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L’Italia è notoriamente un paese povero di risorse naturali. Di petrolio ne abbiamo poche gocce, di metano quantità insufficiente di carbone non molto ecc ecc. Se non vogliamo essere schiavi delle ubbie dei “paesi produttori” sarà bene che ci organizziamo.
Per evitare di passare inverni freddi e con le industrie chiuse sono state proposte tre strade: diversificare le fonti di approvvigionamento, tornare al nucleare o incentivare il risparmio energetico e la produzione di energie da fonti rinnovabili. Vediamo di analizzarle un attimo sfruttando solo il buon senso.
Diversificare le fonti di approvvigionamento: gli oleodotti ed i gasdotti hanno il brutto vizio di attraversare un gran numero di stati scarsamente stabili da un punto di vista politico. Per evitare che un’improvvisa crisi politica ci lasci tutti a secco è stato da più parti proposto di approvvigionarsi via mare. Per il petrolio tutto bene ma per il metano c’è bisogno di un rigassificatore che riporti allo stato gassoso (e quindi utilizzabile) il metano liquido che ci arriva sulle navi metaniere. La tecnologia per fare i rigassificatori c’è. Quella per fare dei rigassificatori sicuri anche. Il problema è che non riuscirete mai convincere qualcuno a farsi costruire un rigassificatore vicino a casa. Banalmente la gente non si fida che le cose vengano fatte nel modo corretto, che non si realizzi un impianto pericoloso per risparmiare qualcosa o che qualcuno non cerchi di arricchircisi a spese di chi vive o lavora nei dintorni. È successo troppe volte per fidarsi. A questo dobbiamo aggiungerci che, per un sindaco, è molto più facile e redditizio (dal punto di vista pubblicitario-elettorale) gridare a gra voce contro lo scempio della fauna/flora/opaesaggio che sbattersi perché le cose vengano fattea modino. Il risultato finale è che probabilmente costruiremo i nostri rigassificatori in Albania e poi costruiremo un gasdotto che ci porti il gas fin qui. Certo, costerà millemila volte di più e sarà millemila volte meno sicuro (e se l’Albania decide che ha bisogno di quel metano e chiude i rubinetti?) ma vuoi mettere che soddisfazione sapare che se, puta caso, un rigassificatore esplode ucciderà degli albanesi invece che degli italiani? C’è da andarne fieri.
Tornare al nucleare: vediamo di sfatare un mito piuttosto persistente: “in Italia NON è vietato costruire centrali nucleari” nei referendum del 1987 non c’è traccia di una cosa del genere. Tutto quello che facevano i referendum era impedire che una centrale nucleare potesse essere costruita in un dato comune senza l’approvazione dello stesso, impedire che un comune venisse pagato per accettare una centrale nucleare sul proprio territorio ed impedire all’ENEL di andare a costruire le proprie centrali nucleari all’estero. Fine. Nessun divieto di costruire centrali nucleari sul suolo italiano. Certo, ora bisogna convincere le popolazioni locali a farsi fare una centrale nucleare sotto casa. Potrà essere difficile quanto volete (personalmente ritengo sia impossibile) ma non c’è bisogno di cambiare alcuna legge per farlo. Certo, si potrebbe cambiare la legge per permettere al governo di decidere senza possibilità di appello che una data entrale nucleare va costruita in un dato posto. Glielo dite voi alla Lega che si stanno dicendo favorevoli ad una legge che permette di scavalcare le comunità locali per fargli una centrale nucleare in casa?
Incentivare il risparmio energetico e la produzione di energie da fonti rinnovabili: pare che l’incentivazione del risparmio energetico non sia una gran priorità . Anche la produzione a livello locale di energia da fonti rinnovabili rientra nel solito decreto. Se ne deduce che sta al buon cuore del privato cittadino decidere se fare o meno dei lavori per limitare il fabbisogno energetico del nostro paese. Lasciamo perdere. A livello centrale quello che si potrebbe fare sono delle centrali energetiche a fonti rinnovabili che permettano di produrre in casa almeno una piccola percentuale del nostro fabbisogno. In realtà qualcosa già c’è e sono le centrali idroelettriche (anche se non mi risulta che, almeno da quando sono nato, qualcuno ci si sia seriamente dedicato. Le altre due fonti rinnovabili che non ci mancherebbero sono il sole (e quindi solare termico e fotovoltaico) ed il vento (e quini le centrali eoliche). Qualcuno ha per caso visto delle centrali (non sperimentali) che usino queste due fonti inesauribili di energia? Che io sappia qualche tentativo di realizzare centrali eoliche è stato fatto ma sono state avversate perché pare che deturpino il paesaggio. A parte che a me quelle grosse pale che ruotano placidamente piacciono (mi ricordano i mulini a vento) ma siamo proprio sicuri che una centrale eolica sia più brutta dei tralicci dell’alta tensione o delle antenne dei cellulari con i quali conviviamo senza battere ciglio?
Insomma, alla fin fine il vero ostacolo al superamento (o almeno al ridimensionamento) del problema energetico non è tecnologico, è psicologico. Nessuno vuole che queste cose vengano fatte dove abita lui. Ovunque ma non qui! Insomma, non nel mio cortile. Grazie.
3 Responses to Non nel mio cortile. Grazie
Massimiliano
Dicembre 4th, 2008 at 20:18
Ho letto e riflettuto molto su questa problematica.
