L’innovazione responsabile
Venerdì, dicevo, sono stata a Forlì per L’innovazione responsabile.
Insieme a Salvo Dell’Arte abbiamo parlato di “Immagine e corporate identity nella comunicazione d’impresa”.
Una mezz’ora prima dell’inizio dell’evento mi sono presentata sul luogo del delitto e insieme al prof. Dell’Arte abbiamo rivisto le presentazioni, unendole in un’unica (disponibile online qui) in modo da fare una presentazione più organica, alternando le voci.
Il pubblico era interessato e partecipe, pieno di domande, tant’è che non siamo andati oltre i due terzi delle slide che avevamo, ma è stato più stimolante dibattere con i presenti che fare solo una presentazione frontale.
La mia parte era incentrata sul riuso dei contenuti e sull’adozione di licenze di copyleft e c’è una domanda a cui non ho risposto (era tra le prime e ho incautamente detto “lo spiego con le prossime slide!” ma non ci siamo mai arrivati): perché devo rilasciare in copyleft?
Gli esempi che avrei portato mostravano diverse possibili risposte:
- perché la circolazione dei contenuti porta in giro il mio marchio
- perché la circolazione di contenuti di qualità migliora la mia reputazione
- perché in un mondo di buoni Vs cattivi (copyleft Vs DRM) io sto dalla parte dei buoni e me ne bullo
- perché l’openness mi aiuta a creare una situazione win-win
- per ragioni etiche
Sicuramente ci sono altre ragioni che al momento non mi vengono in mente, se me le segnalate provo ad aggiungerle!
Al termine sono andata a cena con Giovanni Pizzigati, che ho riempito di domande sul lavoro di Matite Giovanotte (in particolare su quello che fanno per il settore non-profit) e del Romagna Creative District (scoprendo luoghi del FuoriSalone in cui non mi sono mai imbattuta), oltre ad un po’ di sane chiacchiere su Helsinki.
Ho concluso la giornata spulciando le mail sul cellulare, comodamente seduta su un muretto, mentre accanto a me andava in scena della musica da vedere.
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