Vita di seggio by

9 Giu
2009

Quest’anno mi hanno fatto fare il presidente di seggio. Forse non è stata la tornata elettorale più facile del mondo per farsi la prima esperienza in questo senso ma avevo già fatto lo scrutatore millemila volte e le persone al seggio con me erano più che sveglie. Insomma, in qualche modo ce la siamo cavati.

Vorrei mettere qui qualche considerazione sparsa su queste elezioni e sul meccanismo delle votazioni in generale, il tutto rigorosamente visto da dietro le urne.

  • Al giorno d’oggi non esiste alcun buon motivo per usare delle matite copiative. Capisco che il produttore di matite copiative ci tenga, ma continuo a non capire perché non usare una comunissima penna.
  • In tanti anni ai seggi non mi è mai capitato di vedere (o anche solo di sospettare) qualòcuno che trasformasse una scheda bianca in una scheda votata. Magari esistono zone d’Italia dove questo capita ma mi permetto di dubitarne. Il numero di persone con gli occhi puntati sulle schede è alto e la possibilità che siano tutti collusi mi sembra perlomeno remota. Tra l’altro una scheda non può diventare votata se è stata dichiarata bianca, non tornerebbero più i conti. Sospettare che ci sia un complotto che trasforma la vostra scheda bianca in una votata è paranoia. Poi siete liberissimi di essere paranoici se proprio ci tenete.
  • In molti hanno la convinzione che, se scrivono una frase di protesta sulla scheda, questa venga letta a voce alta dal presidente e venga messa a verbale. Tralasciando il fatto che non capisco che gusto ci sarebbe nel veder trascritti in un verbale i propri deliri personali il problema di fondo è che questa convinzione è falsa! Il presidente si limita a dichiarare la scheda nulla (le frasi vengono lette solo se spriritose per alleggerire l’atmosfera) e sul verbale scrive solo che l’intenzione di voto dell’elettore non era desumibile dai segni tracciati. Nessuna trascrizione sui verbali. Mi dispiace ma è così.
  • La storia dei telefonini e delle macchine fotografiche è un’idiozia per moltissimi motivi. Innanzi tutto il presidente di seggio non ha l’autorità di perquisire gli elettori e quindi si deve fidare della loro parola (se uno vuol proprio fotografare la pripria scheda . Seconda di poi è facilissimo fotografare un voto e darne un altro. È poco noto al grande pubblico ma se sbagliate a votare, cancellate e mettete la croce su un altro simbolo (o scrivete una preferenza diversa) il voto è valido. Quindi uno potrebbe entrare nella cabina, mettere il segno sul simbolo del partito A, fotografarlo, mandare la foto in modo da ricevere il compenso pattuito, cancellare con uno scarabocchio il segno appena messo ed apporne uno sul simbolo del partito B. Alla fine il voto sarebbe valido per il partito B ma il candidato del partito A (convinto di aver comprato un voto) si troverebbe con un pugno di mosche.
  • I rappresentanti di lista sono le persone più annoiate sulla faccia della terra. Passano l’intera durata della votazione a non far niente per i corridoi e a discutere con gli altri rappresentanti di lista. Poi, arrivati al momento dello scrutinio, sono arrabbiati col mondo per la giornata passata a fancazzeggiare e rompono le scatole su dei dettagli insignificanti (spesso trascurando le cose che magari avrebbero una certa importanza).
  • Scopo dei rappresentanti di lista sarebbe quello di vigilare sul corretto svolgimento delle procedure. Tuttavi, finito lo scrutinio, i rappresentanti di lista se ne vanno tutti. Invece dopo lo scrutinio c’è da compilare i verbali e riempire i vari plichi. Se c’è un broglio da fare è proprio quello l’unico momento dove è teoricamente possibile farlo. E nessuno di loro si prende la briga di controllare. Misteri…
  • Far fare lo scrutinio delle europee alla fine delle votazioni la domenica sera è stata una pessima idea. Le persone al seggio sono lì dalle 7 di mattina e quindi sono stanche e nervose. Le probabilità di commettere un errore (anche in perfetta buona fede) sono altissime. Al mio seggio non abbiamo sbagliato nulla e comunque abbiamo consegnato i plichi sigillati al comune (con verbali e schedse votate) alle due di notte. Un seggio che tanto tanto abbia sbagliato una sola scheda ci ha fatto almeno le quattro (con conseguente accumulo di stanchezza ed aumento delle possibilità di commettere errori).
  • La compilazione dei verbali è cervellotica. Sono convinto che ogni reponsabile delle elezioni dovrebbe fare il presidente di seggio (o almeno il segretario) una volta nella vita per rendersi conto di quanto siano stupidi i verbali che ci danno e di quanto siano poco chiare e contraddittorie le istruzioni fornite.
  • Segnare come preferenza il nome di una persona che non è candidata in nessuna lista è inquivocabilmentee motivo di annullamento della scheda. Mi dispiace per tutti quelli che hanno messo Berlusconi come preferenza alle comunali ma così facendo non solo hanno annullato il loro voto di preferenza, ma anche il proprio voto di lista ed il proprio voto all’elezione del sindaco.
  • Va bene frazionare i partiti della sinistra, ma perché sulle schede delle comunali da noi doveva esserci un partito chiamato “La Sinistra Scandicci” ed uno chiamato “Sinistra per Scandicci”? Non lo immaginavate che la gente avrebbe fatto casino? Non vi è venuto in mente che avrebbero messo la croce su un simbolo e la preferenza per un candidato di un altro partito invalidando così la scheda? Non vi è passato per il cervello che così facendo avete perso voti in due?

