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(riassunto delle puntate precedenti: dopo anni di cloni di Doom ipertrofici, qualcosa di nuovo)
Intorno al 2002-2003, ecco una piccola novità . Non è facile dire chi sia stato il primo a crearla: nel giro di pochi mesi, già esistono diversi giochi del genere.
Il concetto è semplice. Duro e puro, potremmo dire: arrivano i nemici, impiega risorse per costruire difese in grado di resistere il più a lungo possibile. La scelta del tipo e della posizione e dei miglioramenti delle difese influirà sull’effettiva capacità di contrastare un attacco. Tutto qua.
Uno dei primi giochi ad avere tutte caratteristiche di questo genere potrebbe essere Defend the Castle.
Con poca originalità (come è giusto che sia) il filone si guadagna il nome di defence game.
Se vogliamo, l’ispirazione è quella dello strategico in tempo reale, ma anche un po’ a turni: tra un attacco e l’altro c’è tutto il tempo per pensare e prendere decisioni. Si elimina ogni contaminazione manageriale. Si perde anche la tipica struttura a livelli separati: ora le decisioni prese all’inizio ricadono su tutta la partita.
I nemici non hanno intelligenza, sono prevedibili. Ma sono tanti, e sempre più forti.
Ogni gioco del genere ha qualche peculiarità , ma praticamente tutti si riconducono alla procedura standard: costruire – resistere – potenziare. Che sarà pure banale, ma è un concetto forte come quello dei classici dei Golden Eighties.
Per intanto provate anche Bloons, una delle incarnazioni più pure del defence game.
continua
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