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Qualche tempo fa, la Lega Nord lanciò la campagna “Padroni a casa nostra”, con la collaborazione del Movimento per le Autonomie*.
Lo slogan era sorto in occasione del progetto di trasformare l’Italia una Repubblica Federale (in pratica, rendere autonome le singole regioni e altri enti in più materie – da pochi giorni lo sono per quanto riguarda parte dell’economia – ; con tutti i pro e contro del caso). Logicamente, per chi fa gli interessi soprattutto del Settentrione della Penisola, occorre uno slogan forte, per quanto potenzialmente discriminante.
Fedele alla linea, il capogruppo dei consiglieri leghisti del Comune di Milano, Matteo Salvini, sentito il parere di una “scrittrice-taxista-candidata”, lancia la provocazione: “vista l’arroganza, la maleducazione e la violenza che regnano, così come una volta c’erano i posti riservati ai reduci, agli invalidi e alle donne incinte, avanti di questo passo fra dieci anni se non si interviene ci saranno posti o vagoni riservati ai milanesi e alle persone perbene. Se non si mette un limite all’immigrazione arriveremo a questo”.
L’idea, sebbene tutta al condizionale, mette in subbuglio i vertici di tutti partiti, da destra a sinistra. La proposta sarebbe “razzista”, “degna del Ku Klux Klan”, “emarginante”, “fantascientifica”. Fini, da Presidente della Camera che si rispetti, tira in ballo la Costituzione, offesa nei suoi principi cardine. Effettivamente, anche il solo pensare di isolare – per dire – i “negri” e i “talebani” dai “milanesi” è qualcosa pari ad una “bestialità politica” (parole di Italo Bocchino…).
Non contento, Salvini rincara la dose: dalla sua rubrica su affaritaliani.it (dal lungimirante titolo “Arancini Padani”) emerge un quadro in cui il milanese medio sembra essere sconfortato. E attacca soprattutto “zingari e clandestini”, come se l’extracomunitario fosse composto solo da queste categorie (un contributo a caso: “Chemminchia, io votavo per Fini ma c’ha proprio rotto le balle con ‘ste difese di clandestini, islamici e zingari” è l’eco che giunge dal banco di fronte, frutta e verdure regolarmente vendute “con tanto di scontrini fiscali, mica come quegli stronzi – due abusivi che vendono limoni, carciofi, rapanelli e insalata – che non pagano una lira di tasse e mi portano via il lavoro”).
Non è la prima volta che una provocazione simile viene da un membro del partito del Carroccio. Qualcuno si ricorderà di Mario Borghezio, antieuropeista ma Europarlamentare (tra i più presenti), che ebbe la brillante idea di disinfettare i treni “contagiati dagli immigrati”.
Nella più totale improbabilità che possa passare un simile emendamento, dunque, sarebbe pensabile organizzare magari i “pullman verdi” d’élite riservati ai leghisti. In tal caso, sicuramente un “povero padano” non rischierà di subire lesioni (per esempio) da “comunisti, terroni o negri di merda”.
* Proprio oggi, il leader del MpA, Raffaele Lombardo, attuale Governatore della Sicilia, è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di abuso d’ufficio (assieme – tra gli altri – al suo predecessore, l’UDCino Totò Cuffaro).
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