Aggiornamento

Dato che (sia qui nei commenti che in privato) mi sono stati chiesti alcuni chiarimenti provvedo:

A pagina 99 delle “Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione (Elezione diretta del presidente della provincia e del consiglio provinciale. Elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale. Pubblicazione n.14)” in fondo alla pagina (paragrafo §96 – Principio della non riconoscibilità del voto) si legge: “La giurisprudenza prevalente del Consiglio di Stato è comunque ferma nel ritenereche è nullo il voto che contenga l’espressione di preferenza per un nominativo che non corrisponde a quello di nessuno dei candidati, costituendo siffatta erronea indicazione un palese segno di riconoscimento del voto, salvo che, per tipo di errore e per collocazione del nominativo, possa ritenersi che si tratti esclusivamente di un errore dell’elettore dovuto ad ignoranza”. La mia interpretazione (che ha trovato concordi all’unanimità scrutatori e rappresentanti di lista di ogni schieramento) è che, mentre l’errore di spelling o l’aver sbagliato il rigo su cui scrivere lasciano il voto più che valido, l’inserire la preferenza per “Paolino Paperino” vada considerato un segno di riconoscimento e quindi annulli il voto. L’analogo manuale di istruzioni per l’elezione dei membri del Parlamento europeo è, su questo argomento assai meno chiaro (non esiste una sezione dedicata esplicitamente alla disanima dei casi di riconoscibilità del voto) e quindi, in accordo con scrutatori e rappresentanti di lista, abbiamo deciso che, nel caso ci fossimo trovati davanti a casi analoghi, avremmo applicato lo stesso principio. In realtà poi alle elezioni europee casi di questo genere non ne abbiamo avuti e quindi il problema non si è posto (per le comunali invece ne abbiamo avuti quattro o cinque).

Nelle pagine 98 e 99 (sempre paragrafo §96) del manuale si legge: “non invalidano il voto espresso, non potendo assurgere, di per sé, al rango di segno di riconoscimento: […] il voto espresso da un elettore in sostituzione di uno precedentemente segnato e cancellato, per errore o per resipiscenza; tale voto va quindi ritenuto valido, purché nel caso concreto sia univoca la volontà dell’elettore stesso di recedere dalla precedente espressione di voto”. Anche qui l’interpretazione ci è sembrata chiara: cancellare in modo chiaro il voto e sostituirlo con un altro è lecito e non invalida la scheda in alcun modo (anche qui gli unici due casi li abbiamo avuti in relazione alle comunali ma avrei applicato lo stesso principio anche alle europee se si fosse presentata l’occasione).

Spero di aver chiarito la cosa.

12 Responses to Vita di seggio

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Tooby

Giugno 9th, 2009 at 12:50

Sul secondo punto: Scandicci è troppo a nord per avere situazioni in cui i candidati scoprono che anche il loro voto è scomparso…

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EdoM

Giugno 9th, 2009 at 13:53

“Innanzi tutto il presidente di seggio non ha l’autorità di perquisire gli elettori”

Forse non sai (ma dovresti avendo fatto il presidente” che il presidente di seggio è UFFICIALE DI PUBBLICA SICUREZZA per tutto il tempo in cui il seggio è aperto.

