Biowashball. Ovvero: tre modi vedere il mondo. by J B
15
Dic
2008
Quelli di voi che passano una quantità significativa del proprio tempo a girare per la rete saranno già informatissimi sull’argomento. Ne ha parlato Beppe Grillo, Paolo Attivissimo, Dario Bressanini e (plausibilmente) molti altri. Per chi non conoscesse la questione ne faccio un brevissimo riassunto:
Una ditta svizzera di nome Emker ha recentemente introdotto sul mercato un prodotto chiamato Biowashball, una pallina verde da mettere in lavatrice al posto del detersivo , che promette di rendere il bucato lindo e pulito come e meglio del vostro detersivo tradizionale (e il tutto senza inquinare minimamente). La spiegazione del funzionamento di questo prodigio della tecnologia moderna è piuttosto fumoso ma in rete si trova una gran quantità di persone disposte a giurare che funziona benissimo.
Francamente in questo momento non mi interessa discutere meriti e demeriti della Biowashball (anche se ho le idee abbastanza chiare inproposito) quanto notare come chi ne parla possa essere grossolanamente diviso in tre categorie e come queste tre categorie compaiano puntualmente tutte le volte che si discute di argomenti tecnico-scientifici.
- Il credente: Per definizione il credente ci crede. Il credente non è un gonzo da quattro soldi che abbocca alla prima idiozia che gli capita sotto mano ma una persona informata ed attenta. Nel corso delle sue accurate ricerche ha trovato una serie di fonti di informazioni che, per un motivo o per un altro, ha identificato come affidabili e, da quel momento in poi, ha smesso di preoccuparsi di controllare la veridicità di ciò che gli viene detto. Se una fonte è affidabile perché dubitare? Dopo tutto la fonte affidabile (che può essere tanto Beppe Grillo quanto Travaglio quanto Richard Stallman quanto Silvio Berlusconi quanto il Cardinal Bagnasco, i credenti esistono di ogni fede politica, di ogni religione e di ogni filosofia di vita) è per sua natura qualcuno a cui si può credere. La fonte affidabile è qualcuno che ha dedicato la sua vita a queste cose, che ne sa mille e mille volte più di noi (e più di chiunque altro) e che ha il compito di sollevarci dal gravoso compito di doverci occupare anche di quell’argomento. Dopo tutto siamo persone impegnate e non possiamo approfondire tutto. Basta scegliersi con cura la fonte e affidarcisi anima e corpo. E il credente sceglie “sempre” con cura la propria fonte. Per definizione. Chiedere al credente di portare prove a favore della tesi sostenuta (che non sia l’ipse dixit della fonte affidabile di turno) è poco meno di un insulto. Una volta che la fonte affidabile ha parlato quello che è stato detto è vangelo ed il vangelo non si mette in dubbio. Semmai sta ai miscredenti che mettono in dubbio le parole della fonte affidabile produrre prove inconfutabili della falsità di quello che il credente sostiene, non il contrario.
- Lo scienziato: Lo scienziato non ha bisogno di credere. Lo scienziato SA. Il metodo scientifico funziona ed ha portato alla rivoluzione tecnologica che è la base della nostra civiltà . Quindi chiunque proceda senza applicare alla lettera il metodo scientifico è destinato al fallimento. Per sua natura lo scienziato ha una lunga esperienza e formazione nell’applicazione del metodo scientifico ai più disparati ambiti; ne è, se vogliamo, il suo “sacerdote”. In quanto tale lo scienziato si sente in diritto di pontificare su qualsivoglia argomento (anche su cose che esulano in maniera completa dall’argomento in cui è specializzato) con la totale e assoluta sicurezza di essere nel giusto. Lo scienziato ha studiato per lunghissimi anni il funzionamento dell’universo ed è quindi in possesso degli strumenti per decidere. In particolare lo scienziato è un cane da tartufi quando si tratta di scovare technobabble nelle parole dei “credenti” (per i quali nutre un profondo disprezzo). La presenza di anche solo mezza parola di technobabble è, per il vero scienziato, indice sicuro di non-scientificità e quindi di sicura falsità . Qualunque errore o semplificazione nell’esposizione di un concetto scientifico è inaccettabile e prova indiscutibile della falsità di tutta l’argomentazione. Chiedere ad uno scienziato di portare prove provate a sostegno della tesi sostenuta (o, analogamente, della falsità della tesi sostenuta dal credente di turno) è poco meno che un insulto. Lo scienziato SA che quello che dice è vero, non ha bisogno di argomentare con forme di vita inferiori. Se tutto va bene una richiesta di una qualche prova porterà al consiglio di leggersi questo o quel capitolo del Landau-Lifshitz e con questo lo scienziato chiuderà definitivamente la discussione.
