Scegliersi un relatore: piccolo decalogo di consigli assortiti by J B
26
Mar
2010
Qualche tempo fa Peppe aveva scritto un post dove riportava le leggi di Herman: una serie di 20 consigli (scritti da un professore) su come uno studente si dovrebbe comportare nei confronti del proprio relatore di tesi e della ricerca che sta facendo. Queste 20 regolette sono tutte piuttosto valide ma gli manca qualcosa: ovvero non dicono minimamente ad uno studente come scegliere un buon relatore per la tesi (o per i dottorato).
Chiarendo subito che la mia esperienza è limitata all’ambito scientifico (le cose nei settori socio-umanistici sono probabilmente MOLTO diverse) provo a buttare giù anch’io qualche piccolo consiglio:
- Quasi mai un professore fa ricerca sulle stesse cose che insegna. L’argomento generale magari è quello ma la ricerca accademica è quasi sempre alcune decine di anni avanti a quello che si può ragionevolmente insegnare in un corso. Cercate quindi un professore che si occupi di un argomento che vi interessi. Non uno che lo insegni.
- Più che il relatore vero e proprio quello che conta è il supervisore. C’è un sacco di persone (ricercatori, tecnici laureati, personale CNR) che magari non possono essere ufficialmente il vostro relatore ma che possono seguirvi durante la tesi e magari sono responsabili di gruppi di ricerca più che buoni. L’unica cosa è che, al momento della presentazione della tesi, avrete bisogno anche di un correlatore. Nulla di male, di correlatori se ne trovano a bizeffe.
- Alcuni professori sono anziani e famosi. Dei veri e propri nomi nel settore. Fare la tesi con uno di questi può essere una gran bella cosa per il vostro cv ma fate molta attenzione. Gran parte di questi “grandi nomi” in realtà non si occupa di ricerca da anni. In questi casi valutate non solo il grande nome ma anche la persona che vi seguirà veramente.
- Tenete sempre bene a mente che un professore NON vi sta facendo un favore ad accettarvi come tesisti. Siete voi che fate un favore a lui. Un bravo tesista è forza lavoro gratuita. Certamente un professore può decidere di non prendervi perché non ha tempo da dedicarvi o perché non vi ritiene abbastanza bravi. Ma, se vi prende a lavorare con lui è perché pensa che ne avrà un vantaggio, non perché sia gentile o altro.
- Un professore che accetta o meno i tesisti in base alla loro media di libretto è un cattivo relatore. Questa è una regola universale. Il vostro relatore ha il pieno diritto di sapere che media avete e magari anche i singoli voti in certi esami che reputa importanti. Ma un bravo relatore decide se vale la pena o meno di avervi con lui dopo aver parlato con voi. Magari dopo avervi fatto qualche domanda per saggiare la vostra preparazione e/o la vostra capacità di ragionare sulle cose. Ma se guarda solo (o principalmente) alla vostra media scartatelo subito senza guardarvi indietro.
- Tranne in rarissimi casi non siete voi che dovete proporre al professore l’argomento di tesi. In quanto studenti non avete ancora abbastanza familiarità con quel settore specifico di ricerca per sapere veramente dove andrete a parare. Potete (e di solito viene apprezzato se lo fate) leggervi qualcosa prima e dire che un certo argomento vi interessa ed un altro no. Però deve essere il professore a proporvi uno o più argomenti (anche perché è lui che ha deciso su quali indirizzi di ricerca investire soldi e energie).
- Se non sapete di preciso a chi andare a chiedere ma avete una vaga idea di quale è l’argomento che vi piacerebbe un’ottima tecnica è quella di andare dal prof. che insegna la materia più vicina a quell’argomento e chiedergli consiglio su quali professori/ricercatori si occupano di quelle cose. Non abbiate paura che vi mangino; quasi sempre i professori sono ben disposti verso gli studenti che mostrano buona volontà .
- Se avete l’ambizione di proseguire con una carriera accademica mettete in conto che, dopo il dottorato, il numero di professori con le disponibilità finanziarie per mantenervi a lavorare da loro è molto limitato. Riuscire a restare per sempre nell’università dove avete studiato è possibile ma piuttosto improbabile (a meno che non vogliate fare una vita da portaborse). Mettete quindi in conto di cercarvi un relatore pieno di soldi o di cambiare università dopo la laurea/dottorato.
- In vita mia nessuno mi ha mai chiesto con che voto io mi sia laureato (se non in qualche modulo che nessuno ha mai veramente letto). Più che il voto con il quale uscirete quello che conta sul serio per il resto della vostra vita (sia che continuiate la carriera accademica sia che usciate dall’università ) è quanto avete imparato. Cercate un gruppo dove si possa imparare tanto, non uno dove pensate di poter ottenere grandi risultati scientifici. La laurea fa ancora parte del vostro percorso universitario. Alle grandi pubblicazioni pensateci dopo (magari durante il dottorato se volete farlo).
