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In principio era l’epoca degli arcade: i videogiochi erano semplici, puramente concettuali.
Parliamo dalla pionieristica epoca “universitaria”, quella dei vari OXO, Spacewar! e Tennis for Two: allora un triangolo era un’astronave, un’oscilloscopio era una partita di tennis e un computer poteva battere un cervellone -perlomeno a tris- molto prima di Deep Blue.
Poi gli anni settanta e ottanta, e fu il momento dei vari Pong, Pac Man, Tetris: i Classici.
Insieme a loro, le sale giochi si popolarono di una pletora di videogiochi di scarso successo prontamente dimenticati: quasi tutti cloni di pochi programmi di successo, che però non avevano la “purezza” del loro progenitore.
Con la migrazione su personal computer, che consentiva tempi di gioco più calmi e ponderati, nacquero un altro paio di generi, principalmente di carattere strategico: a turni o in tempo reale, manageriale o puramente bellico. E l’avventura, testuale e grafica.
Cambiava l’approccio al gioco, dalla velocità alla tattica.
Poi basta.
(continua)
4 Responses to L’ultima linea di difesa /1
CSE
Febbraio 21st, 2008 at 18:49
più vecchia di quello che sembri 😛
JR
Febbraio 21st, 2008 at 21:37
Guarda che l’ho scritto io…
.mau.
Febbraio 25th, 2008 at 09:30
E Star Trek (il videogioco) dove lo metti? Cosa credi che facessi all’università , oltre che chattare con le^W gli americani?
CSE
Febbraio 27th, 2008 at 14:14
Più vecchio di quello che sembri! 😛 🙂