Cmq, sarebbe vietato portare in seggio macchine fotografiche o telefonini. Sarebbe sufficiente chiedere all’elettore di depositare il telefono e se si notano rigonfiamenti delle tasche, chiedere di svuotarle.
Le donne dovrebbero lasciare la borsa fuori dalla cabina.

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J B

Giugno 9th, 2009 at 13:59

@EdoM: certo che lo so che il presidente di seggio è un ufficiale di pubblica sicurezza. Questo tuttavia continua a non darti l’autorità di perquisire nessuno. Certo uno può chiedere di lasciare fuori cellulari e borsette (cosa che io ho puntualmente fatto) ma temo che con i cellulari moderni ci siano ben pochi rigonfiamenti chiaramente visibili nelle tasche.

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Nemo

Giugno 9th, 2009 at 23:39

>Segnare come preferenza il nome di una persona che non è candidata in nessuna lista è inquivocabilmentee motivo di annullamento della scheda.

Puoi elaborare meglio? Non trovo la fattispecie nei motivi di nullità della scheda qui: http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/16/0437_ELE_EU_pubblicazione_n_4.pdf (una lettura molto interessante) p. 88. Inoltre:

«Principio
fondamentale di tutti i sistemi elettorali basati sullo scrutinio di lista è che una
scheda valida rappresenta un voto di lista valido.» (p. 88)
« Invece la nullità dei voti di preferenza o le eventuali contestazioni sui
medesimi non importano necessariamente la nullità della scheda, la quale, se
non è nulla per altre cause, rimane valida agli effetti del voto di lista.» (p. 90)
« I casi di nullità del
voto di preferenza erano tassativamente e chiaramente indicati dagli artt. 59,
60 e 61 […» (p. 89)
« 4. Le preferenze per candidati compresi in liste di altri Collegi sono inefficaci.
5. Sono, altresì, inefficaci le preferenze per candidati compresi in una lista diversa da quella votata.» (p. 127)

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J B

Giugno 10th, 2009 at 09:19

@Nemo: la cosa ti potrà stupire ma, prima dell’insediamento del seggio, io i manuali di istruzioni li ho letti accuratamente ed ho provveduto a chiedere chiarimenti a chi di dovere sui passaggi che mi sembravano dubbi.
Ovviamente le norma lasciano sempre un certo grado di libertà nella loro interpretazione ma, francamente, insinuare che io abbia preso le mie decisioni sulla base di un capriccio momentaneo o per sentito dire lo trovo un tantinello insultante.

p.s. Vedi sopra (nell’aggiornamento all’articolo) per le referenze alle indicazioni che io ho seguito.

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Skyluke

Giugno 10th, 2009 at 11:20

Nel caso specifico da te descritto però, segnare “berlusconi”, può non trattarsi di segno di riconoscimento, anche in considerazione del fatto che lo stesso era presente nelle liste delle europee e che il nome è riportato nel simbolo, e può quindi essere considerato come un errore dovuto alla presenza di più schede, ma la volontà dell’elettore è comunque chiara. Diverso è il discorso di Paolino paperino o Bepppe Grillo che dir si voglia, che è chiaramente un segno di riconoscimento.

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J B

Giugno 10th, 2009 at 12:16

@Skyluke: qui entriamo nel magico mondo dell’interpretazione caso per caso. Secondo me la scheda è nulla (tanto che l’ho annullata senza che il rappresentante di lista del PdL avesse nulla da obbiettare) ma devo dire che io sono piuttosto rigido nell’applicazione delle regole.

