Wiki, web2.0, copyright, Wikipedia, Wikimedia, GNU, Creative Commons
Divertiamoci un attimo a fare un paragone fra due casi isolati:
Alla Cornell University cercano una persona per fare il ricercatore in uno dei loro laboratori. La notizia che questa posizione è facilmente recuperabile on-line ed è accessibile da tutto il mondo. Dato che stiamo parlando di una università negli USA il fatto che tutto sia scritto in inglese è probabilmente una banalità , ma comunque sia permette anche a stranieri (come me) di capire i dettagli del bando e di partecipare. Se decidessi che sono adatto alla posizione (NB non lo sono, è un posto su un argomento di cui mi intendo pochissimo) tutto quello che dovrei fare per partecipare alla comparazione valutativa sarebbe scrivere il mio curriculum vitae, una lettera di accompagnamento, la lista delle mie pubblicazioni, una lettera dove descrivo in dettaglio i miei interessi scientifici e le mie esperienze in quel settore. In questo caso non c’è ma in moltissimi altri bandi che ho visto vengono anche richieste due o più lettere di presentazione. Insomma, nulla che non si possa preparare agilmente in un mezzo pomeriggio (oddio, le lettere di presentazione posso richiedere un po’ più di tempo a seconda della persona a cui la si richiede) per poi spedire tutto via e-mail.
Anche all’Università di Padova cercano una persona per fare ricerca. La notizia di questa posizione non solo non appare su nessuno dei siti internazionali più famosi (Nature Jobs, ScienceCareers, PhysicsToday ecc) ma nemmeno sul sito del miur (fate pure la prova). L’unico modo di scoprire che c’è questa possibilità è che ve lo dica qualcuno oppure che capitiate per caso sulla pagina dedicata sul sito unipd. Il tutto, a testimonianza della valenza internazionale della cosa, è rigorosamente in italiano senza nemmeno un breve riassuntino in inglese. Per partecipare un povero diavolo deve inviare (reggetevi che la lista è lunga): fotocopia del documento di identità , fotocopia del codice fiscale, domanda di partecipazione (da compilare in italiano e dove, per qualche assurdo motivo, ti chiedono anche se hai fatto o meno il servizio militare), 2 copie del curriculum vitae, 2 copie dell’elenco dei titoli (il fatto che mi son laureato, dottorato ecc sarebbe già scritto sul cv ma lasciamo perdere…), 2 copie dell’elenco delle pubblicazioni (ma al massimo 10, pena l’esclusione, sia mai di assumere qualcuno bravo), un’autocertificazione che tutto quello che ho detto è vero e, infine, un plico separato contenente la copia cartacea delle pubblicazioni (inclusa la tesi di dottorato) e dei titoli. Il tutto va compilato on-line E spedito per raccomandata con ricevuta di ritorno. Considerando che sto inviando buona parte delle infomazioni almeno tre volte su fogli diversi e che, comunque sia, il ministero già ha il mio curriculum scientifico completo e la mia lista delle pubblicazioni completa sul suo sito verrebbe da chiedersi che senso abbia fare tutto ‘sto lavoro. In più non è assolutamente possibile inviare le mie pubblicazioni in formato digitale (nè nella forma di caricarle su un loro sito nè nella forma di spedizione di un CD); a me va ancora bene che la mia tesi di dottorato è solo 103 pagine e che nel mio settore gli articoli sono tutti piuttosto brevi, ma c’è gente che lavora in settori dove scrivere saggi e/o capitoli interi di libri è prassi normale. Quanto costa stampare ed inviare il tutto? Quanta carta abbiamo usato inutilmente? Quanta fatica ho fatto per iscrivermi a questo concorso?
Insomma: qui in Italia il bando è un papiro di 18 pagine in burocratichese stretto e, per partecipare, devo spedire circa 3 kg di carta, lì nei paesi civili il bando è una mezza paginetta in lingua corrente e, per partecipare, devo inviargli una mail. Notate nessuna differenza? Qualcuno è ancora stupito che gli scienziati stranieri non vengano in Italia a lavorare?
7 Responses to Burocrazia di qui, burocrazia di lì
Tooby
Ottobre 13th, 2009 at 14:31
Idem anche se usciamo dall’università : Report domenica ha mostrato che mentre in Italia il regolamento comunale dell’edilizia occupa cinque libri, in Germania è una pagina A3.
(Io però sono stupito che ‘uno’ scienziato italiano non vada all’estero a lavorare 😛 )
Gianluigi
Ottobre 13th, 2009 at 14:56
Ancora con la domanda che aleggia nell’aria (riuscirò anche io a completare tutte le carte?) un piccolo suggerimento: so che con Google si trovano tutti i riferimenti, ma un bel link al lettore generico dei siti di reclutamento che hai citato ci stava bene.
Tra l’altro ho appena scoperto di non essere iscritto a ScienceCareers e PhysicsToday!
Dovrò riparare quanto prima!
J B
Ottobre 13th, 2009 at 15:06
@Gianluigi: mentre trovare la pagina del miur dove vengono raccolti (???) i bandi è un’impresa non da poco (ed infatti il link l’ho dato) trovare siti come Nature Jobs è banale (basta, appunto, digitare “Nature Jobs” in un qualunque motore di ricerca). Quindi dare i link diretti è inutile.
@Tooby: ne abiamo già parlato, per almeno altri 10 mesi (più o meno) sono vincolato all’Italia per question familiari.
Tooby
Ottobre 13th, 2009 at 15:17
Non me lo sono dimenticato 😛
G.
Ottobre 13th, 2009 at 19:59
Tranquillo, tra 10 mesi [insulto] Calderoli avrà già fatto la necessaria “semplificazione normativa” per la quale esiste il suo ministero…
Mkz
Ottobre 14th, 2009 at 07:44
Non ti hanno chiesto di pagare un bollettino e di inviarne fotocopia: serve per rispedirti indietro le pubblicazioni dopo il concorso. Paradosso dei paradossi.
» Semplificazione delle procedure Faccio Cose Vedo Gente
Ottobre 26th, 2009 at 14:59
[…] Burocrazia di qui, burocrazia di lì […]