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…la sicurezza nelle scuole. In particolare la possibilità che queste crollino sulle teste degli scolari.
Leonardo lo racconta (as usual) molto meglio di come potrei farlo io ma due riflessioni le faccio lo stesso: a parte l’evidente dispiacere al pensiero di morti e feriti il sospetto che fra un paio di settimane nessuno parlerà più della situazione (tragicomica) degli edifici scolastici è forte. Anzi, è praticamente una certezza. Del resto siamo riusciti a far passare nel dimanticatoio l’emergenza rifiuti e l’emergenza criminalità (il primo che vien fuori con la storia che questi problemi son stati brillanetmente risolti dall’oggi al domani a colpi di bacchetta magica vince un pernacchione gigante).
Il mio liceo non era costruito in zona sismica ma era ricavato all’interno di un ex-condominio. A parte il divertimento di avere aule fatte a L o con una colonna nel mezzo e la totale assenza di uscite o scale di sicurezza il vero problema era il fatto che l’edificio in quanto tale era fatiscente. In 5 anni di liceo abbiamo fatto n-mila sciperi, manifestazioni e petizioni per chiedere all’assessore agli studi di fare qualcosa al riguardo. Tra l’altro non eravamo proprio soli soletti: la totalità degli altri licei di Firenze-e-dintorni era in situazioni similari alle nostre (qualcuno era messo persino peggio dato che stava in edifici che non vedevano una ristrutturazione da almeno un secolo). Per fortuna non è mai successo nulla (a parte le aule di disegno allagate da un tubo rotto) ma è stata solo fortuna. I terremoti non c’entrano nulla, sarebbe bastato molto meno per arrivare alla tragedia. Però noi che protestavamo eravamo i soliti ragazzini sfaccendati e traviati dalla sinistra (la quale, beninteso, si è ben guardata da fare qualcosa al riguardo).
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