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Nemo

Giugno 12th, 2009 at 01:02

@J_B: non c’è bisogno di rispondere in modo cosí piccato, ho solo chiesto chiarimenti sapendo che sei in grado di darli, e ti ringrazio per averlo fatto. 🙂 È molto interessante questo capitolo XXII (http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/16/0438_ELE_AMM_Pubbl_14__1_320.pdf).
Trovo che “Berlusconi” sia un po’ diverso da “Paolino Paperino”. Andandosi a leggere le sentenze citate (http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/frmSentenza.asp?val=200405742&nrg=&nomedoc=&tipo=SE&sez=5, http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/frmSentenza.asp?val=200400374&nrg=&nomedoc=&tipo=SE&sez=5, http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/frmSentenza.asp?val=200102291&nrg=&nomedoc=&tipo=SE&sez=5) si vede che si riferiscono all’annullamento di schede con preferenze per «“Giovanni Di Ghegorio”, candidato inesistente, in luogo di “Vitaliano De Gregorio”» e “Antonio Strangio” invece che “Vincenzo Strangio” (dove i secondi sono candidati consiglieri comunali nella lista “giusta” e senza ambiguità: ?).
Nell’altra sentenza citata si legge: «Nella scheda di che trattasi, l’elettore ha barrato con una croce il simbolo della lista “Bertrand Sindaco Polo Civico” ed ha indicato un nome (Panza Matteo), appartenente ad una persona estranea alla competizione elettorale, nello spazio sottostante al nome del candidato sindaco, riservato all’indicazione delle preferenze per consigliere comunale. Il nominativo, sebbene erroneo, appare posizionato in maniera corretta e ciò induce il Collegio a ritenere che si tratti soltanto di un errore dell’elettore dovuto ad ignoranza e non manifestazione dell’intento di precostituire un segno di riconoscimento, salva specifica prova in tal senso, peraltro non offerta al Collegio» (http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/frmSentenza.asp?val=200600109&nrg=&nomedoc=&tipo=SE&sez=5). E questo nonostante tale Panza non fosse candidato da nessuna parte.
Poi a pagina 100, nota 1 (ultimo punto) c’è scritto: «è invalida la scheda che reca, accanto al contrassegno di lista, non votato, in luogo del voto di preferenza, il nome di un candidato dello stesso partito ma per altra contemporanea elezione (Sez. V, n. 271 del 19-6-1981)», il che però significa solo che una preferenza a una persona dello stesso partito ma non candidata nella lista non è sufficiente a trasmettere un voto alla lista stessa.
Non so, a me non sembra cosí inequivocabile quello che hai affermato e applicato (per quanto plausibile); condivido il giudizio sulla scarsa efficacia dei rappresentanti di lista, che avrebbero dovuto contestare le schede, se fossero stati furbi (meglio cosí :-p). D’altro canto per quieto vivere è normale accordarsi per semplificarsi un po’ la vita.

P.s.: Curiosa l’insistenza sulle «condizioni socio-culturali della collettività chiamata ad esprimere il voto» e sull’ignoranza degli elettori di cui si chiede [di considerare valido] il voto. 😀

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J B

Giugno 12th, 2009 at 07:52

@Nemo: pensa un po’ che io, trovando scritto “Giovanni Di Ghegorio” e vedendo che c’era un candidato chiamato “Vitaliano De Gregorio” candidato nella lista votata non mi sarei fatto assolutamente problemi e avrei accettato la preferenza (infatti ho accettato come perfettamente lecite scheda con errori di spelling nei nomi ben peggiori). Se però il nome scritto non era riconducibile a nessuno dei candidati di nessuna lista allora l’idea che la scheda debba essere accettata lo stesso la trovo un tantinello stiracchiata.

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CSE

Giugno 12th, 2009 at 17:49

tutto ad interpretazione del presidente, altrimenti ci metterebbero un contatore automatico di preferenze… poi, a che servono i rappresentanti di lista? concordo con JB, ci sono nei momenti inutili e poi scappano… bah!

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Nemo

Giugno 12th, 2009 at 23:04

@J_B: infatti, anch’io, la cosa mi ha un po’ sorpreso. La scheda con preferenza per Panza l’avrei annullata in quanto riconoscibile, invece quelle con Berlusconi non le considererei riconoscibili perché se facessi voto di scambio non mi affiderei a un simile sistema per verificare che mi arrivino i voti giusti, dato che ci saranno sempre gli “ignoranti” che mettono Berlusconi ovunque.
Ho l’impressione che al Consiglio di Stato si arrampichino un po’ sugli specchi per evitare che la gente tenti troppo spesso di ribaltare il risultato delle elezioni per vie giudiziarie.

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Nemo

Giugno 12th, 2009 at 23:06

O meglio, “Giovanni Di Ghegorio” la considerano nulla perché non è giusto né il nome né il cognome, mentre “Antonio Strangio” perché chi ha fatto ricorso si è inventato che fosse Vincenzo conosciuto come Antonio, quindi li hanno voluti punire per questa panzana.

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