- Metterci anni a finire la propria tesi NON è la norma. I tempi variano molto da persona a persona e anche in base a quanti esami dovete ancora dare quando iniziate. Se però ci lavorate sul serio ed a tempo pieno in qualche mese (direi 6-8 ma questo cambia da facoltà a facoltà ) dovreste aver fatto abbastanza lavoro da potervi laureare. Ricordatevi che, mentre sarebbe il caso di uscire dal dottorato con almeno uno o due risultati pubblicabili, questo non è necessario per la laurea. Ovviamente al vostro relatore farebbe comodo che voi continuaste a lavorarci sopra ma il vostro tempo è troppo prezioso per sprecarlo. Quando avete una mole sufficiente di lavoro fatto scrivete la tesi, laureatevi e se poi il vostro relatore vuole che continuiate che vi faccia un contratto e vi paghi.
Ovviamente si potrebbe continuare all’infinito ma, per adesso, penso che questo piccolo decalogo basti.
- In: lavoro|ricerca|scienza e dintorni
- Tags: consigli, decalogo, dottorato, Herman, leurea, professore, relatore, ricercatore, scegliere, supervisore, tesi, voti
4 Responses to Scegliersi un relatore: piccolo decalogo di consigli assortiti
peppe
Marzo 26th, 2010 at 16:54
Come ben sai, l’ultimo frase dell’ultimo punto del tuo decalogo la apprezzo molto. A questo punto si può partire con il decalogo per il post-dottorato 😉
Maurizio
Ottobre 27th, 2011 at 19:44
Aggiungo solo un paio di note.
Il tesista NON è forza lavoro completamente gratuita. Qualunque tesista, se messo in laboratorio senza guida, puó causare danni ingenti. Per cui in realtà il tesista assorbe molta energia al relatore. Anche perchè spesso capita che l italiano sia una lingua semi sconosciuta e quindi la revisione della tesi…diventa cosa lunga 😉
Altra nota: spesso, il gruppo pieno di soldi NON è quello dove si impara di più…mai capito perchè (certo esistono le eccezioni)
Ginevra
Agosto 30th, 2012 at 19:44
Mi laureo tra un mese e il mio relatore tutto quello Che ha fatto e’ stato solo darmi 2 articoli da cui partite.. Ora e’ in ferie e nn risponde alle email e durante tutto l’anno non ha Mai voluto correggere niente dicendo di non preoccuparmi. Io ho sempre lavorato duro ho la media molto alta.. Ma Questo supera le mie competenze. Che fare in questi casi?
J B
Agosto 31st, 2012 at 08:51
Cara Ginevra,
A naso (e senza sapere niente che non sia scritto nelle tue 2 righe di commento) direi che hai evidentemente scelto male il relatore (vedi i punti nel post qui sopra) ma la cosa non è irreparabile.
Io non so cosa tu studi o di cosa si occupi il prof. a cui hai chiesto la tesi, ma se lui non ti ha mai dedicato più di 5 minuti allora hai fatto una cattiva scelta. Capita. Ho conosciuto gente bravissima andarsi ad impantanare con relatori magari bravi dal punto di vista scientifico ma pessimi da un punto di vista umano. È sgradevole ma non una tragedia. Stringi i denti, laureati e poi cambia aria il più rapidamente possibile.
Ricordati però di mantenere sempre un rapporto il più civile e positivo possibile col tuo relatore di tesi. Magari non ha mai filato ma non ha senso farsene un nemico. Se vuoi andare a farti un dottorato all’estero potrebbe servirti (a seconda dell’università e del paese) una sua lettera di raccomandazione e magari qualche consiglio. Anche il relatore meno presente può elargire ottimi consigli se lo prendi dal verso giusto.
A seconda della situazione particolare poi potrebbero esserci altre cose che puoi fare:
* Oltre al relatore non c’è nessun altro nel gruppo che potesse supervisionarti? Un post-doc? Un dottorando un minimo esperto? Se sì perché non ti sei rivolta a loro? Se no vuol dire che il gruppo consiste solo ed unicamente nel supervisore?
* Hai mai parlato di questo problema col tuo relatore? Magari lui semplicemente non ha mai pensato che ci fosse qualcosa che non andava. Magari ti vedeva indipendente e pensava che la situazione a te andasse bene. Ricordati di non fare MAI l’errore di pensare che gli altri siano telepati e che possano indovinare cosa pensi. Se non hai mai parlato di questo problema fallo immediatamente (discutendo in maniera civile).
* Aver sempre lavorato duro ti fa onore. Avere la media alta invece (tranne che nella testa degli studenti e di alcuni responsabili delle risorse umane) conta come il due di picche. Al riguardo vedi il penultimo punto nel post qui sopra.