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La scala Richter, a differenza della scala Mercalli che indica in maniera soggettiva e qualitativa la quantità di danni provocata da un terremoto infischiandosene della sua reale intensità , misura l’ampiezza delle oscillazioni di un terremoto basandosi sulla traccia lasciata su di un sismografo, fornendo così una misura oggettiva della sua intensità .
Le due scale sono ben distinte. Se un terremoto molto potente si abbatte nel bel mezzo del deserto del Gobi i danni saranno limitatissimi e quindi il suo valore, secondo la scala Mercalli, sarà molto basso. Viceversa un terremoto di modesta entità che colpisca una baraccopoli plausibilmente raderà tutto al suolo.
Una caratteristica importante della scala Richter è di essere una scala logaritmica. In particolare non si misura l’ampiezza delle oscillazioni ma il loro logaritmo in base 10; di conseguenza un terremoto di grado 4 sarà 10 volte più intenso di un terremoto di grado 3 e 100 volte più intenso di un terremoto di grado 2 (e così via). Un altro punto importante da tenere di conto è che l’energia liberata da un terremoto non è direttamente proporzionale all’ampiezza delle oscillazioni ma scala con un esponente 3/2. Un terremoto di magnitudine 4 quindi non libererà 10 volte più energia di uno di magnitudine 3, ma 101.5=31.623 volte di più. La scossa di magnitudo 6.3 del 6 aprile ha quindi liberato circa 90.000 volte più energia delle scosse di magnitudo 3 che avvengono in questi giorni. I giornali, probabilmente galvanizzati dalla spettacolarizzazione del dolore, hanno anche iniziato ad avvisarci di ogni piccola scossa di magnitudo 2.5 anche se questi rilasciano un’energia 500.000 volte inferiore alla scossa del 6 aprile.
Una breve occhiata ad una tabellina riassuntiva sugli effetti tipici dei terremoti di varie magnitudini dovrebbe però tranquillizzare: un terremoto di grado inferiore al 4,5 non ha praticamente alcun effetto e non dovrebbero esserci danni seri (a meno che non abitiate in un castello di sabbia) almeno fino al quinto grado.
1 Response to Scale e terremoti
Cruccone
Aprile 21st, 2009 at 12:53
È uno degli articoli che mi sarebbe piaciuto leggere sui quotidiani, non dico il giorno del terremoto quando c’erano notizie più importanti da dare, ma tre-quattro giorni dopo, quando è già più chiaro cosa è successo.