Attualmente dovrebbero esserci delle priorità : una è il global warming che richiede necessariamente di ridurre le emissioni di carbonio e l’altra è il progressivo esaurimento del petrolio a “buon mercato”.
Nell’immediato i problemi sono la volatilità dei prezzi e la precarietà degli approvvigionamenti.
Le necessità saranno quindi di produrre energia elettrica da una parte, i trasporti dall’altra e infine il riscaldamento.
Diversificazione è la parola chiave. Le energie rinnovabili (sole e vento) sono discontinue e attualmente hanno un costo elevatissimo e usarle per grandi impianti su larga scala è improponibile attualmente.
A livello di utenze residenziali bisogna puntare prima di tutto sul solare termico. Costa relativamente poco e permette di risparmiare parecchio sull’acqua calda. Sfruttare direttamente il calore, lo sai meglio di me, è la cosa più redditizia dal punto di vista termodinamico. Il FV è ancora costoso ma incentivando è possibile ottenere una discreta diffusione.
A livello di trasporti urge trovare un nuovo vettore energetico (es. l’idrogeno) dato che i combustibili fossili non dureranno in eterno. Individuato questo il problema si riconduce alla produzione di energia elettrica.
Ecco, qui il problema è notevole. Idroelettrico e geotermico sono insufficienti. Solare termico, FV, eolico sono fonti discontinue e costano tantissimo (ma ovviamente non significa che si debba rinunciare ai grandi impianti, solo che non ci si può affidare per una produzione solida). Ma l’esigenza di sostituire i combustibili fossili si rende giorno per giorno più forte. A mio avviso la prima alternativa che si renderà economicamente conveniente (e inevitabile) sarà per l’appunto il nucleare. Però rabbrividisco pensando a come in Italia possano essere gestite le problematiche relative ad una centrale, oltre al fattore NIMBY.
Purtroppo oltre al problema psicologico a livello di cittadini, c’è quello politico. I politici se ne fregano, anche questo lo sai meglio di me, degli aspetti tecnici e scientifici se non fa loro comodo.
Ci sono problemi tecnologici non indifferenti, come possiamo pretendere vengano risolti se non c’è la volontà ?
Scusa la prolissità .
capsicum
Dicembre 9th, 2008 at 22:25
mah, è alla faccenda del molise che ti riferisci, vero? non è che deturpassero il paesaggio tout sourt. Insomma, le farebbero a un chilometro dal bagnasciuga, in mare, e una ogni duecento metri, ma su questo potrei sbagliarmi, mi sa che erano una ogni cento metri, lungo TUTTO il litorale del Molise. Tutto. Litorale che è naturalmente ricco di paesi, stabilimenti balneari, porti turistici, scuole di vela e windsurf, eccetera eccetera. Nota, che il Molise ha un retroterra appenninico con crinali ventosissimi a volontà , su cui costruire costa certamente meno che in mezzo al mare e dopo che ci hai costruito non ti freghi il turismo al 100% per i prossimi due secoli. La controproposta è stata proprio quella di costruire nell’entroterra, ma invece pare che costruire un cordone ininterrotto di pale eoliche tutto lungo il Molise sia più. Più non si sa cosa, ma comunque più. Probabilmente ci sono motivi che non conosco, motivi per cui le pale non si possono fare al largo di coste non balneari, ma solo al largo di quelle balneari. Bada bene, io sarei molto contenta se si facessero dei parchi eolici, e una ventina o un centinaio o più di pale che girano sulla cima di una collina non mi infastidisce certo. ma una catena di pale in mezzo alle quali passano le barche a vela, che impediscono di fare un campo da regata, che ostruiscono l’orizzonte ovunque il guardo giri, beh, non so, non mi pare la stessa cosa. Baci.
J B
Dicembre 10th, 2008 at 10:47
@capsicum: la cosa ti sconvolgerà ma NON avevo in testa il “caso Molise” mentre scrivevo questo post. Che ci fosse un “caso Molise” mi è ritornato in mente mentre leggevo il tuo commento. Il mio ragionamento è assolutamente generale. Ammetto di non conoscere la distribuzione dei venti in Italia ma quello che mi fa specie è che non ci sia nemmeno un singolo parco eolico serio (qualche singola pala più o meno sperimentale invece la si trova a giro). Discorso analogo per il fotovoltaico.
@Massimiliano: Ci sono alcuni punti su cui non concordo: intanto il problema di un’economia basata su carbone e petrolio non è tanto il global warming (e nemmeno il famoso “picco del petrolio”) quanto la quantità priva di senso di inquinamento prodotto e contestuale distruzione delle risorse. Più che sperare che un giorno il fotovoltaico o chi per lui ci dia il 100% dell’energia che usiamo si dovrebbe fare in modo di usarne meno.
Come dici l’idrogeno è (se tutto va bene) un vettore energetico e senza qualcosa per produrla l’energia non serve assolutamente a nulla. Certo, avere un modo per “immagazzinare” l’energia (cosa che attualmente è tutt’altro che facile) sarebbe una gran bella cosa ma non risolverebbe assolutamente i problemi.
Sul nucleare poi sai benissimo che io sono sempre stato piuttosto perplesso: intanto perché l’uranio è DECISAMENTE una fonte non rinnovabile, poi perché ancora nessuno al mondo ha trovato una soluzione intelligente al problema delle scorie. Il meglio che si riesce a fare è accumularle in un magazzino “temporaneo” nella speranza che se ne occupi qualcun altro.