- Il pragmatico: Il pragmatico vive al di sopra delle parti. Che senso ha portare avanti infinite e sterili discussioni su chi ha ragione e chi torto quando è chiaro e lampante che nessuno riuscirà mai a convincere l’altro? Alla fin fine che male fa se ciascuno rimane della propria idea? Tu sei convinto nel profondo che la Biowashball funzioni, lui è convinto che sia un’idiozia profonda e niente e nessuno riuscirà mai a farvi cambiare idea. Quindi potete anche smettere di discutere e tenervi ciascuno la vostra idea rispettando l’altro e le sue convinzioni. Il pragmatico è maestro nell’arte di sollevare un mormorio di approvazione da tutti i pragmatici presenti in sala e da tutti quelli che, non avendo un’idea propria, sono ben contenti di poter passare come intelligenti fingendosi pragmatici essi stessi. Il vero pragmatico non prende mai le parti i qualcuno; egli disprezza in egual modo credenti e scienziati per la loro incapacità di accettare che qualcuno abbia un’idea diversa dalla loro. Ancora meglio: il vero pragmatico disprezza chiunque abbia un’idea, qualunque essa sia. Perché avere un’idea vuole automaticamente dire essere in disaccordo con qualcun altro. In realtà i veri pragmatici sono rarissimi. La stragrande maggioranza sono dei falsi pragmatici che nascondono la loro assoluta mancanza di idee dietro il loro essere super-partes o dei “pragmatici occasionali” che fingono di essere al di sopra delle parti solo per non restare invischiati in argomenti spinosi.
Giusto per chiarezza verso chi non mi conoscesse (c’è qualcuno che legge questo blog e non mi conosce?): per formazione, filosofia e natura io sono uno scienziato fin nel midollo e quindi sono pronto a difendere fino alla morte la superiorità del metodo scientifico e l’inconsistenza dell’approccio di credenti e pragmatici.
Prova provata del mio essere “scienziato” sia il fatto che ho passato una frasione consistente della mia mattinata a scrivere questo post, dove pontifico in lungo ed in largo su argomenti non di mia competenza.
8 Responses to Biowashball. Ovvero: tre modi vedere il mondo.
.mau.
Dicembre 15th, 2008 at 11:44
Io faccio il pragmatico. Perché perdere tempo a convincere la gente?
Dario Bressanini
Dicembre 15th, 2008 at 19:50
Dimentichi l’ulteriore suddivisione in scienziato-pragmatico e scienziato-credente 😀
J B
Dicembre 16th, 2008 at 09:54
@.mau.: tu sei un falso pragmatico. Ti piacerebbe potertene infischiare di quanto è stupida la gente ma non puoi fare a meno di provare ad inculcargli un minimo di ragionevolezza nella scatola cranica 😉
@Dario: se vogliamo proprio essere pignoli fino in fondo ci sarebbero anche i credenti-pragmatici ed i pragmatici-credenti (che hanno sfumature diverse) ma il discorso si complicava 🙂
G.
Dicembre 16th, 2008 at 18:35
Mi chiedo quale sia l’etichetta per quelli che stanno nell’intersezione dei tre insiemi…
J B
Dicembre 17th, 2008 at 10:14
@G. : “i confusi”?
.mau.
Gennaio 14th, 2009 at 17:49
Mannò! Se uno compra la Biowashball io non posso che guadagnarci implicitamente: meno detersivi in giro per il mondo. Più pragmatico di così…
Paolo Cesari
Febbraio 27th, 2009 at 00:47
Grillo si ispira ai nostri post.
Leggere per credere la nostra denuncia:
http://www.voicepopuli.it/italiano/index.php/archives/2009/01/22/beppe-grillo-copia-blog-voicepopuli/
METTETE IL COPYRIGHT, per non farvi “rubare le idee”
Enrico
Aprile 5th, 2009 at 17:41
…azzo! Ho letto questo post e ti ho messo nei feed 🙂
ps: dalle mie parti si dice: vedo gente, faccio cose, non viceversa. è più d’effetto. bye