha avuto successo nei tre quarti dell’europa perché non dovrebbe averne anche da noi?

3 Responses to Blood of Elves (recensione)

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» Blood of Elves (recensione) Faccio Cose Vedo Gente

Gennaio 8th, 2010 at 01:16

[…] Link fonte: » Blood of Elves (recensione) Faccio Cose Vedo Gente […]

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Roberto

Agosto 3rd, 2010 at 12:08

ho visto solo per puro caso il libro tradotto in italiano come il guardiano degli innocenti.
sia il racconto che il modo in cui è scritto m’hanno praticamente stregato quindi sono assetsato di avere altre notizie su questo scrittore e sui suoi libri, ma sopratutto del seguito di questo primo libro edito da editrice nord e, visto che mi sembri parecchio informato… mi sai dire qualcosa??? 🙂
Grazie!!!!

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J B

Settembre 1st, 2010 at 09:25

@Roberto: felice che il libro ti piaccia ma, da quello che capisco, “Il guardiano degli innocenti” non è la traduzione italiana di “Blood of Elves” ma di “The last Wish”, una raccolta di racconti brevi che fa un po’ da preludio alla saga vera e propria.
Da quando ho scritto questa recensione ho anche comprato la versione inglese di “The last wish” e me la sono letta. Si tratta di alcuni dei primissimi racconti scritti da Sapkowski e, come tali, soffrono un po’ di ingenuità. Se però questo libro ti è piaciuto ti consiglio vivissimamente di cercarti “Blood of Elves” e leggerlo, che è mille volte meglio 😉

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