Wiki, web2.0, copyright, Wikipedia, Wikimedia, GNU, Creative Commons
Dopo aver iniziato qui la discussione ho deciso di guardare con un occhio più attento gli strumenti che i vari motori di ricerca mettono a disposizione per valutare riviste e ricercatori in ambito scientifico. Iniziamo a vederne qualcuno:
Il “citation half-life” è uno strumento, parallelo all’impact factor, che dovrebbe dare un’idea della qualità media di una rivista. Se la rivista tal dei tali pubblica un articolo questo riceverà un certo numero di citazioni; tuttavia questa citazioni non arriveranno tutte insieme. Alcune arriveranno quasi subito (principalmente da altri ricercatori che stavano già lavorando su una cosa simile) ma la maggior parte arriveranno nel giro di qualche mese/anno, quando cioè la comunità scientifica ha avuto abbastanza tempo per prendere visione di quel lavoro ed utilizzarlo come trampolino di lancio per lavori successivi (qui stiamo prendendo in considerazione solo la rosea ipotesi che il lavoro in questione serva a qualcosa). Tuttavia, inevitabilmente, dopo qualche anno l’articolo in questione tenderà a diventare obsoleto ed il numero di citazioni ricevute inizierà a scemare. Quanti anni servano perché un articolo passi nel dimenticatoio dipende (in prima approssimazione) dalla carica di novità e dell’importanza dell’articolo stesso. I lavori che aprono un nuovo campo di ricerca o che spalancano nuove prospettive continueranno ad essere citati a lungo, mentre quelli che si occupano di dettagli tecnici saranno presto dimenticati.
Il “citation half-life” si prefigge proprio di dare una stima sintetica del lasso di tempo oltre il quale gli articoli pubblicati su una data rivista cadono nell’oblio. Questo è un indice sia della qualità degli articoli pubblicati ma anche della visibilità di una data rivista.
Come l’impact factor anche il citation half-life non è però esente da difetti e problemi. Infatti una review su un argomento ha pochissimo valore aggiunto rispetto ai singoli articoli che mostravano i risultati di cui si parla. Tuttavia, essendo molto più sintetica e di facile utilizzo, verrà plausibilmente citata molto più a lungo degli altri articoli. Questo fatto da solo “regala” alle riviste che pubblicanop un garn numero di review un citation half-time sproporzionatamente lungo rispetto a riviste che pubblicano solo articoli innovativi.
In più questo indice si porta dietro gran parte dei problemi dell’impact factor.
La morale è che mentire con le statistiche è fin troppo facile (soprattutto quando si cerca di usare solo pochi indicatori sintetici) anche in ambito scientifico, dove la statistica dovrebbe essere nota ai più.
Comments are closed.